Parlare di Riccardo Patrese non significa solamente fare riferimento al pilota italiano con più Gran Premi di Formula 1 all'attivo (ben 256 tra il 1977 e il 1993) ma anche parlare di uno dei maggiori protagonisti di un'epoca del Circus in cui talento, astuzia e perseveranza contavano ancora più del denaro.

A tal proposito, vale la pena citare le parole con cui Enzo Ferrari, nel suo libro “Pilota che gente”, all'epoca descrisse il coriaceo padovano: Patrese alterna corse molto belle a prestazioni criticate dai suoi colleghi. E' un pilota molto capace e nessuno, sia in prova che in gara, gli mette soggezione. Ha accumulato una lunga esperienza, ma fino ad ora, anche in squadre di prima grandezza, ha ottenuto meno successo di quanto meriterebbe”.

Riccardo Patrese nasce il 17 aprile 1954 a Padova.

Sin da piccolo viene contagiato dalla passione per la velocità dal padre e del fratello maggiore, e proprio con il kart di quest'ultimo comincia a correre nel 1965 a 11 anni. Insieme alle gare pratica nuoto e sci. Comincia a gareggiare seriamente nei kart nel 1970 e due anni vince dopo il Campionato italiano nella classe 100 e si piazza quarto al Mondiale di Kalmar in Svezia, ottenendo il premio "Pilota d'oro" del karting.

Nel 1973 ottiene il titolo nel Campionato europeo a squadre insieme ai piloti Pietro Necchi, Gabriele Gorini e Eddie Cheever, conquistando il nono posto al Mondiale di Nivelles in Belgio. Nello stesso anno gli viene conferita la medaglia d'argento al valore atletico del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. L'anno dopo bissa il successo della stagione precedente, conqistando l'Europeo a squadre con lo stesso team con cui aveva vinto la precedente edizione. Oltre a questo successo, diventa campione del mondo di Kart battendo Eddie Cheever sul circuito dell'Estoril in Portogallo. Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano gli assegna la Medaglia d'oro al valore atletico.

Nel 1975 rifiuta l'offerta della Federazione Italiana Karting di guidare una monoposto per il Campionato di Formula Italia, preferendo affidarsi alla Scuderia Nettuno di Bologna. Nel corso del campionato ottiene la vittoria sui circuiti di Vallelunga, Imola e Mugello e grazie a numerosi piazzamenti sul podio termina il campionato al secondo posto preceduto da un altro pilota italiano: Bruno Giacomelli.

L'anno dopo prova a mettersi in contatto con Enzo Osella e Giampaolo Pavanello per correre in Formula 3 ma senza successo; viene però contattato da Jacopo Trivellato, titolare del Trivellato Racing Team che con la nuova Chevron gli consente di partecipare al campionato italiano ed a quello europeo di Formula 3. Vince le gare di Zandvoort, Pergusa, Kassel-Calden, Magione e il Gran Premio della Lotteria all'Autodromo di Monza, arrivando a podio in altre otto occasioni. Con questi risultati, il team Trivellato Racing Team decide non solo di confermarlo ma anche di promuoverlo in Formula 2. Conclude l'anno ottenendo il Casco d'oro da Autosprint.

Nel 1977 Patrese debutta al volante della Chevron del Trivellato Racing Team nel Campionato europeo di Formula 2, dove trova come avversari Giacomelli, Arnoux, Pironi e Cheever. Ottiene subito buoni piazzamenti tra cui il terzo posto ad Hockenheim. Il primo maggio, sullo storico e pericoloso circuito del Nürburgring, segna la pole position ma è costretto al ritiro in gara. Alla fine della stagione, dopo aver ottenuto altri quattro podi, ottiene il quarto posto nel Campionato Europeo e il primo posto in quello italiano. Nel mese di novembre, inoltre, vince il Gran Premio JAF di Formula 2 sul Circuito di Suzuka e nel Gran Premio di Macao ottiene la pole position e la vittoria.

L'eccezionale prestazione del Nürburgring non era nel frattempo rimasta inosservata, visto che i vertici della scuderia americana Shadow decidono di chiamare Riccardo in Formula 1 per sostituire un altro pilota italiano: Renzo Zorzi. Il debutto avviene nel Gran Premio di Montecarlo al volante della DN9: ottiene la 15° posizione in griglia e il nono posto finale in gara. Dopo tre ritiri di fila negli appuntamenti di Belgio, Francia e Inghilterra, ottiene il 10° posto in Germania e il 13° posto in Ungheria. Si ritira al Gran Premio d'Italia e nel Gran Premio del Giappone ottiene il suo primo punto in carriera, giungendo sesto.

