Il consueto appuntamento del martedì sera con 'Motorbike Circus' è giunto a quota 250 puntate e per celebrare questo traguardo abbiamo avuto con noi Garrett Gerloff. In un'ora in compagnia dell’americano si è parlato dei test di Jerez, della stagione che verrà e soprattutto della sua esperienza in sella alla Yamaha MotoGP di Valentino Rossi.

Motorbike Circus compie 250 puntate e per festeggiare non potevamo fare altro che avere un grande ospite dal WorldSBK: Garrett Gerloff.

Il pilota americano del GRT Yamaha Junior Team al suo primo anno nel mondiale SBK ha conquistato tre podi. A stagione terminata ha sostituito Valentino Rossi nelle libere del GP d’Europa a Valencia ben figurando anche nel motomondiale. Proprio da qua parte la nostra intervista a Gerloff: “Faccio fatica a comparare le Yamaha (si parlava della differenza tra la M1 2019 e 2020, ndr) quindi non saprei quali siano i punti forti o deboli delle due moto. Per me è in assoluto la miglior moto che abbia mai guidato. Non sapevo che avrei guidato la moto di Valentino fino ad un'ora prima del primo turno di libere. È successo tutto così velocemente, la pista era bagnata nelle FP1, ero talmente nervoso che prima di salire sulla moto stavo tremando.”

Una volta in sella poi è andato tutto bene, mi sono trovato benissimo. Però ho provato la moto per poco e in condizioni particolari. La mia opinione sulla moto non può essere precisa come quella di Fabio, Maverick o Valentino. Loro hanno passato molto più tempo sulla moto provandola in condizioni ideali o anche peggiori. Il mio obiettivo è ovviamente arrivare a correre in MotoGP. Quello è il mio target. Il sogno della mia vita è correre coi piloti più forti del mondo, le migliori moto del mondo. La MotoGP è il livello massimo da raggiungere e farlo con una Yamaha Factory o con quella del team Petronas sarebbe uguale per me.

Passando poi a parlare del 2021, che lo vedrà ancora tra le file del GRT Yamaha Junior Team, Gerloff ha dichiarato: “L’anno prossimo sarò ancora team GRT ma avrò la stessa moto di Toprak e Locatelli. Una situazione simile a quella di Fabio (Quartararo, ndr) con team Petronas. Con il mio capo meccanico, il Team GRT e questa moto sento che ho tutte le possibilità per avere una gran stagione. Con queste premesse penso di poter lottare per essere la miglior Yamaha e questo è il mio obiettivo. Toprak non è lento, Locatelli non è lento e nemmeno il mio nuovo compagno lo è. Essere la migliore Yamaha vuol dire anche lottare per il titolo molto probabilmente, ma penso che abbiamo tutto quello che serve per poterlo fare.

Gerloff torna poi a parlare della sua esperienza con la M1 di Valentino Rossi nelle prove libere di Valencia. In particolar modo sul diverso modo di lavorare nel box tra WorldSBK e MotoGP: “È stata una situazione così strana, sapevamo che Rossi sarebbe tornato in pista per il sabato e la domenica. Quindi non ho raccolto molte informazioni, mi hanno detto prendi la moto, guida e fai ciò che riesci. Quindi onestamente non ho raccolto molte informazioni sul setup e ho pensato solo a guidare la moto e fare il meglio che riuscivo.”

Sulle sensazioni in sella, Gerloff invece ha le idee ben chiare: “La moto è molto morbida, non sembra avere molta potenza in più rispetto ad una Superbike. Anzi, la sensazione è che abbia meno potenza: è così dolce, ma quando sei sul rettilineo e sei full gas ti accorgi di tutta la potenza. Se c’è una cosa che mi ha sorpreso è stato il cambio, per quanto è veloce e preciso. Utilizzare i freni in carbonio è stata un’esperienza incredibile ed è probabilmente la differenza più grossa. Anche le gomme assomigliano molto alle Pirelli, inoltre ho fatto così pochi giri in buone condizioni che non riesco a dare tante indicazioni.“

Sulle difficoltà maggiori di quel weekend l’americano ha le idee chiare: “La cosa più difficile del weekend è stato interpretare le condizioni della pista, perchè continuavano a cambiare. L’aspetto che ha condizionato di più il risultato finale è stato a fine turno quando tutti hanno montato la gomma più morbida. Gli altri sono migliorati di due secondi, io solamente di uno e quindi sono scivolato indietro in classifica. Non so esattamente perchè non sono riuscito a fare un tempo migliore, ma immagino che con più esperienza posso fare meglio. Inoltre non ho lavorato sul setup e quindi sono fiducioso.”

