Una gara sorprendente. A 24 ore di distanza dalla conclusione della prima sfida stagionale, mentre team e piloti sono già in viaggio con destinazione Kuala Lumpur, analizzando a mente fredda quanto accaduto a Melbourne emergono diversi aspetti particolarmente interessanti. A partire dal vincitore: Kimi Raikkonen, capace di portare la Lotus ieri al successo. Una vittoria apparentemente semplice, quella ottenuta dal finlandese, ma maturata soprattutto grazie all'eccellente utilizzo degli pneumatici da parte della vettura anglo-francese, la quale si è complessivamente dimostrata la più bilanciata in assetto gara, consentendo ad Iceman di effettuare solo due pit-stop al posto dei tre resisi necessari per tutti gli altri. Al contempo, però, i meriti di Raikkonen emergono nel momento in cui si sottolinea la gara grigia di Grosjean, giunto 10° al traguardo: il francese stavolta non ha fatto danni ma il suo passo gara è sembrato decisamente inadeguato rispetto al compagno. I valori mostrati in gara hanno decisamente ridimensionato quelli emersi alla vigilia, con l'effetto di ribaltare la situazione dell'anno scorso, dove la qualifica si era dimostrata spesso il momento decisivo del week-end: secondo quanto vistosi a Melbourne, invece, la costanza sul passo gara ed il limitato degrado degli pneumatici sembrano essere i principali fattori per raggiungere un buon risultato finale. Da questo punto di vista, la Ferrari può dirsi soddisfatta di quanto raccolto all'Albert Park: un buon 2° e 4° posto finale con Alonso e Massa, unico team ad aver dimostrato comunque di poter lottare per le posizioni di vertice con entrambi i piloti. La vettura deve migliorare in qualifica ma in gara sembra essere all'altezza dei migliori. Chi invece è uscita ridimensionata è apparsa la Red Bull: Vettel non è riuscito a mantenere quel margine di superiorità che durante le prove aveva spaventato tutti, andando ben presto in crisi di gomme; dopodichè la gara del tedesco è apparsa piuttosto conservativa, con l'obiettivo di cogliere il miglior risultato possibile in attesa di tempi migliori. Dopo qualifiche promettenti, invece, è apparso inguardabile Webber: lentissimo al via, non è poi mai stato in grado di restare vicino ai primi. Se l'australiano dovesse continuare così, non ci stupiremmo se la Red Bull iniziasse a cercare presto un sostituto in vista dell'anno prossimo. Luci ed ombre per la Mercedes, che ha palesato guai di affidabilità con Rosberg ed evidenti problemi di degrado delle gomme: ma nel complesso, il 5° posto finale di Hamilton, come sempre aggressivo, rappresenta una buona base di partenza per il resto della stagione. Tra le sorprese del Gp, da menzionare la Force India, apparsa tra le vetture più competitive in assetto gara: Sutil ha condotto le danze per diversi giri prima di crollare nel finale una volta montate le SuperSoft, ma il 7° ed 8° posto finale rappresenta un ottimo risultato per la scuderia indiana. Bocciate, invece, McLaren e Williams: il team di Woking dispone di una vettura ancora acerba, dotata di tante novità e per questo bisognosa di sviluppi; ci sarà molto da lavorare, anche se la scuderia ha dimostrato eccellenti capacità di reazione in passato. Riguardo alla vettura di Grove, Maldonado e Bottas si sono ritrovati a dover lottare nelle retrovie, alle prese con una vettura pressochè inguidabile: se poi ci si mettono anche i banali errori di guida di Maldonado, finito anzitempo nella ghiaia, la frittata è completa. Un'ultima menzione per i piloti debuttanti, tra i quali spicca il week-end di Jules Bianchi: giunto 15° al traguardo con la recalcitrante Marussia, ha comunque inflitto distacchi pesanti per tutto il week-end al compagno Chilton, nonostante avesse potuto provare la vettura nei test soltanto per una giornata e mezza, al posto delle otto complessive sfruttate dall'inglese. Da rivedere Gutierrez e Bottas, mentre i piloti Caterham (Pic e Van Der Garde) come prevedibile hanno dovuto badare più a guardare gli specchietti che dinnanzi a sè, rischiando talvolta il patatrac: chiedere ad Alonso.

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