Al termine della stagione, i soci Rees, Oliver, Southgate e lo sponsor principale Ambrosio, abbandonano la Shadow per fondare la Arrows, un nuovo team che avrebbe partecipato al Campionato mondiale di Formula 1 dalla stagione successiva, con Riccardo Patrese in qualità di pilota: il padovano rinuncia anche ad un contratto offertogli dalla scuderia Williams. Patrese disputa quindi la stagione 1978 con la Arrows FA1-Ford. Dopo il decimo posto in Brasile, Riccardo si ritira per problemi al motore al Gran Premio del Sudafrica quando era in testa alla gara. Dopo questa prestazione viene prima contatto dalla Ferrari per sostituire Gilles Villeneuve (in seguito confermato dal Cavallino) ed in seguito dalla Brabham e dall'Alfa Romeo in vista della stagione 1979.

Ottiene il sesto posto sia nel Gran Premio degli Stati Uniti sia a Montecarlo. Dopo due ritiri in Belgio e Spagna, sale per la prima volta sul podio con il secondo posto nel Gran Premio di Svezia, alle spalle della Brabham col "ventilatore" di Niki Lauda. Ottiene l'ottavo posto in Francia, si ritira a Brands Hatch e dopo il nono posto in Germania, si ritira anche in Austria e Olanda.

Nel Gran Premio d'Italia a Monza parte in dodicesima posizione; subito dopo il via, (dato dallo starter quando le vetture delle ultime file erano ancora in movimento) si scatena però una terribile carambola che coinvolge Peterson, Hunt, Daly, Pironi, Stuck, Brambilla, Regazzoni, Depailler, Lunger e Reutemann. In seguito a questo incidente, oltre alle gravi ferite riportate da Vittorio Brambilla, lo svedese Ronnie Peterson avrebbe perso la vita il giorno seguente a causa di un'embolia gassosa. Patrese riesce a ripartire al secondo via, ma in seguito è costretto al ritiro. Dopo la gara viene accusato da alcuni colleghi (tra cui James Hunt ed Emerson Fittipaldi) di aver causato l'incidente, al punto che gli viene impedito di prendere parte al successivo Gran Premio degli Stati Uniti.

In seguito all'inchiesta scaturita per la morte di Peterson, viene indagato per omicidio colposo e rinviato a giudizio: tra i piloti che lo accusano nelle testimonianze ci sono il campione del mondo 1976 James Hunt e Arturo Merzario. Il 28 ottobre 1981 viene assolto con formula piena per non avere commesso il fatto, visto che solo dopo un'attenta indagine si scopre che l'italiano era completamente innocente.

Nel frattempo, Patrese era tornato a correre nell'ultimo appuntamento stagionale in Canada dove conclude al quarto posto, terminando la stagione all'11° posto in classifica. Il padovano partecipa anche a diverse gare in Formula 2, ottenendo il terzo posto nel Gran Premio JAF e vince per la seconda volta a Macao. Viene iscritto alla 6 ore di Silverstone dalla Osella ma non prende parte alla gara, mentre corre il Giro automobilistico d'Italia con Sodano e Pozzetto giungendo quarto e primo di categoria.

L'anno successivo con la A1B ottiene punti solamente con il quinto posto ottenuto nel Gran Premio del Belgio e il quarto posto ottenuto nel Gran Premio Dino Ferrari, gara non valida per il campionato. Nello stesso periodo entra a far parte della Lancia Corse, e insieme a Walter Rohl porta al debutto la Beta Montecarlo Turbo alla 1000 km di Silverstone, ma i due sono costretti al ritiro; alla Sei Ore di Pergusa (dove partecipa con Facetti), arriva secondo assoluto e primo del Gruppo 5, mentre al Giro d'Italia sono squalificati.

