Questo è il riassunto di quanto stia succedendo in una categoria che a Misano ha dimostrato di essere fuori controllo: la Supersport 300 è una competizione delle due ruote nata nel 2017 come classe entrante delle derivate di serie.

Una Classe che cambia continuamente 

Nella prima stagione i piloti in pista corrono con svariate moto: Honda Cbr 500, Yamaha R3 e Kawasaki Ninja 300. Da come si può evincere le cilindrate delle moto non sono uguali, Dorna per cercare di pareggiare i conti tra i centauri mette in atto una sorta di bilanciamento delle prestazioni, salvo poi cambiare ogni battito di ciglia questi valori. Nelle stagioni successive va in pensione la Honda ed arriva la Ktm Rc 390. Dal 2017 la distribuzione geografica dei titoli vede tre per la Spagna ed uno per l'Olanda.

La Supersport 300 è davvero formativa?

Dei piloti che hanno corso in questa categoria solamente lo spagnolo Manuel Gonzalez sta riuscendo ad emergere nella classe superiore, la Supersport 600, per merito del suo immenso talento. Galang Hendra Pratama, Andi Verdoia sono altri due ragazzi che hanno fatto il salto con moto più grandi e non hanno avuto grandi risultati, anzi il francese ha ottenuto un successo a Barcellona in una gara pazza, salvo poi cadere e arrivare nelle posizioni di rincalzo svariate volte. Questi risultati hanno portato il ragazzo di Nizza addirittura a cambiare categoria. La sensazione è che la 300 non sia per nulla formativa.

Un grande problema: le cadute

In queste gare solitamente regna l’equilibrio a causa delle moto e della poca esperienza che taluni piloti hanno. Equilibro significa molti piloti racchiusi in pochissimi millesimi di secondo e quindi tante battaglie. Poca esperienza invece implica tanti errori e cadute, come quelle che nel fine settimana a Misano ci hanno fatto spaventare non poco. Gli incidenti purtroppo sono all’ordine del giorno in ogni competizione che i giovani ragazzi corrono fin dal 2017. A Misano, però, si è raggiunta l'apoteosi dei rischi e dei crash.

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Piloti, condotta di gara sconsiderata!

Queste cadute purtroppo sono causate quasi sempre da tentativi di sorpasso azzardati, in punti non consoni, con cambi di traiettoria che mettono in pericolo l'incolumità dei centauri. Duole non poco farlo, ma bisogna ricordare che poco più di quattordici giorni fa è morto un ragazzo in Moto3 e, se si dovesse continuare così, si rischia di fare il bis.

Come "metodo educativo" per i centauri più spericolati si dovrebbe pensare a sanzioni durissime come una squalifica di quattro o cinque weekend. Giusto per far passare la voglia di fare "cavolate" a livello seriale, visto che questo precluderebbe la possibilità di fare risultati in campionato.

Troppi piloti ammessi alla partenza

Quarantaquattro piloti in griglia sono veramente troppi, arrivare tutti aperti alla Variante del Parco al primo giro è da mani sugli occhi per i tanti rischi inutili. Si dovrebbe ammettere un numero minore di piloti e con dei criteri severi di scelta. Ad esempo avere certi risultati nei campionati nazionali di categoria.

Nella giornata di Domenica 13 giugno sul tracciato di Misano abbiamo assistito ad una gara che è partita con quaranta piloti, dove almeno la metà, per tutta la durata della corsa, ha corso in maniera border-line e francamente discutibile. Del resto i numeri parlano chiaro: solo venticinque piloti al traguardo. La speranza è che i ragazzi coinvolti negli incidenti si riprendano bene, per quanto alcuni di questi incidenti abbiano avuto delle dinamiche molto serie.

Questo articolo di critica è stato fatto per il bene del nostro sport e di una categoria che potrebbe divenire più interessante, se valorizzata meglio. Per valorizzarla serve chiarire gli intenti, pianificare e prendere decisioni, per quanto queste possano risultare antipatiche. Lo sport delle due ruote e la categoria stessa hanno bisogno di tutto questo.

Giacomo Da Rold