MotoGP | Gli insegnamenti della Superbike per GP di Balaton Park
Il motomondiale arriva per la prima volta al Balaton Park, circuito in Ungheria su cui ha già corso il WorldSBK.

La MotoGP si appresta a tornare in Ungheria per la prima volta in trentatré anni, anche se questa volta non sarà all’Hungaroring. La Classe Regina debutterà infatti sul circuito di Balaton Park, tracciato inaugurato da pochissimi anni e già provato dal Mondiale Superbike, che può fornire degli spunti interessanti su cosa aspettarsi dall’appuntamento con il motomondiale.
Primo test di Balaton Park con il WorldSBK, ora tocca alla MotoGP
Sebbene sia la prima volta dopo più di trent’anni che la MotoGP torna a correre ufficialmente in Ungheria, non è la prima volta nella storia recente che un campionato del mondo fa tappa sul lago Balaton. Proprio il mondiale Superbike, infatti, ha corso l’ultimo weekend di luglio al Balaton Park, pista scelta anche dal motomondiale per ospitare questa tappa del calendario. Nonostante il format del WorldSBK sia radicalmente diverso da quello portato avanti dalla MotoGP, questo non significa che non si possano carpire informazioni interessanti rispetto alle prestazioni del circuito ungherese dal punto di vista delle moto derivate di serie. Va detto, alcuni piloti della Classe Regina hanno già girato al Balaton Park, per iniziare a conoscere le curve del tracciato, ma lo hanno fatto in sella a moto di derivazione stradale: rimane quindi un mistero (seppur ancora per poco) come possa comportarsi l’asfalto ungherese di fronte alla MotoGP. Il circuito è stato inaugurato nel 2023 ed è stato progettato fin dall’inizio per poter ospitare grandi eventi di caratura internazionale, grazie ai suoi 4,1km di lunghezza e le sedici curve. Occhio però alla conformazione della pista, che dopo il rettilineo di partenza presenta una curva violenta verso destra, seguita subito dopo da un veloce cambio di direzione verso sinistra, in curva 2, che potrebbe essere motivo di caos in partenza nelle diverse categorie. Già in Superbike si sono visti i possibili effetti di questa combinazione di curve: il risultato di un errore di Andrea Iannone alla prima curva di Gara 1 ha coinvolto ben sette piloti, in una reazione a catena accentuata dal layout del tracciato. La pista ungherese è infatti abbastanza stretta e presenta solo alcuni punti di sorpasso ben definiti, specialmente alla fine dei rettilinei e in curva 1, forzando eventualmente i piloti a inventarsi altre manovre nella restante parte di tracciato, contraddistinta da curve veloci e chicane.

Il circuito ungherese su cui non si è mai corso: il Balatonring
L’ultima volta che il motomondiale ha avuto l’occasione di correre in Ungheria è stato ufficialmente nel 1992, quando ancora il circuito ufficiale del paese era l’Hungaroring e il vincitore nella classe 500cc era stato Eddie Lawson, in un podio tutto americano composto anche da Doug Chandler e Randy Mamola. Con l’avvento del nuovo millennio e il passaggio ufficiale alla MotoGP si è pensato più volte di tornare a correre in Ungheria, con l’intenzione di organizzare il Gran Premio nel 2009. L’idea era di costruire quello che si sarebbe dovuto chiamare il “Balatonring”, un circuito situato sul lago Balaton (lo stesso che ospita il Balaton Ring, da non confondere) e che avrebbe dovuto essere lungo poco più di quattro chilometri e situato a circa 180km dalla capitale Budapest.

I lavori per la costruzione del tracciato sono effettivamente iniziati, a novembre del 2008, a spese di alcuni investitori spagnoli e avrebbe dovuto ospitare il round ungherese di MotoGP a settembre dell’anno successivo. Con l’arrivo della crisi finanziaria, però, non è stato possibile portare a termine i lavori entro i tempi previsti e per questo la gara non ha mai preso il via. La soluzione che al tempo si era riusciti a trovare era stata quella di riprogrammare il weekend di gara per lo stesso periodo, ma del 2010, in modo tale da permettere agli organizzatori di terminare la pista. Si è però presentato un ulteriore problema a marzo di quello stesso anno, per cui la FIM ha dichiarato che il circuito non sarebbe stato costruito e omologato entro i tempi previsti, e che per questo motivo al posto dell’Ungheria sarebbe subentrato il Gran Premio di Aragon. Essendo stato cancellato nuovamente l’evento, i debiti dei promotori del progetto sono cresciuti esponenzialmente e la pista non ha mai visto la luce del sole, rimanendo solamente un’idea nella mente degli organizzatori.
Valentina Bossi
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