Nel 1980 continua in Formula 1 a correre per la Arrows e con la nuova A3-Ford ottiene il sesto in Brasile ed il secondo nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest. Dopo questi due risultati non riesce più a entrare nella zona punti concludendo il campionato al nono posto con sette punti ottenuti. Con la Lancia prende parte a sette gare del Campionato Marche con la Beta Montecarlo Turbo, alternandosi alla guida con i piloti Walter Rohrl, Eddie Cheever e Hans Heyer. Ottiene la vittoria assoluta alla 1000 km di Brands Hatch, al Mugello, a Watkins Glen e nel Gruppo 5 a Vallelunga, contribuendo alla conquista del titolo costruttori della Lancia. Vince il Giro Automobilistico d'Italia e disputa una gara nel Campionato Production Car con una M1 della BMW, concludendo nono sul circuito di Imola.

L'anno dopo, l'ultima stagione con la Arrows di Patrese è caratterizzata da molti ritiri ed il padovano riesce ad ottenere punti in soli due appuntamenti: in Brasile con il terzo posto e a Imola con il secondo. In Endurance, la Lancia Montecarlo viene prese in gestione dalla Martini Racing e nuovamente conquista il mondiale Marche. Riccardo vince insieme a Michele Alboreto la Sei Ore di Watkins Glen. Per quanto riguarda la Formula 1, dopo un'altra stagione deludente, Patrese decide di passare alla Brabham per l'annata 1982.

Comincia la stagione ottenendo il podio nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest e dopo non aver partecipato alla gara a Imola (per la guerra tra Fisa e Foca) ed essersi ritirato in Belgio, Riccardo ottiene la sua prima, rocambolesca vittoria (è difatti l'unico pilota a tagliare il traguardo) in Formula 1 nel Gran Premio di Montecarlo, diventando il primo italiano a trionfare nel Principato (22 anni dopo Jarno Trulli avrebbe ottenuto la sua unica vittoria in carriera). Riccardo decide di dedicare la vittoria a Gilles Villeneuve, prematuramente scomparso durante le prove del Gran Premio del Belgio. Dopo il ritiro nel Gran Premio degli Stati Uniti Est, ottiene un altro podio in Canada e dopo aver terminato in 15° posizione il Gran Premio d'Olanda, si ritira nelle successive quattro gare (Inghilterra, Germania, Austria e Olanda). Ritorna a punti nel Gran Premio di Svizzera (corso però a Digione) e si ritira nelle ultime due gare della stagione. Conclude al 10° posto nel campionato piloti con 21 punti.

Nel Mondiale Endurance, la Martini Racing schiera la Lancia LC1-Gruppo 6. Si ritira alla 1000 km di Monza, mentre ottiene la vittoria nella 1000 km di Silverstone con Michele Alboreto. Durante le prove della 1000 km del Nürburgring, Patrese rimane protagonista di un brutto incidente, dove la vettura per colpa della perdita di aderenza su un dosso finisce ruote all'aria. E' lo stesso Alboreto ad aiutare i commissari ad estrarre Riccardo dalla vettura; egli non riporta conseguenze, e infatti Patrese partecipa regolarmente alla gara, ma la sua vettura fu costretta al ritiro. Lui però sale sulla LC1 di Alboreto e Fabi vincendo la gara. Si ritira per problemi elettrici alla 24 Ore di Le Mans, successivamente è terzo assoluto e primo nel Gruppo 6 alla 1000 km di Spa, mentre si ritira alla 1000 km di Mugello dopo essere partito in pole position. Nella 6 Ore del Fuji è primo del Gruppo 5 con Fabi e nel Gruppo 6 alla 1000 km di Brands Hatch. Chiude questa stagione al secondo posto dietro a Jacky Ickx.

La seconda stagione con la Brabham in Formula 1 è caratterizzata, come quella precedente, da molti ritiri. Riccardo riesce a concludere solo cinque gare di cui soltanto due a punti: ottiene il terzo posto in Germania ma si toglie la soddisfazione di conquistare la vittoria nell'ultimo appuntamento stagionale in Sud Africa. Il successo per lui sarebbe potuto arrivare anche nella gara di casa a Imola, ma a pochi giri dal traguardo mentre è in testa commette un errore e va a sbattere alle Acque Minerali. Il pubblico di fede ferrarista lo fischia impietosamente, mentre la Rossa di Tambay vola verso il successo. Conclude la stagione al nono posto con 13 punti, mentre Nelson Piquet (suo compagno di squadra) vince il suo secondo titolo iridato.

Nel Mondiale Endurance guida per la Martini Racing con la Lancia LC2-Gruppo C, ottenendo il nono posto alla 1000 km di Monza con Alboreto e ritirandosi a Silverstone e al Nürburgring. Ottiene il settimo posto alla 1000 km di Spa con Fabi e conclude la stagione con il secondo posto alla 1000 km di Kyalami in coppia con Alessandro Nannini.

