Un Lewis Hamilton semplicemente inarrestabile ha conquistato il Gran Premio del Brasile, diciannovesimo capitolo di un Mondiale di Formula 1 realmente appassionante. Il britannico è riuscito a rimontare dalla decima posizione in griglia, sfruttando una Mercedes mai così veloce ed avendo la meglio su Max Verstappen al termine di un acceso confronto. Bottas ha completato il podio, mentre le Ferrari hanno chiuso in quinta e sesta posizione.

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HAMILTON E MERCEDES INARRESTABILI

Impressionante. Il week-end di Lewis Hamilton in Brasile rimarrà sicuramente negli annali della categoria, dopo la poderosa rimonta che nell'arco di ventiquattr'ore lo ha visto passare dall'ultimo posto sulla griglia della Qualifying Race al gradino più alto del podio di Interlagos. Nessuno è stato in grado di contrastare il campione del mondo in carica, nemmeno un Max Verstappen che le ha davvero tentate tutte pur di tenersi alle spalle il rivale. Il quale ora si trova distante soli 13 punti dalla vetta del Mondiale, in un finale di stagione che, a tre tappe dalla conclusione, appare quantomai incerto.

Che Lewis Hamilton in Brasile fosse in stato di grazia lo si era già intuito nella giornata di ieri, ma probabilmente nessuno avrebbe mai pensato ad un epilogo del genere. Dopo i tre sorpassi messi a segno nel corso del primo giro, il 44 ha fatto un sol boccone delle due Ferrari e di Bottas, prima di superare senza troppe difficoltà la resistenza di Sergio Perez. A quel punto, Hamilton si è trovato alla caccia del leader Verstappen, bravo nel soffiare la testa nello start a Bottas. Se nel corso della prima sosta è stata la Mercedes a provare l'undercut sulla Red Bull (anticipando di un giro la sosta rispetto all'olandese), nel secondo il team di Milton Keynes ha provato a sorprendere gli avversari, richiamando Verstappen ai box per prevenire la mossa di Hamilton.

VERSTAPPEN, DIFESA AL LIMITE

Quest'ultimo ha confermato (su gomma Hard) nell'ultima parte di gara lo strepitoso passo già fatto vedere nel corso delle prove, incollandosi a Verstappen e tentando un primo, deciso affondo al giro 48, con l'olandese che si è difeso accompagnando fuori pista il rivale. Un episodio annotato dalla Direzione Gara, la quale ha però deciso di non procedere con nessuna penalità ai danni di Verstappen.

Il nuovo tentativo è arrivato undici giri più tardi, con il britannico che ha letteralmente sverniciato in pieno rettilineo la Red Bull, forte di una velocità di punta di gran lunga superiore. Da quel momento la gara è stata un assolo di Hamilton, il quale è transitato sotto la bandiera a scacchi con un margine di oltre 10" nei confronti di Verstappen, con la Red Bull che ha potuto soltanto fermare ai box Perez per consentirgli di realizzare il giro più veloce e conquistare il punto aggiuntivo.

FERRARI ALLUNGA SU MCLAREN

E gli altri? In una gara vissuta tutta sul duello Hamilton-Verstappen, per il resto del gruppo sono rimaste...le briciole. Bottas e Perez si sono confermati incapaci di poter dare una concreta mano ai rispettivi compagni di squadra, apparsi complessivamente troppo superiori sul piano della prestazione assoluta. Le Ferrari hanno accusato un distacco pesante dalla vetta, ma se non altro hanno potuto chiudere alle spalle dei due top team, mettendo altro margine in classifica nei confronti della McLaren. Gasly si è confermato pilota solido e veloce conquistando la settima piazza, subito davanti alle Alpine di Ocon e Alonso, con Norris (penalizzato da un contatto in partenza) soltanto decimo. Fuori dai punti Vettel al pari delle due Alfa Romeo, con Tsunoda ingiustamente penalizzato a causa di un contatto con Stroll. Proprio il canadese è stato uno dei due ritirati del Gran Premio, insieme a Ricciardo.

Adesso si vola in Qatar, su un tracciato per tutti sconosciuto, dove la sfida mondiale promette di regalare un nuovo capitolo entusiasmante. Una pista inedita che, esattamente come avverrà in Arabia Saudita due settimane più tardi, costituirà una vera incognita. Un elemento di incertezza in più, per regalare un finale di stagione da batticuore.

Marco Privitera