Nick Tombazis e Jan Monchaux, Direttore Tecnico del settore monoposto FIA
Credits: FIA Official website

Il tema relativo alla stagione F1 2026 e ai nuovi regolamenti in cantiere si sta facendo sempre più pressante ed incalzante, e anche qui sulle colonne di Livegp.it lo stiamo affrontando in diversi articoli. E non lo si fa per pura vis polemica, per una sorta di paura dell’ignoto, ma perché sembra che tanti tra i protagonisti siano quantomeno scettici, soprattutto a proposito delle nuove power unit. Le parole rilasciate in questi giorni dal responsabile tecnico della Federazione Nick Tombazis, poi, non hanno certo contribuito a rasserenare gli animi. 

Tombazis: “Regole non definitive”

Se ne sta parlando tanto, e raramente in termini positivi. I nuovi regolamenti redatti e presentati dalla Federazione per la prossima stagione continuano a non convincere e già diversi piloti hanno espresso la propria preoccupazione. Il più tranchant, in questo caso, è stato il quattro volte campione del mondo Max Verstappen, che già da un paio d’anni a questa parte lancia allarmi su allarmi. Più recentemente si sono accodati Charles Leclerc e Lance Stroll, entrambi molto preoccupati soprattutto dalle nuove power unit. Il pericolo, infatti, di dover pensare sempre più al recupero di energia in corsa, con vetture che dovrebbero rallentare in rettilineo, lascia tanti dubbi. 
In un’intervista rilasciata recentemente alla pagina internazionale di Motorsport.com, il responsabile della divisione monoposto Nikolas Tombazis è entrato nel dettaglio delle preoccupazioni del paddock F1 e sottolinea che i regolamenti sono ancora, almeno parzialmente, un cantiere in cui si lavora a pieno ritmo. Non che questo sia particolarmente rincuorante, per la verità, anche perché serpeggia la sensazione che si stia lavorando per mettere una pezza ad una problematica di fondo che potrebbe rendere le nuove PU molto problematiche da gestire. 

Se si aggiunge più energia elettrica e meno energia dal motore a combustione interna - e se la batteria non si scarica per tutta la gara, quindi se non deve durare per diversi giri - allora è chiaro che la gestione dell'energia diventa più impegnativa. È chiaro che ci sono ancora delle sfide in termini di gestione dell'energia. La maggior parte delle lamentele che sentiamo ora hanno a che fare anche con questo. A questo proposito, le regole non sono ancora definitive, sono ancora in evoluzione e sapevamo di questi problemi fin dal primo giorno. Nel momento in cui si aumenta una potenza [elettrica] e se ne riduce un'altra, si sa che ci sono problemi da risolvere, e lo stiamo facendo gradualmente. Man mano che i team sviluppano le vetture e i piloti guidano al simulatore riceviamo feedback e collaboriamo con i team e i produttori di motori. Credo che da qui all'inizio della prossima stagione cambieranno molte cose. Non dico che tutto sarà diverso, ma ci sarà sicuramente un'evoluzione e affronteremo questioni specifiche.

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Troppi problemi da risolvere in poco tempo, ma qualcuno ha pensato agli spettatori?

Se qualcuno si sente rasserenato dalle parole di Tombazis, siamo felici per lui. Dal punto di vista tecnico, non abbiamo al momento tutti gli strumenti per poter argomentare a favore o contro, quindi manteniamo una salomonica sospensione del giudizio fino a tempi più propizi. Certo è che le problematiche ad oggi sembrano essere veramente tante e non pare che le soluzioni siano a portata di mano. Il timore, stando così le cose, è che le gare diventino incomprensibili ai più a causa di una complicazione tecnica sempre più imperante

Perché è ormai chiaro che ci dobbiamo mettere il cuore in pace: tra propulsori e aerodinamica, le macchine del 2026 porteranno tante (troppe?) variabili in più in pista. La cosa brutta, e dispiace dirlo, è che ben poche di queste avranno a che fare con le abilità di guida del pilota, ma saranno gestite da un sistema di batterie, sensori e informazioni di telemetria da far invidia alla NASA. Si continua a parlare di energia, di recupero, di megajoule e di ali che si muovono su assi x e y; insomma, si fa dell’ingegneria complicatissima, con buona pace di tutti coloro che cercano in qualche modo di renderla appetibile al grande pubblico. Il quale, stando così le cose, si troverà di fronte ad una serie sempre maggiore di dati astrusi, di situazioni poco intellegibili, soprattutto dalle tribune delle piste. Come si capirà se un sorpasso sarà frutto della bravura di uno dei protagonisti o se sarà figlio di un’ala posizionata diversamente, piuttosto che di una ricarica della batteria diversa, oppure ancora di una modalità “Override” inserita o meno?

In tanti, purtroppo, si stanno dimenticando una cosa: la F1, piaccia o no, resta sempre uno sport, anche se sovrastato sempre più da interessi economici e logiche di mercato. E i protagonisti di questo sport devono continuare ad essere i piloti, non i mezzi e i regolamenti. Ad oggi, sinceramente, si fatica a capire quale direzione si voglia intraprendere in questo senso, considerando anche che spesso FIA e Liberty Media sembrano in contrasto sotto questo aspetto. Parlare di tecnica, motori, aerodinamica mobile e quant’altro, perdonateci, ma rappresenta una sconfitta per gli appassionati veri, quelli a cui di vedere i piloti impegnati in Grill the grid e amenità varie interessa ben poco. Basterebbe rimettere l’uomo al centro del discorso, invece delle power unit, ma questo, evidentemente, non interessa a nessuno. Ed è, continuiamo a dirlo, un vero peccato.

Nicola Saglia