Patrese cambia team passando all'Alfa Romeo, ma la stagione 1984 è quasi una fotocopia della stagione precedente con Riccardo che riesce a concludere solo sei gare di cui tre a punti. Ottiene il terzo posto in Italia, il quarto in Sud Africa e il sesto nel Gran Premio d’Europa.

Con la Lancia LC2 si ritira alla 1000 km di Monza e a quella di Silverstone, dove partiva in pole position. Ottiene la dodicesima posizione al Nürburgring e dopo aver ottenuto la pole position alla 1000 km di Imola si ritira, mentre vince la 1000 km di Kyalami in coppia con Nannini.

L’anno successivo si rivela il peggiore nella carriera di Patrese in Formula 1: il padovano non ottiene nessun punto iridato e il suo miglior risultato è il nono posto conquistato a Silverstone e a Brands Hatch.

Continua a correre con la Martini Racing nel mondiale Endurance al volante della Lancia C2. Dopo il ritiro alla 1000 km del Mugello, ottiene il terzo posto sia a Monza che a Silverstone. Si ritira alla 1000 km di Hockenheim, mentre alla 1000 km di Spa ottiene la pole position e la vittoria insieme a Bob Wollek e Mauro Baldi, finendo poi al sesto posto la 6 ore di Brands Hatch.

Nel 1986 decide di tornare a correre per la Brabham, ma la stagione si rivela ancora un calvario per Patrese, alle prese con la "sogliola" disegnata da Gordon Murray: riesce a terminare solo quattro gare ottenendo punti con il sesto posto nel Gran Premio del Sud Africa e negli Stati Uniti. Come se non bastasse, la stagione è funestata dall'incidente mortale che vede coinvolto il compagno di squadra di Riccardo, il romano Elio De Angelis, nel corso dei test svoltisi a maggio sul circuito del Paul Ricard. Conclude il campionato al 17° posto con due punti.

Continua a correre con la Brabham anche nel 1987, ma anche questa stagione è caratterizzata dai ritiri che gli permettono di concludere sei gare con la BT56 e ad ottenere punti con il quinto posto in Ungheria e il terzo in Messico. Nell'ultima gara, il Gran Premio d'Australia, sostituisce Nigel Mansell alla Williams (con cui ha nel frattempo firmato un contratto per correre nelle seguenti stagioni) terminando la gara al nono posto.

Nella stessa stagione, con una BMW M3 del team CiBiEmme partecipa in coppia a Johnny Cecotto alla 500 km di Monza vincendo, ma in seguito vengono squalificati per vettura irregolare come le altre M3 presenti a quella gara. Partecipa alla 500 km di Imola, gara valida per il campionato europeo turismo con Cecotto, ma dopo aver centrato la pole in qualifica è costretto al ritiro.

Nel 1988 corre la sua prima stagione con la Williams, la quale schiera la FW12 motorizzata dai motori Judd, ottenendo punti in Australia con il quarto posto, il quinto in Spagna ed il sesto a Montecarlo, Ungheria e in Giappone. Conclude la stagione all'11° posto in classifica con otto punti.

Prende parte contemporaneamente al campionato italiano di Superturismo guidando l'Alfa 75 Turbo dell'Alfa Corse. Ottiene il secondo posto a Vallelunga e Monaco, per poi ottenere la pole position e vincere a Magione, ritirarsi a Monza e terminare in 18° posizione la gara di Imola. Al volante di un'Alfa 75 Turbo IMSA del team ufficiale Alfa in coppia con Miki Biasion e Tiziano Siviero vince il Gran Premio Automobilistico d'Italia.

L’anno successivo la Williams abbandona i motori Judd per passare al più competitivo Renault V10, che spinge la FW12C e successivamente la FW13. Patrese ottiene il secondo in Messico, Stati Uniti, Canada e Giappone, il terzo in Francia e Australia ed il quarto in Germania e Italia. Conclude la stagione in terza posizione, dietro soltanto al'invincibile duo Mclaren, formato da Prost e Senna.

