A pochi giorni dal via del mondiale 2020, la Formula 1 ha annunciato una partnership commerciale globale con Saudi Aramco, compagnia tra le più conosciute nell'ambito dell'industria petrolchimica. Aramco diventerà il sesto partner globale della massima formula, a fianco di DHL, Emirates, Heineken, Pirelli e Rolex.

L'accordo

I dettagli dell'accordo tra le parti non sono del tutto noti, ma si sa che verranno esposti cartelloni pubblicitari della compagnia saudita lungo i tracciati e la stessa avrà i diritti come title sponsor per i Gran Premi in Spagna, Ungheria e Stati Uniti d'America. Un domani Aramco potrebbe portare un GP in Arabia Saudita, ma questa per ora è solo una speculazione.

Aramco dunque entrerà nelle case di circa 500 milioni di tifosi sparsi per il mondo e, stando alle parole di Chase Carey, la Formula 1 "non vede l'ora di condividere i lavori e le conoscenze con Aramco in un'ottica di innovazione tecnologica" a quanto pare mirata sul miglioramento del consumo energetico e dei carburanti.

Un accordo... strano

A parte la genericità degli obiettivi non commerciali della partnership, secondo un articolo del Guardian, Aramco sarebbe uno dei "più grossi inquinatori al mondo" in termini di anidride carbonica prodotta.

L'industria petrolchimica in generale non è nota per avere un passato particolarmente eco-friendly e in questo senso risulta un po' strano che la Formula 1, la quale ambisce (con un obiettivo strategico) a diventare uno sport a emissione zero dal prossimo decennio, cerchi un partner commerciale in un industria del settore, ma del resto non si vedono all'orizzonte alternative per quanto riguarda il mercato dell'energia e dei carburanti.

Pecunia non olet

In ogni caso l'accordo rappresenta un risultato parecchio importante in termini economici per la Formula 1, che affianca un altro grosso nome ad altri brand di un certo spessore già parte del suo portafoglio di global partner.

Anche la massima formula ha bisogno di far quadrare i conti, soprattutto tenendo in considerazione che i recenti problemi causati dal contagio di coronavirus, praticamente in tutto il mondo, hanno fatto sì che il prodotto Formula 1 sia esposto a potenziali perdite economiche le quali, di riflesso, protrebbero portare ad una svalutazione dell'intero pacchetto.

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Luca Colombo