Credits: Scuderia Ferrari Official X page
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Non ci si aspettava certamente nulla di eclatante dalle due Ferrari ad Austin, ed effettivamente nessuno dei due piloti ha regalato spunti particolari. Certo, finire il Q3 della Sprint Qualifying a mezzo secondo dalla Stake Sauber di Hulkenberg non è certo il miglior viatico per iniziare un weekend che si preannuncia in enorme salita. 

Il problema al cambio complica il venerdì di Leclerc

Volendo fare una battuta, viene da dire che questa volta neanche un eventuale risultato positivo ottenuto nel corso del venerdì sarebbe potuto servire da alibi per le dichiarazioni post sessione di Vasseur. Il caldo venerdì di Austin, infatti, si è aperto nella mattinata americana con i problemi al cambio denunciati da Charles Leclerc, che non gli hanno permesso di completare l’unica sessione di prove libere e di provare quantomeno un giro veloce con gomma gialla. D’altro canto, anche l’ottava piazza sotto la bandiera a scacchi di Hamilton non è che fosse poi così rincuorante. 

Nella sessione di Sprint Qualifying, poi, i nodi sono venuti al pettine, in particolare con il monegasco. Leclerc si è trovato infatti a dover lottare per passare sia il taglio del Q1 che quello del Q2. Mai particolarmente a proprio agio, in entrambi i casi ha adottato la strategia di effettuare un primo passaggio con tanta benzina imbarcata, per poi effettuare due passaggi di cool down e poi andare tirare ancora nell’ultimo passaggio. Non che questo abbia dato risultati particolari, con entrambi i passaggi avvenuti per il rotto della cuffia, e il primo favorito anche dal traffico che ha impedito a tanti protagonisti di effettuare l’ultimo tentativo. In Q3, poi, il crono di 1:33.104 lo ha portato solamente in decima piazza, ultimo dei qualificati. Quasi un secondo di distacco quello rimediato dal poleman Verstappen, ma, soprattutto, quello che deve fari riflettere, è il mezzo secondo rimediato dalla Stake Sauber di un sontuoso Nico Hulkenberg, spinta dalla power unit Ferrari. Difficile aggiungere altro, in una situazione del genere, e le laconiche dichiarazioni del pilota a fine sessione sono emblematiche.

Sarei molto sorpreso di fare un salto in avanti domani. Questo è il potenziale della vettura al momento, questo è il nostro valore. 

Hamilton meglio di Charles, ma la musica non cambia

Credits: Scuderia Ferrari Official Fb

Ad Austin Lewis Hamilton si è sempre divertito e si è sempre sentito particolarmente a proprio agio. Anche in questo venerdì, al netto dei problemi endemici di una vettura che ormai ha detto tutto quello che doveva dire, l’inglese è sempre riuscito a stare davanti al team mate. Ha rischiato qualcosa soprattutto nel passaggio dal Q2 al Q3, e francamente restano parecchi dubbi in merito alla gestione dell’uscita dai box e conseguentemente del giro di lancio. 

Alla fine della sessione, Lewis si è dovuto accontentare di un ottavo tempo fatto siglare in 1:33.035, anch’egli a quattro decimi da Hulkenberg e mai in lotta per le posizioni che contano realmente. Difficile aggiungere altro, se non che, perlomeno, l’inglese è riuscito anche a mettersi alle spalle la Williams di Albon, tornata ad essere costantemente in top ten. 

Insomma, dal momento che siamo in Texas, ci si conceda un paragone. I cavallini della Ferrari, in questo venerdì, sono sembrati più dei bolsi cavalli da soma che non dei mustang selvaggi da domare nel rodeo del Circuit of The Americas. Non è certo una novità, visto l’andamento della stagione, ma l’amarezza rimane, trattandosi sempre di uno dei più gloriosi team del Circus. Ora serve più che altro cercare di portare a casa più punti possibili nella Sprint di domani, per poi lavorare sugli assetti e cercare di migliorare e trovare qualche decimo in più che possa aiutare nella qualifica della gara vera. Anche se la situazione, francamente, appare già quanto mai compromessa. 

Nicola Saglia