GP Abu Dhabi
Credits: Area Media Pirelli Motorsport

Le qualifiche del GP Abu Dhabi hanno consegnato un verdetto netto ma per nulla decisivo: Max Verstappen ha conquistato la pole position con un giro strepitoso, Lando Norris ha risposto con la lucidità del leader vero, mentre Oscar Piastri ha completato un podio virtuale che promette un finale di Mondiale incandescente.

Un Q3 da brividi: Max ha martellato, Lando ha tenuto botta

È stata una sessione compressa, feroce, senza un secondo per respirare. Esattamente ciò che ci si aspettava da un sabato che ha aperto ufficialmente l’ultimo capitolo della stagione. Quando la pista è diventata davvero veloce, nell’ultimo segmento di qualifica, Verstappen ha tirato fuori una prestazione da fuoriclasse, firmando un 1:22.207 che ha gelato per un attimo il box McLaren. Un giro perfetto, letteralmente: ingresso in curva 5 chirurgico, settore centrale da manuale, ultimi due tornanti senza un filo di correzione.

Lando Norris ha risposto. Non con il colpo di reni del poleman, ma con la maturità del pilota che sa cosa si sta giocando. Ha messo insieme un giro solido, pulito, senza rischiare più del necessario, gestendo la situazione e lasciando intendere che è la gara il suo obiettivo principale.

Oscar Piastri ha completato la seconda fila con un giro molto simile a quello del compagno, ma privo di quel decimo che in Q3 fa la differenza, mostrando a differenza di altre situazioni nervi molto saldi: una dote che sarà fondamentale alla partenza.

GP Abu Dhabi
Credits: Account X McLaren F1 Team

McLaren veloce, Red Bull astuta, tensione alle stelle

Le prove libere avevano già disegnato un copione ben riconoscibile. Norris aveva dominato le FP1 e le FP2 con una McLaren reattiva e incollata all’asfalto, mentre Verstappen aveva osservato in silenzio, a un paio di decimi da tutti. in sintesi: McLaren più “calda” nei long run, Red Bull più affilata nel giro secco. E infatti la qualifica ha confermato proprio quello: Max ha colpito quando contava, con la precisione di chi è abituato a giocarsi il Mondiale all’ultima gara, sfuggendo con la sua proverbiale abilità ad una palpabile tensione che si avvertiva già nel Q1 e nel Q2, in cui Norris era sembrato più controllato rispetto a Verstappen e Piastri, più votato all'attacco e al rischio. Cosa che, poi, ha effettivamente raccontato la pista.

GP Abu Dhabi
Credits: Area Media Pirelli Motorsport

Max Strepitoso

La Q1 è scivolata via senza colpi di scena, tranne per l’eliminazione di Hamilton, che ha sbagliato il timing nel traffico e ha compromesso l’ultimo settore. Nella seconda parte della qualifica i giochi si sono ristretti: McLaren ha mostrato un passo più regolare, Red Bull ha tenuto i motori caldi senza forzare troppo. Poi è arrivata Q3, ed è lì che la qualifica ha preso fuoco. Verstappen ha iniziato con un primo giro lanciato molto forte (anche grazie alla scia offerta da Tsunoda), poi ha limato ancora nel tentativo finale, non sbagliando praticamente nessun settore del tracciato di Yas Marina. Semplicemente… mostruoso.

Norris ha risposto con una danza precisa e pragmatica: nessun rischio inutile, nessun tentativo disperato. Ha trasformato la McLaren in un bisturi e ha tagliato ogni curva con geometrie perfette, conquistando una prima fila che gli permetterà di poter gestire la situazione senza affanni particolari. E Piastri, a ruota, ha confermato l'impressione delle libere: è nel weekend giusto, ma ancora non ha quel guizzo da primo della classe.

Gli scenari per la gara

La qualifica ha acceso una miccia che può esplodere in qualunque momento: Verstappen, in pole position , ha in mano il destino della gara. Sa che deve vincere, sa che deve aggredire. Norris ha un compito diametralmente opposto: difendere, controllare, respirare. Il Mondiale è lì, a portata, ma solo se non perde la testa. Piastri è il terzo incomodo perfetto: abbastanza vicino per disturbare tutti, abbastanza libero per rischiare qualcosa. Mercedes e Ferrari possono diventare variabili pericolose nella strategia, soprattutto nei pit-stop anticipati.

Con differenze così contenute sul ritmo gara e con il degrado che a Yas Marina ha sempre giocato brutti scherzi, lo scenario più probabile è una gara lunga, tirata, senza tregua. E tutt'altro che scontata…

In conclusione il sabato di Abu Dhabi ha tracciato un solco netto: Max ha colpito, Lando ha controllato. Due modi diversi di leggere la stessa battaglia. Domani non si correrà solo un Gran Premio: si deciderà un Mondiale, un anno di equilibrio e tensione trattenuta, adesso pronto a esplodere in 58 giri.

E come sempre sarà la pista, nuda e crudele, a fare l’ultima selezione.

Vincenzo Buonpane