Oggi compie 80 anni Mario Andretti, un pilota che può essere definito l’eroe dei due mondi, visti i successi che ha ottenuto sia nel Vecchio che nel Nuovo Continente. L’unica vittoria che non è riuscito a conquistare nella sua lunga carriera è la 24 ore di Le Mans, che gli è sempre sfuggita e gli ha negato la possibilità di ottenere il triple crown.

GLI INIZI DELLA CARRIERA

Mario Andretti è nato a Montona, in Italia, il 28 febbraio 1940. La passione di Mario per le corse nasce a Monza, quando vede Ascari correre nel Gran Premio d'Italia. L'anno seguente la sua famiglia emigra negli Stati Uniti, stabilendo la nuova residenza a Nazareth, in Pennsylvania.

Sei anni dopo il suo trasferimento in America, Mario comincia a correre sugli ovali a Nazareth, su una vecchia Hudson insieme al fratello Aldo. Questo fino a quando un incidente non mette fine alla carriera di quest'ultimo.

Mario continua a gareggiare e nel 1963 vince due gare nella categoria midget, mentre l'anno successivo comincia a gareggiare nelle gare Sprint della USAC e nella Indy.

Andretti partecipa l'anno successivo alla 500 miglia di Indianapolis ottenendo il terzo posto e il premio Rookie of Year, centrando il titolo anche nel campionato USAC che conquisterà anche l'anno successivo.

I PRIMI SUCCESSI

Questo è solo l'inizio della carriera dell'italo-americano, che tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta ottiene tre vittorie alla 12 ore di Sebring ('67, '69 e '70) e una alla 500 di Daytona.

Nel 1967 Mario Andretti partecipa alla prima 24 ore di Le Mans della sua carriera insieme a Lucien Bianchi, che si conclude con un ritiro. L’italo-americano ci riproverà anche l’anno successivo, ma anche questo sarà un buco dell’acqua.

Nel 1968 ha la possibilità di fare il suo debutto in Formula 1 con una Lotus 49B sul circuito di Watkins Glen. Ottiene subito la pole position, ma durante la gara è stato costretto al ritiro per problemi alla sua monoposto.

L'anno successivo Mario Andretti aggiunge alla sua lista di vittorie la 500 miglia di Indianapolis e ottiene per la terza volta il successo nel campionato USAC, oltre alla vittoria nella Pikes Peak Hill Climb. Partecipa a tre gare di Formula 1 con la Lotus, ma tutte finiscono con un mesto ritiro.

Andretti continua ad avere un forte interesse per la Formula 1 e firma un contratto con la March nel 1970: ottiene il terzo posto in Spagna, mentre in America conquista la vittoria delle 12 ore di Sebring con Giunti e Vaccarella.

IL CONTRATTO CON FERRARI

Viene quindi notato da Enzo Ferrari che decide di fargli firmare un contratto con la Ferrari. Ottiene la vittoria nella gara inaugurale in Sud Africa, ma dopo questo successo Andretti e la Ferrari ottengono solo alcuni punti iridati, senza essere veri e propri contendenti al titolo. Risultati migliori li ottiene in America, dove nel 1972 conquista la vittoria alla 12 ore di Sebring e alla 6 ore di Daytona.

Andretti decide di prendersi un anno sabbatico dalla Formula 1 e di tornare in America. Solo alla fine del 1974 torna in Formula 1 con il team americano Parnelli, ottenendo il settimo posto in Canada e il ritiro nel Gran Premio degli Stati Uniti.

La stagione successiva inizia con Andretti che si alterna al via tra la Lotus (Brasile) e con Parnelli (Sud Africa e Stati Uniti Est), per poi trasferirsi in maniera definitiva alla corte di Chapman. Sarà proprio l’italo-americano a riportare la Lotus alla vittoria nel Gran Premio del Giappone, interrompendo un digiuno di 31 gare e ottenendo anche la pole position.

LA LOTUS MONDIALE

L’anno successivo vede il suo debutto la Lotus 78, figlia del genio di Colin Chapman e che sfrutta l’effetto suolo. Con in mano la 78, Mario Andretti ottiene il terzo posto nel campionato piloti, con tre vittorie e nove pole position.

Al volante dell'eccezionale modello 79, Andretti si laurea campione del mondo al termine della stagione 1978 con 6 vittorie e 8 pole position, in una stagione resa comunque triste dalla scomparsa del suo compagno di squadra Ronnie Peterson a Monza.

I due anni successivi con la Lotus si rivelano deludenti per Andretti, poiché nel 1979 ottiene solo un podio nel Gran Premio di Spagna, per poi essere tagliato fuori dalla difesa del titolo iridato. Nel 1980 ottiene solo un punto nell’ultima gara, corsa nel Gran Premio degli Stati Uniti Est.

Dopo questa stagione deludente, Mario Andretti lascia la Lotus e si accasa con l’Alfa Romeo, riuscendo ad ottenere punti solo nella gara d’esordio.

Il 1982 è l’ultimo anno di Andretti in Formula 1. Disputa il Gran Premio degli Stati Uniti con la Williams concludendo con un ritiro, per poi essere chiamato da Enzo Ferrari per sostituire Didier Pironi nel Gran Premio d’Italia. Il pilota alla vigilia rassicura Enzo Ferrari, dicendo che avrebbe fatto la pole position: in qualifica mantiene la promessa, facendo la pole e terminando la gara al terzo posto.

Corre per la Ferrari anche la gara successiva, il Gran Premio di Las Vegas, che conclude con un ritiro e che pone fine così alla sua avventura in Formula 1.

DOPO LA FORMULA 1

Nello stesso anno in cui termina la carriera in Formula 1, Andretti decide di tornare alla 24 ore di Le Mans dopo quindici anni, ma viene squalificato per irregolarità tecnica. Ritorna alla competizione anche l’anno successivo, quando ottiene il terzo posto assoluto.

Nel 1984 ottiene la vittoria nel campionato CART e continua a correre regolarmente fino al 1994, quando si ritira dall'attività agonistica a tempo pieno.

Andretti riprova fino al 2000 ad ottenere la vittoria alla 24 ore di Le Mans ed ottenere il triple crown, ma la vittoria sul circuito della Sarthe gli sfuggirà sempre e il suo miglior risultato sarà il secondo posto ottenuto nell'edizione del 1995.

Questo comunque non toglie nulla ad una carriera straordinaria, ad un pilota d'altri tempi che rappresenta una vera icona nel panorama dell'automobilismo mondiale.

Chiara Zaffarano