Correva l’anno 1991 e Gian Carlo Minardi riuscì a siglare uno storico accordo con la Scuderia Ferrari per la fornitura dei motori sulle sue monoposto. Tutti sappiamo come poi sarebbe andate quella stagione, ma forse non molti ricordano lo “sgarbo” che Ferrari fece alla Scuderia di Faenza.

L’ACCORDO CON FERRARI

Per come era cominciata, doveva essere una stagione da ricordare per Minardi. Alla fine del 1990, nonostante il parere contrario di Manca-Graziadei, Gian Carlo Minardi siglò l’accordo che avrebbe portato i motori Ferrari a Faenza per sostituire gli ormai obsoleti Cosworth. Era la prima volta nella storia che la Ferrari concedeva ad un team privato l’uso dei suoi motori. In più, Minardi era riuscito a concludere un’accordo con Pioneer, che avrebbe portato grossi capitali per il team. Tutto sembrava poter andare nel migliore dei modi, ed invece qualcosa cambiò.

L’accordo con Ferrari prevedeva che Minardi utilizzasse i motori del 1990 (quindi vecchi di un anno) al costo di 11 miliardi di lire. L’intenzione di Minardi era quella di diventare  junior-team della squadra di Maranello e permettere ai giovani piloti di crescere. Intenzioni però che rimasero tali e che non si concretizzarono nella realtà. Anzi. Ferrari, forse intimorita dalla crescente reputazione della squadra faentina, finì per mettere i bastoni tra le ruote a Minardi anziché aiutarlo.

Minardi Ferrari

IL CASO PIONEER

La storia narra che Ferrari fece firmare dei contratti che precludevano determinate sponsorizzazioni, ed in questo modo riuscì a sottrarre Pioneer a Minardi. Pioneer era considerata fondamentale per lo sviluppo della macchina e del telaio, visto gli ingenti capitali che avrebbe portato. Ed invece la società giapponese fece dietrofront, firmando un clamoroso accordo di sponsorizzazione con la Scuderia di Maranello e lasciando il buon Gian Carlo a bocca asciutta.

Da lì in poi fu una stagione complicata per la Scuderia faentina, alle prese con una monoposto difficile da guidare e che aveva frequenti problemi alla frizione, non progettata per quella macchina. Lo stesso Morbidelli evidenziò che quei motori Ferrari erano fatti per un cambio semi-automatico, cosa di cui Minardi non disponeva. 

La stagione fu quindi deludente considerando le aspettative, e Minardi chiuse al settimo posto con sei punti ottenuti. La cosa peggiore però fu il debito che quell’accordo con Ferrari aveva portato: ben 8 miliardi di lire. Inoltre Martini sarebbe dovuto andare proprio a Maranello nel 1992, ma l’indebolimento della posizione di Piero Ferrari all’interno del team fece saltare tutto. Nel 1992 Minardi lasciò Ferrari dopo soltanto un anno e si aggiudicò la motorizzazione Lamborghini. Il resto ormai è storia.

Minardi 1991 motorizzata Ferrari

CONCLUSIONI

Se sommiamo tutti questi fatti, possiamo dedurre come Ferrari non aiutò in nessun modo Gian Carlo Minardi e la sua Scuderia, ma apparentemente tentò di ostacolarla. Ai tempi a Maranello non navigavano in buone acque, e la Minardi sicuramente era vista più come una minaccia che come una possibile opportunità di collaborazione. Chissà cosa sarebbe successo se l’accordo con Pioneer si fosse concluso, al pari dell'idea di Minardi di rendere la sua Scuderia uno junior team della Rossa. Ai posteri l’ardua sentenza.

Julian D’Agata

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