Il fine settimana della WSBK a Magny-Cours verrà ricordato per l'ennesimo capitolo della lotta fra Jonathan Rea e Toprak Razgatlıoğlu, protagonisti di uno scontro durato ben tre manche. Le epiche battaglie hanno acceso gli spettatori, che hanno finalmente potuto assaporare una rivalità che da tempo mancava alla WSBK. Tuttavia, la magia del duello è svanita quando la Direzione Gara ci ha messo lo zampino, togliendo la vittoria nella Superpole Race siglata da Toprak, reo di aver oltrepassato la linea bianca nel tratto semi-rettilineo che collega le curve 9 e 12.

REGOLAMENTI: IL TEMPISMO È TUTTO

Uno scenario ormai conosciuto poiché più volte abbiamo assistito all'applicazione dell'articolo 3.2.1 del regolamento ufficiale. Quest'ultimo prevede infatti le possibili sanzioni comminabili dallo Stewards Panel (collegio commissari) e tra le variabili risulta esserci il "Drop of Position", inteso a livello pratico come "Perdita di posizione". Dunque il regolamento parla chiaro: il pilota deve cedere un numero di posizioni deciso dal gruppo di commissari. Tutto ciò non lascia spazio ad interpretazioni, perciò come mai la decisione di domenica ha scatenato il putiferio?

Innanzitutto va precisato come il "Drop of Position" venga utilizzato nel caso in cui uno dei piloti in lotta per la posizione tocchi la zona verde nel giro conclusivo. Succede così nel Motomondiale così come tra le derivate. Una volta assunto tale concetto possiamo capire che l'applicazione della regola sia stata corretta ed aderente. C'è però un particolare che stona decisamente: la penalità è stata comunicata pubblicamente alle ore 15:33, quando la Superpole Race era già finita da quattro ore.

Per di più, nel frattempo si è corsa Gara 2 e la notifica della penalità è giunta a circa 60 minuti dal termine della seconda manche. Tutto questo non solo evidenzia una grande lentezza nel prendere decisioni, bensì falsifica la griglia di partenza dell'ultima gara. Sempre per regolamento, infatti, la Superpole Race serve a definire le posizioni della manche successiva, dunque secondo i risultati ufficiali il vero Poleman di Gara 2 sarebbe stato Jonathan Rea, non Razgatlıoğlu.

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LA GRIGLIA DI GARA 2 NON VALE NULLA

In pratica l'ultima gara WSBK del weekend è partita con i primi due che, stando ai risultati ufficiali, si sarebbero dovuto invertire. Forse poco o nulla sarebbe cambiato, ma visto il dominio del turco è logico pensare a quanto importante fosse per Rea essere davanti nelle prime curve. Probabilmente la R1 di Toprak sarebbe comunque passata al tornante Adelaide, così come potremmo pensare che Rea a strada libera avrebbe potuto spingere e guadagnare in quel T1 così adatto al suo stile di guida.

Ricordiamo inoltre che lo Stewards Panel nemmeno si fosse accorto del passaggio sul verde di Toprak, anzi, è stata KRT (Kawasaki Racing Team) a suggerire la penalità. Non possiamo biasimare Rea e compagnia: questo mondiale si gioca punto per punto ed ogni strategia è valida per indebolire l'avversario. Al britannico non sfugge nulla e lo squadrone Kawasaki ha giocato questa carta nel migliore dei modi.

Chi invece ha lavorato male è il collegio dei commissari. Come si potrà mai aspettare così tanto per tale decisione sapendo che Gara 2 sarebbe partita con una griglia sbagliata. Quattro ore sono veramente troppe, soprattutto perché l'articolo già citato non lascia spazio ad interpretazioni se non per il numero di posizioni da cedere. La regola quella è e quella rimane, quindi questo lungo tempo di attesa a cosa sarà mai dovuto? L'unica certezza, sulla quale tutti convergono, coincide con la figura non proprio professionale né attendibile del lavoro della FIM, ingiustificata nel grave ritardo comunicativo.

L'INUTILITÀ E L'INSENSATEZZA DELLA REGOLA

Un altro tema centrale della questione si ritrova nel principio stesso della regola. Qui ci ritroviamo nell'ambito della soggettività, secondo la quale ognuno può farsi un'idea su ciò che è successo. Posto che la FIM abbia giustamente applicato la regola (in ritardo), perché mai un pilota dovrebbe regalare una posizione per aver pizzicato di qualche millimetro la zona verde? È uno scenario già visto e criticato nel Motomondiale, dove non poche sono state le polemiche estese ad ogni categoria. Guardando alla battaglia tra Razgatlıoğlu e Rea si può ben capire quanto questa regola sia fuori luogo.

In primis Toprak non guadagna nulla, anzi, subisce il sorpasso dopo pochi secondi dalla ZX del campione in carica. In secondo luogo l'epicità del fantastico duello è svanita. Tutto ciò che poteva essere ricordato come uno scontro tra titani verrà semplicemente cancellato dalle menti di addetti ai lavori e appassionati. Il punto due è molto soggettivo è vero, però credo che ogni vero cultore dei motori possa definire questa regola un insulto alla competizione. Razgatlıoğlu ha vinto la Superpole Race rispondendo a Rea alla curva del liceo, mica sfruttando chissà quale stratagemma posto al di là della riga bianca.

Fino ad oggi questo genere di provvedimenti ha sempre toccato le classi minori, con MotoGP e WSBK coinvolte solo in casistiche distaccate dalla vittoria. Ora il problema si è "finalmente" diffuso alle classi regine ed è destinato a creare precedenti molto pericolosi. Una vittoria, così come ogni battaglia per ciascuna posizione, non si può assegnare in questo modo. I piloti lo sanno e tutti se ne lamentano. La trasferta francese aveva finalmente fatto riaffiorare i vecchi tempi della WSBK salvo poi cancellare tutto con una singola decisione, per di più tardiva.

Matteo Pittaccio

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