In attesa che il Mondiale di F1 prenda il via dall'Austria il prossimo 5 luglio, non arrivano buone notizie sul fronte del calendario delle gare. E' notizia di questa mattina, infatti, la cancellazione ufficiale delle gare di Baku, Singapore e Suzuka, che costringerà la FIA a dovere adottare soluzioni alternative per arrivare al numero minimo di 15-18 gare per la stagione 2020.

IL COMUNICATO DI LIBERTY MEDIA

Nella mattinata di oggi un comunicato di Liberty Media ha sancito in maniera perentoria l'arrivederci delle tre nazioni alla stagione 2021: "A seguito delle sfide in corso presentate dal COVID-19, noi e i nostri promotori in Azerbaijgian, Singapore e Giappone abbiamo preso la decisione di annullare le loro gare per la stagione 2020".

LE MOTIVAZIONI

Diversi i fattori che hanno portato alla decisione della cancellazione. Per Baku e Singapore è stato deciso di non ripetere quanto accaduto a Melbourne, in quanto non essendo tracciati permanenti, si sarebbe dovuto allestire il tutto, sostenendo anche dei costi per poi rischiare di dover far saltare il tutto. Discorso diverso per il Giappone, dove la limitazione agli ingressi di stranieri nel Paese del Sol Levante ha costretto gli organizzatori ad alzare bandiera bianca e pensare alla gara del prossimo anno.

E IL CALENDARIO 2020?

Tenendo ben presente la ferma intenzione di Liberty Media di arrivare ad almeno 15-18 gare ecco che potrebbe tornare prepotentemente alla ribalta la candidatura del Mugello come sede di un Gran Premio. Con 8 Gp già annunciati e Abu Dhabi e il Bahrain confermati per fine anno, la pista italiana potrebbe essere una delle soluzioni da adottare, senza dimenticare che anche il circuito di Manama sarebbe in grado di poter ospitare una doppia gara e anche con un layout diverso.

PERICOLO VIETNAM E AUSTIN

Sogni tranquilli Liberty Media non può farli nemmeno riguardo il tracciato di Hanoi e quello statunitense anche se per motivazioni opposte. Per il Vietman la problematica sarebbe identica a quella di Baku e Singapore, mentre per Austin il problema è strettamente di natura economica con gli organizzatori che potrebbe anche loro dover alzare bandiera bianca.

Ecco che una stagione 2020 dalla forte connotazione europea potrebbe diventare nelle prossime settimane sempre meno un'utopia.

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Vincenzo Buonpane