L'11 agosto 1953 se ne andava Tazio Nuvolari, il “Mantovano volante” capace di incantare l'Italia e il mondo con le sue imprese. Una morte avvenuta proprio nella sua Mantova prima di compiere 61 anni, dopo aver subito un ictus l'anno precedente. Un evento che avrebbe scosso profondamente non solo il panorama delle corse automobilistiche ma anche la l'intera cultura popolare, come sottolineato dai titoli dei giornali dell’epoca.

La reazione della stampa

La notizia della morte del campione si diffuse a macchia d’olio in tutta Italia. Molti giornali nazionali e regionali diedero la notizia della scomparsa in prima pagina.

La Gazzetta dello Sport nell'edizione del 12 agosto titolò: “Tazio Nuvolari si è spento ieri”. Il giornale dedicò un’ampia prima pagina e un articolo in terza al campione mantovano. La Provincia di Cremona, dedicò la prima pagina all'evento luttuoso con un titolo evocativo in memoria del pilota scomparso: “Tazio Nuvolari, il campione del passato, del presente e dell’avvenire”. L’articolo sottolineò alcuni particolari, come il fatto che Nuvolari riposasse indossando il suo classico maglione giallo. La Gazzetta di Mantova dedicò l'intera edizione del 13 agosto 1953 al suo illustre concittadino, con una copertina nella quale trovarono posto diverse immagine iconiche per rendere omaggio all'uomo e al campione.

Le esequie

Nel giorno del suo funerale, una folla di cinquantamila persone arrivò a rendere omaggio al Mantovano Volante. Il Corriere della Sera raccontò in forma piuttosto dettagliata l'ultimo saluto al campione: Il corteo si è mosso alle 9 dalla villa dell’asso scomparso di viale delle Rimembranze: lo apriva una folta schiera di motociclisti che recavano le insegne dei Moto Clubs di molte città italiane. Veniva poi, trasportata su un’auto, la motocicletta che, guidata da Tazio, colse nel periodo 1923-’7 innumerevoli successi sulle piste di tutta Europa, la «350» freccia azzurra. Quindi le rappresentanze delle associazioni sportive cittadine che recavano corone, i rappresentanti di case automobilistiche e motociclistiche, le corone e i gonfaloni della provincia e del comune di Mantova e del comune di Casteldario, paese natale del grande campione scomparso. Sul telaio di una automobile coperto da un enorme drappo tricolore era la bara.

Una vera e propria parata in onore di Nuvolari: al funerale, oltre ai concittadini e alle autorità, presero parte tra i piloti anche Alberto Ascari e Juan Manuel Fangio.

Ferrari e il suo ultimo saluto

Anche Enzo Ferrari partecipò al funerale di Nuvolari: i due si conobbero durante una gara nel 1924 e, come il Drake racconterà nel suo libro “Le mie gioie terribili”, Nuvolari era solito chiamarlo sempre per cognome. Enzo Ferrari raccontò nello stesso libro un episodio legato al giorno del funerale di Nuvolari: “Nella fretta mi persi in un dedalo, chiesi a un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio [...]. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore: 'Grazie per essere venuto' - bisbigliò - 'come quello là non ne nascerà più nessuno'."

Quelle parole si rivelarono profetiche poiché dopo la morte di Nuvolari non ci sarebbe stato più un pilota in grado di ripetere le sue imprese. Rimane sempre viva la leggenda che Nuvolari è stato in grado di regalare, sia a chi ne ha ammirato le gesta sia a chi ha voluto approfondire la sua storia.

Chiara Zaffarano