F1 | GP Abu Dhabi: Tsunoda vs Norris poteva diventare un caso
L'episodio avvenuto al 23° passaggio è stato irrilevante per il Mondiale, ma potrebbe rappresentare un precedente importante

La domanda sorge spontanea: cosa sarebbe successo se quell’episodio del 23° passaggio tra Yuki Tsunoda e Lando Norris avesse avuto un esito diverso? E, soprattutto, se gli stewards fossero intervenuti in maniera diversa? La sensazione è che la Race Direction, memore di quanto avvenuto sulla stessa pista quattro anni fa, abbia deciso di restare fuori dai problemi.
Yuki “accompagna” Lando che passa lo stesso
La gara F1 di Abu Dhabi è stata abbastanza lineare nel suo svolgimento e questo, come abbiamo sottolineato qui, ha in pratica vanificato gli sforzi di Max Verstappen per portare a casa il quinto titolo Mondiale. Aveva bisogno di qualcosa di diverso l’olandese, di una situazione in grado di cambiare completamente le carte in tavola e che mettesse con le spalle al muro gli avversari della McLaren. A dare una mano ci ha provato, al 23° passaggio, Yuki Tsunoda, tenuto in pista a lungo dal team con gomme bianche forse anche per cercare di creare un po’ di scompiglio sulla gara di Lando Norris, fermatosi in precedenza per montare gomme bianche dopo un primo stint non troppo brillante con le medie.
Informato via radio dell’avversario, Tsunoda ha risposto con un laconico “So cosa devo fare”, prima di mettersi a controllare gli specchietti retrovisori. Giunto sul rettifilo più lungo del tracciato di Yas Marina, però, il giapponese si è ben presto accorto di poter fare poco contro il rivale, che disponeva di gomme fresche e dell’ausilio del DRS. A questo punto, per proteggere le spalle al team mate, ha iniziato a ondeggiare sempre più spesso sul dritto, costringendo Norris a forzare la propria manovra. Affiancato dall’inglese sulla propria sinistra, Yuki ha continuato a stringere, portando la McLaren fuori dalla pista, con le quattro ruote fuori dalla riga bianca che delimita lo spazio concesso ai piloti. Norris, però, non ha mollato, tenendo giù il piede e sorpassando il pilota nipponico, all’ultima uscita con i colori Red Bul, ben conscio del fatto che altrimenti avrebbe dovuto resistere al ritorno di Leclerc, con una Ferrari più pimpante del solito.
Due manovre, quelle dei due piloti, che non sono passate inosservate e che sono finite sotto la lente d’ingrandimento dei commissari, che però hanno optato per prendere due decisioni diverse, e di comminare una penalità di cinque secondi a Tsunoda e nessuna a Norris. E qui, come spesso accade, si possono aprire mille discussioni.
Tsunoda ha esagerato, ma Norris era fuori dalla pista

Una cosa è da chiarire, a proposito dell’episodio: di per sé, qualunque fosse stata la decisione presa dagli stewards, anche differente rispetto a quella effettivamente considerata, non avrebbe cambiato l’esito del Mondiale. In altre parole, Lando Norris sarebbe arrivato in terza posizione in ogni caso; difficile, infatti, pensare ad una penalità diversa dai cinque secondi inflitti al giapponese. Insomma, siamo ben lontani dalle polemiche e dai veleni di quattro anni fa tra Verstappen e Lewis Hamilton. Ma qui la questione che ci preme considerare è un’altra.
Dopo aver messo la situazione sotto investigazione, i commissari hanno deciso di penalizzare Tsunoda con cinque secondi di penalità. E, tutto sommato, non è che questo ci abbia stupito più di tanto, vista la natura del doppio movimento in rettilineo del giapponese. Anche se, a voler essere sinceri fino in fondo, proprio nello stesso punto abbiamo visto ben di peggio in passato, e non solo in F1, senza che fosse preso alcun tipo di decisione. La sensazione, sinceramente, è che il giapponese sia stato penalizzato anche “grazie” alla condotta di Norris, che non ha alzato il piede ma ha comunque deciso di tuffarsi alla sinistra del pilota Red Bull, all’interno della staccata di curva 6, peraltro ancora molto lontana. In tutta sincerità, a noi Lando in questo caso è piaciuto molto, ma il discorso è un altro.
Un dato è incontrovertibile: la McLaren dell’inglese, anche se solo per pochi secondi, è rimasta con le quattro ruote fuori dalla riga bianca proprio mentre egli stava sorpassando il rivale. Bravo il campione del mondo a tenere giù il piede, anche se in una situazione non agevole; ma in passato abbiamo visto situazioni similari, per esempio a Le Castellet, venire punite. Il tratto di asfalto esterno al tracciato, infatti, non è considerabile come pista, ma come via di fuga; a norma di regolamento, dunque, il sorpasso di Norris sarebbe stato fuori legge, in quanto effettuato fuori dalla pista propriamente detta. La manovra di Yuki ha evidentemente fatto pesare la bilancia nel senso opposto, ma è chiaro che gli stewards si sono presi una bella responsabilità in merito.
La sensazione è che, nella festa di Yas Marina, questo episodio sia scivolato via senza particolari conseguenze vista la situazione “tranquilla”, ma che allo stesso tempo avrebbe potuto essere un “caso” a tutti gli effetti. Infine, una considerazione: adesso come la mettiamo con situazioni simili? Sarà consentito il sorpasso fuori pista quando qualcuno vi verrà forzato in qualche modo? Attendiamo con curiosità le prime gare del 2026 per avere la risposta in merito.
Nicola Saglia