Tra i vari argomenti si è parlato anche del test di settimana scorsa a Jerez, con Jonathan Rea capace di staccare il miglior tempo con la nuova Kawasaki Ninja ZX-10RR. Si è scherzato sull’estetica della nuova arma del nord irlandese. “Non penso sia così brutta, è diversa. Sicuramente preferisco la Yamaha (ride, ndr). Jonathan ha fatto un grande giro con la gomma da qualifica, ma con la gomma da gara siamo tutti molto più vicini. Con la moto nuova sento di poter essere molto più costante con le gomme usate. Non so nei prossimi test cosa succederà e come sarà la prima gara, ma penso che sia noi che la Kawasaki avremo una buona base e vedremo chi in gara sarà il migliore.”

Passando a parlare della sua nuova Yamaha: “La moto che avevo quest’anno era la stessa del team ufficiale dello scorso anno. Quindi quella nuova non è molto diversa, non è stato un grande salto di qualità. Tuttavia è migliore in tanti aspetti, è più dolce, più facile e mi permette di fare il mio lavoro molto meglio. Questo mi consente di essere più costante giro dopo giro, ho molto più feeling con l’anteriore sulla nuova moto. Sono piccoli miglioramenti, ma ogni giro riesco a crescere e questo farà la differenza.”

Gerloff è arrivato nel Mondiale solo quest'anno. Fino al 2019 ha disputato il MotoAmerica, campionato dove da sei stagioni Cameron Beaubier la fa da padrone. Dopo gli anni d’oro di Nicky Hayden e Ben Spies, di americani nel mondiale se ne sono visti sempre meno. Oggi, con Joe Roberts nel Motomondiale che verrà raggiunto dallo stesso Beaubier la prossima stagione e lo stesso Gerloff nel WorldSBK, gli americani stanno tornando alla ribalta.

È interessante, perchè penso che il MotoAmerica sia un bel campionato con molti piloti di talento. Spesso però è difficile trovare l’opportunità di fare il salto in Europa. Questo probabilmente è il motivo per cui abbiamo pochi americani nel mondiale. Per quanto riguarda Cameron (suo compagno di squadra fino allo scorso anno nel MotoAmerica, ndr) posso dire che non è un pilota facile da battere e sono molto curioso di vedere cosa farà il prossimo anno. Penso sarà difficile per lui perchè le moto sono completamente diverse, è tanti anni che guida una SBK mentre dovrà adattarsi a guidare una moto più simile ad un 600. Ho corso con lui fin da giovanissimo e anche con le 600 è andato forte, quindi penso che dopo un periodo di adattamento sarà competitivo.

Anche i nostri lettori hanno avuto spazio per poter fare a Gerloff alcune domande. Tra queste ovviamente non poteva mancare quella relativa alla possibilità di passare in Aprilia MotoGP e quale moto sceglierebbe tra Ducati e Yamaha. La risposta del giovane americano in altri tempi si sarebbe definita...democristiana.

Sono tutte belle moto, ma ho un ottimo rapporto con tutti in Yamaha e sono grato a loro per aver creduto in me. Spero di andare in MotoGP con loro e di poter chiudere la mia carriera da pilota Yamaha". Su un suo possibile futuro in MotoGP ha aggiunto: “Mi piacerebbe accadesse, il mio obiettivo è arrivare in MotoGP al 100%. Quindi il prossimo anno cercherò di fare i migliori risultati possibili, in modo che possa mettermi nella posizione migliore per cui Yamaha possa considerarmi come un pilota che sta crescendo e mi dia una chance in MotoGP. L’importante per me è andarci per i miei risultati e non solo per la mia nazionalità.

Per chiudere abbiamo chiesto a Gerloff chi, tolto Jonathan Rea, è l’avversario più tosto in griglia e quali sono invece tre piloti con cui avrebbe piacere a passare una serata per divertirsi: “Toprak Razgatlioglu. Senza ombra di dubbio è un pilota incredibile, ogni volta che lo vedo in moto rimango impressionato. Soprattutto nelle frenate, è incredibile quanto freni forte. Ogni volta che confronto i dati nel box mi metto le mani nei capelli e non riesco a capire come faccia. L’anno prossimo sarà uno dei più veloci ed avendo la stessa moto sarà un bello stimolo. La seconda domanda è più difficile perchè conosco tutti i piloti ma non così bene come amici. Sicuramente direi Federico Caricasulo, il mio compagno di squadra di quest’anno, penso sia uno dei più divertenti del paddock. Poi penso che Chaz Davies sia molto divertente e anche Alex Lowes. Sceglierei loro tre probabilmente.”

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=Ue21AlsmTiA[/embed] Mathias Cantarini