Il 1985 verrà ricordato da tutti i tifosi di Michele Alboreto e della Ferrari come l’anno del sogno sfumato. In quella stagione infatti la Scuderia di Maranello arrivò ad accarezzare la vittoria del titolo Mondiale di F1 con un pilota italiano alla guida dai tempi di Alberto Ascari. Ma tutto sfumò in un discutibile finale di stagione.

FERRARI SUBITO COMPETITIVA

Ma partiamo dall’inizio. Siamo alle porte del Campionato 1985 ed un rampante Alain Prost con la sua McLaren è il principale candidato a succedere al titolo vinto da Niki Lauda. La Ferrari invece è reduce da un annata deludente, tanto da scatenare una vera e propria  rivoluzione tecnica per la stagione successiva. Via l’ingegner Mauro Forghieri e spazio ad Harvey Postlethwaite che da quel momento avrebbe guidato la squadra. La monoposto (156/85) è da subito veloce nei test invernali e Michele Alboreto sembra essere più in forma che mai in quell'inizio di stagione 1985, segno che forse gli astri si stanno allineando.

Il Mondiale prende il via in Brasile e la Ferrari di Alboreto centra subito la pole position. In gara però, anche a causa di un contatto con la Williams di Nigel Mansell, il pilota milanese si trova con una monoposto non perfettamente bilanciata, ed a seguito di un piccolo errore nel finale, cede la vittoria a Prost e termina quella gara in seconda posizione. Ma il segnale era lanciato: la Ferrari è competitiva ed Alboreto sarà la prima guida, con buona pace di Arnoux, che dopo quel GP del Brasile viene sostituito per ragioni mai chiarite dallo svedese Stefan Johansson. Ma questa è un altra storia.

LA LOTTA CON PROST

La stagione prosegue in Portogallo e più precisamente all’Estoril, dove sotto il diluvio un giovane Ayrton Senna conquista la sua prima vittoria con la Lotus. Michele arriva comunque secondo conducendo una gara senza sbavature, ma pagando alla fine un distacco di quasi un minuto dal brasiliano. Si va ad Imola per quella che poi sarà una delle gare più emozionanti di sempre, in cui a spuntarla fu Elio de Angelis a seguito della squalifica di Prost per irregolarità del peso della sua vettura. Alboreto invece è costretto al ritiro durante il ventisettesimo giro mentre era in lotta per la vittoria.

Il 19 Maggio arriva il GP di Montecarlo ed a partire dalla pole position c’e ancora Ayrton Senna. Il brasiliano parte bene ma è costretto al ritiro a causa della rottura del motore. Ne approfitta cosi Alboreto per passare al comando, ma a seguito di un incidente tra Piquet e Patrese, la pista viene inondata d’olio e Alboreto va lungo alla Sainte-Devote cedendo la prima posizione a Prost. Nonostante Michele fosse più veloce del francese ci si mette anche la sfortuna ed una foratura gli costa un passaggio obbligato ai box facendogli terminare la gara in seconda posizione nonostante una prodigiosa rimonta. Ma la gioia è soltanto rimandata.

LA PRIMA VITTORIA

La prima vittoria del 1985 per Michele Alboreto arriva nel GP del Canada e grazie anche alla seconda posizione del compagno di squadra Johansson, arriva la leadership del Mondiale. Da li in poi altri due podi, a Detroit e Silverstone, dove Michele si classifica rispettivamente terzo e secondo, fino ad arrivare al punto più alto di quel 1985 per lui e la Ferrari: Il Nurburgring.

E’ li che Alboreto ottiene la sua vittoria più bella. Le qualifiche sotto la pioggia consegnano una pole inaspettata alla Toleman di Teo Fabi, mentre la Ferrari numero 27 è soltanto ottava. Alboreto è protagonista di una grandissima partenza guadagnando subito la terza posizione e mettendosi dietro Prost. Michele controlla magistralmente la gara ed al momento giusto affonda la zampata su Rosberg conquistando la vittoria che lo porterà in testa al campionato con 5 lunghezze di vantaggio sul francese. Il Mondiale è più che un sogno adesso, e tutti ci credono. Peccato che questa sarà l’ultima vittoria di questo sciagurato 1985.

IL CAMBIO DI FORNITURA

La McLaren infatti è sempre più competitiva e la differenza si nota soprattutto sui rettilinei dove il motore Ferrari paga in velocità massima. A Maranello pensarono bene che per migliorarne le prestazioni bisognava sostituire le turbine, e di conseguenza il fornitore. Si passa dalle tedesche KKK già presenti anche su McLaren, alle americane Garret. Purtroppo questa scelta si rivelerà fatale per Alboreto e la Ferrari, in quanto da quel momento in poi è stato un susseguirsi di ritiri ed inconvenienti tecnici. Il motore Ferrari era stato progettato per le turbine tedesche, ed effettuare un cambio cosi radicale a metà stagione non permise di rimanere al passo con il ritmo delle gare compromettendo la rincorsa finale. Un errore di valutazione pagato a caro prezzo.

IL SOGNO SFUMATO

Nelle restanti cinque gare di quel 1985 infatti, Alboreto ottiene soltanto un tredicesimo posto ed una serie di ritiri che fanno naufragare definitivamente il sogno Mondiale. Michele colleziona  53 punti terminando il campionato in seconda posizione alle spalle di Prost, con il rimpianto di non essere riuscito a realizzare il grande sogno di portare un pilota italiano a vincere il titolo con la Ferrari.

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Julian D’Agata

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