Due post recentemente pubblicati da Scott Redding sui suoi canali social hanno scatenato un grande dibattito tra i piloti, gli addetti ai lavori e gli appassionati. L’inglese ha fatto notare come in Superbike, come in MotoGP, sia necessario un peso minimo moto-pilota, come avviene in altri campionati mondiali, per limitare gli svantaggi di piloti alti come lui. Non è la prima volta che il pilota BMW si è espresso riguardo ciò, anche se questa volta la polemica allude esplicitamente ad Alvaro Bautista. Lo spagnolo scelto come sostituto proprio di Redding alla guida della Ducati Panigale V4, moto gestita dal team Aruba.

Il dibattito nei commenti, intervengono Bautista, Davies e Baz

Non si è fatta attendere la risposta fumantina del pilota spagnolo. Bautista ha fatto notare che nonostante il pesare poco sia un vantaggio per quanto concerne le velocità di punta ed il consumo gomme, non lo è affatto nella gestione della moto nelle curve. Il leader del campionato Superbike ha poi concluso: “ovviamente è più facile trovare scuse esterne invece di lavorare sodo ed accettare la realtà. È la prima volta nella mia carriera che qualche pilota si lamenta del peso di altri piloti”.

Allo scambio social, sotto il post di Redding, si è unito anche Loris Baz: 95 kg di peso e più di un metro e novanta di altezza. Il francese ha espresso la sua preoccupazione riguardo elettronica e aerodinamica che, a suo dire, non hanno fatto altro che aumentare lo svantaggio dei piloti pesanti rispetto a quelli leggeri. Chaz Davies, ex-compagno di entrambi, ha preso invece le parti di Bautista.

Credits: instagram.com/reddingpower/

Nel dibattito si è infilato anche Luca Marini che, durante il weekend di Valencia, ha dichiarato come sia l'unico pilota dello schieramento MotoGP ad avanzare tale argomento in Safety Commission.

I precedenti: quando la bassa statura diventa un problema

Di piloti motociclistici di bassa statura nel corso degli anni se ne sono visti diversi. Ultimo dei quali Dani Pedrosa che, con il suo metro e mezzo d'altezza o poco più, nonostante il talento dimostrato nelle categorie minori del Motomondiale in cui ha ottenuto ben 3 titoli, non è mai riuscito ad imporsi nella classe regina. Al netto della sfortuna legata agli infortuni, il fisico non lo ha aiutato di certo a primeggiare, anzi, spesso e volentieri non è stato altro che un ostacolo.

Chi invece è riuscito a dominare in MotoGP, sopperendo all’altezza, è stato un certo Valentino Rossi, che in totale ha raccolto ben 9 mondiali, due dei quali equamente divisi tra 125 e 250, dall’alto del suo metro e ottanta. Come ha fatto ben notare Redding è vero anche che Valentino, al contrario di piloti come Marquez, a causa della sua altezza ha dovuto mantenere un fisico molto asciutto.

La colpevolizzazione di un atleta perché imbattibile

Credo che non si possa colpevolizzare un atleta perché ha il fisico perfetto per lo sport che pratica. Bautista non raggiunge il metro e 70 di altezza e i 60 kg di peso, equivalenti al prototipo del motociclista ideale fisicamente parlando. Criticarlo per questo sarebbe come prendersela con i giocatori di NBA per la loro eccessiva altezza. Anche perché essa è una caratteristica intrinseca della persona e come tale non può essere alterata in alcun modo. L’aggiunta di un’eventuale zavorra alla moto significherebbe annullare il vantaggio sui rettilinei dei piloti leggeri a scapito di quelli più pesanti. Nei cambi di direzione, però, lo svantaggio dei piloti di bassa statura si troverebbe ancora più in difficoltà, considerando l'aumentato peso della moto.

È incredibile come si sia arrivati a delegittimare Bautista solo perchè il rinnovato binomio con Ducati è diventato fin troppo dominante. Escludendo il contatto con Rea a Magny Cours che ha causato il ritiro del ducatista, infatti, Alvaro ha sempre terminato nei primi due posti negli ultimi 4 round disputati. La classifica parla chiaro: i 98 e gli 82 punti incassati da Rea e Razgatioglu di certo non possono essere solo il frutto di un motore spaziale e di un fisico minuto.

Francesco Sauta

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