Quando la Formula 1 sbarca a Monza per il GP d'Italia, torna in scena il gioco delle scie. Anche le qualifiche di quest'anno hanno sottolineato come lo stare in scia possa portare beneficio nella performance sul giro secco. D'altro canto, se portato ai suoi estremi dall'esasperato controllo della situazione in pista, può portare a situazioni pericolose e nocive per lo sport, come successo in Q1.

Perché stare in scia

L'Autodromo di Monza è l'unico vero tracciato ad alta velocità rimasto in calendario. Non a caso è il "Tempio della Velocità" e non teniamo conto del tracciato alternativo in Bahrain. A Monza si privilegia la velocità di punta, si viaggia molto a "farfalla aperta" e si tende a scaricare di molto le ali.

Semplificando al massimo, stare in scia su un rettilineo significa entrare in una porzione di spazio dove l'aria è perturbata da chi sta davanti. Così la monoposto che segue incontra meno resistenze (di tipo aerodinamico) nell'avanzamento.

Stare in scia è una delle tecniche di base da conoscere nel pilotaggio e trova la sua utilità nelle manovre di sorpasso. Tuttavia, con le monoposto sempre più ingombranti nelle proprie geometrie, la scia diventa un fattore chiave nella definizione dei tempi in qualifica su un tracciato particolare come Monza.

Nel 2019 uno spettacolo indecente

Il gioco delle scie è qualcosa di piuttosto normale nelle gare su ovale (IndyCar o NASCAR), ma in Formula 1, dove la velocità di percorrenza in curva è la chiave per andare forte quasi praticamente ovunque, è merce rara.

In uno sport dove la pianificazione è tutto, l'aleatorio gioco delle scie (regno dell'improvvisazione... come il jazz nella musica moderna) viene studiato al centimetro dalle scuderie. In pratica i team controllano gli altri per non scendere in pista per primi e "rompere l'aria" agli altri.

Nel 2019, sempre a Monza, in Q3 il mondo vede in diretta televisiva l'indecente spettacolo di quando il gioco prende troppo la mano. Nel tentativo finale i primi dieci aspettano troppo a dare gas, cercando qualche "pollo" che tiri il treno. La qualifica finisce con un lentissimo trenino di capodanno che passa sul traguardo.

2020: la musica è quasi diversa

Già nelle prove del Gran Premio quasi tutti i piloti avevano sollevato la pericolosità di cercare all'esasperazione il treno giusto per farsi tirare la scia. In mattinata sette piloti sono stati messi sotto investigazione per avere rallentato più del dovuto in ingresso alla Parabolica e aver costretto Hamilton a scartare pericolosamente sull'erba.

Nonostante la direzione gara avesse imposto un tempo massimo limite come giro lento durante le qualifiche, alla fine della sezione Q1 si è ripresentato uno scenario simile a quello delle FP3, con un collo di bottiglia in Parabolica.

In maniera molto notabile, il trenino formato da Ocon, Raikkonen, Albon, Vettel e Russell ha portato ad un degrado delle prestazioni globale, per cui nessuno ha beneficiato della scia. Anzi, il tedesco della Ferrari è stato eliminato dalla Q1.

Nel proseguimento della sessione di qualifica, però, situazioni al limite non si sono più ripresentate. In Q2 le Mercedes hanno segnato i tempi migliori senza l'ausilio della scia, mentre il distanziamento più casuale e non caotico delle Q3 ha permesso ad Hamilton e Sainz di usufruire di quell'extra velocità che ha consentito di ottenere delle ottime prestazioni.

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Luca Colombo