Pronostici parzialmente rispettati, diversi colpi di scena e qualche brivido. Il primo terzo di gara della 24 Ore di Le Mans è volato con la Toyota nel ruolo di lepre, grazie all'equipaggio della #7 che ha ereditato il comando dopo alcuni guai accusati dalla vettura gemella. Entusiasmante il duello nella GTE Pro tra Ferrari e Aston Martin, mentre nella LMP2 è la G-Drive #26 a recitare un ruolo da protagonista.

1°-4° ORA

La prima fase di gara ha visto da subito le due TS050 Hybrid in fuga. A tentare di scalfire il predominio giapponese ci ha pensato subito dopo il via Bruno Senna, il quale con la sua Rebellion si era portato momentaneamente in seconda posizione. Dopo il primo pit-stop, Buemi ha riportato la #8 alle spalle del fuggitivo Conway, poco prima di accusare una foratura lenta che comunque non ha fatto perdere allo svizzero troppo tempo.

Alle spalle delle due Toyota e delle Rebellion, a farsi notare in quinta piazza assoluta ci ha pensato la ByKolles #4 di Dillmann e Webb, nella consapevolezza di non poter comunque tenere il passo dei rivali al comando della corsa.

In LMP2 le Oreca hanno preso in mano le redini della corsa con Albuquerque e Brundle, mentre la GTE Pro ha regalato da subito scintille, con Calado abile a soffiare la leadership al poleman Bruni subito dopo il via e capace di regalare un bel duello con i compagni di squadra della AF Corse.

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4° - 8° ORA

La serata di gara ha quindi confermato la fuga solitaria delle due Toyota, almeno fino a quando poco prima della settima ora di gara la #8 ha accusato un problema all'impianto frenante, riuscendo a rientrare e cedendo solo temporaneamente la seconda piazza alla Rebellion #1.

Grosse difficoltà in LMP2 per la Jackie Chan #37 di Aubry, il quale ha perso la leadership e con ogni probabilità anche la chance di giocare per la vittoria. Via libera per la G-Drive #26, mentre in GTE Pro continua a tenere banco la sfida Ferrari-Aston Martin: la #51 del Cavallino è ancora in testa, anche se i rivali della scuderia britannica non mollano.

Il tutto dopo circa una mezz'ora di pioggia, che in gran parte ha scombussolato i piani esistenti. A fare da contorno anche un paio di botti pesanti: tra di essi quello della #30, senza nessuna conseguenza dal punto di vista fisico per il pilota.

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Marco Privitera