Nel 1990 Riccardo disputa il campionato con la FW13-Renault, monoposto con cui ha corso anche nelle ultime gare della stagione precedente. Con questa monoposto vince a San Marino (prendendosi così una piccola rivincita rispetto ai fischi di sette anni prima), arriva quarto in Ungheria e Giappone, quinto in Germania, Italia e Spagna e conclude sesto in Francia e Australia.Termina la stagione al 7° posto con 23 punti totalizzati.

L’anno successivo la Williams schiera la competitiva FW14 alimentata sempre dai motori Renault. Nel corso della stagione, Riccardo conquista il successo in Messico e Portogallo; è poi secondo in Brasile e Germania, terzo in Canada, Ungheria Spagna e Giappone e quinto in Francia, Belgio e Australia. Termina il campionato al terzo posto con 53 punti.

La stagione 1992 è l'ultima stagione di Riccardo con la scuderia inglese, la quale schiera la formidabile FW14B motorizzata Renault e dotata delle sospensioni attive. Ottiene la vittoria in Giappone (che sarà l’ultima ottenuta in Formula 1 per l’italiano), arriva secondo in Sud Africa, Messico, Brasile, San Marino, Francia e Gran Bretagna, terzo in Montecarlo e Belgio e quinto in Italia. Termina secondo nella classifica piloti con 53 punti dietro al compagno di squadra Nigel Mansell che diventa campione del mondo. La stagione però regala a Riccardo anche delle disavventure: a Imola, nei test pre-gara, è autore di un pauroso schianto alla curva del Tamburello, senza però riportare danni fisici; all'Estoril, nel corso del 43° giro di gara, la sua Williams decolla a 280 Km/h dopo aver tamponato la McLaren di Berger, il quale era rientrato ai box senza segnalare. Anche questo incidente si risolve però soltanto con un grande spavento per il pilota padovano, che a fine gara accusa senza mezzi termini il collega: "Una manovra da criminale" avrebbe dichiarato.

Per la stagione successiva, Patrese si accorda con la Benetton, la quale può già contare sul giovane astro nascente Michael Schumacher. Corre con la B193A e poi con la B193B: nella sua ultima stagione ottiene il secondo posto in Ungheria, il terzo in Gran Bretagna, il quarto in Spagna , il quinto in Europa, Germania e Italia ed il sesto in Belgio. Al termine dell'annata, Patrese si ritira dopo 17 stagioni in Formula 1 e 256 gare disputate nel Mondiale. Un record rimasto imbattuto fino al 2008, quando Rubens Barrichello passò in testa a questa speciale classifica raggiungendo poi la quota di 323 gare disputate che rappresenta ancora oggi un primato.

Dopo due anni dal suo ritiro dalla Formula 1, prende parte alla Super Tourenwagen Cup con la Ford Mondeo 4x4 del team Team Schübel senza ottenere buoni risultati. Nel 1995 fa un test sul circuito di Silverstone con la Williams FW18-Renault, riuscendo a ottenere un buon tempo che lo avrebbe proiettato al quinto posto nel Gran Premio di Silverstone, a un secondo dalla pole position realizzata in quell'occasione da Damon Hill.

Nel 1997 decide di tornare alla 24 Ore di Le Mans insieme a Eric Van de Poele e Aguri Suzuki, per guidare la Nissan R390 GT1 della squadra ufficiale Nissan. Dopo essersi qualificati in quarta posizione, l'equipaggio si ritira per problemi al cambio.

Nel 2005 partecipa a una gara del Grand Prix Masters, campionato riservato ai piloti che si sono ritirati alle competizioni, sul circuito di Kyalami con il Team Goldpfeil: si qualifica terzo e termina la gara in terza posizione.

Nel 2006 partecipa a due gare del Grand Prix Masters per il Team INA, ottenendo il 10° posto a Losail e il sesto posto a Silverstone.

Due anni più tardi ritorna nuovamente in pista per un test con una vettura di Formula 1, la Honda RA107 sul circuito di Jerez La Frontiera, portando a termine 20 giri.

E' un calciatore della Nazionale Piloti, attività di cui è membro dal 1980, anno della fondazione della squadra. Nel 2011 ha ricevuto il Premio Fair Play per l'impegno sociale.

Luogo e data di nascita Padova (Italia) - 17 Aprile 1954
Debutto in F1 Gp Monaco 1977
Gp disputati 256
Vittorie 6
Pole Position 8
Giri veloci 13
Miglior risultato 2° (1992)
Stagioni di attività 1977-1993
Scuderie Shadow, Arrows, Brabham, Alfa Romeo, Williams, Benetton


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