F1 | Stefano Domenicali passa al BSMT: "Abbiamo cambiato l'approccio a questo sport"
Nel podcast di Gianluca Gazzoli, il CEO della F1 Stefano Domenicali ha parlato a trecentosessanta gradi delle sfide della Formula 1 e del suo passato in Ferrari

Stefano Domenicali ha partecipato nell'ultima puntata del podcast “Passa dal BSMT” di Gianluca Gazzoli: il manager italiano ha raccontato della sua storia, del suo ruolo in F1 e le responsabilità che ne derivano, tracciando un disegno di quello che la F1 rappresenta oggi nel mondo del motorsport. Possiamo parlare di un Domenicali a tutto campo, che ha raccontato della situazione attuale del GP a Imola e dei suoi anni passati in Ferrari.
F1: il successo del film e il nuovo target a cui si rivolge
Tra i primi argomenti trattati nella puntata vi è quello del film “F1”, uscito al cinema lo scorso giugno e che ha incassato 600 milioni di euro in tutto il mondo. Per Stefano Domenicali l'obiettivo imposto è stato raggiunto, vista la buona ricezione e dell'effetto “calamita” della pellicola, aggiungendo:
Per la prima volta abbiamo visto la collaborazione della televisione, con persone che prendevano le parti di un gran premio per metterle come scena del film. Volevamo che fosse autentico: l’aiuto dei team e di Lewis Hamilton ha reso i dettagli realistici.
Il manager italiano ha poi spiegato il momento in cui si trova la F1 oggi, sempre più fonte di interesse per giovani, pubblico femminile e celebrità, spiegando come sia importante cercare di mantenere un equilibrio tra sport e intrattenimento, oltre a cercare un nuovo linguaggio che possa farne capire la bellezza:
Siamo in un momento di grande crescita, stiamo attirando nuove persone e ringiovanendo il target, stiamo creando interesse anche nel pubblico femminile. Siamo in una dimensione di intrattenimento e dobbiamo essere sempre attenti a quello che succede intorno. I social media e il progetto Netflix erano impossibili anni fa, e quindi abbiamo cambiato il paradigma di questo sport senza toglierne la storicità. Coinvolgere i giovani è fondamentale perché hanno un altro passo. E anche il linguaggio diventa fondamentale, cambiando l’approccio verso persone che non sanno cosa c’è sotto la macchina. Anche i piloti giovani attraggono pubblico più giovane. (…) Oggi la Formula 1 attrae molte personalità famose, in quanto piattaforma che genera interesse: sta a noi integrare il vero tifoso che viene perché gli piace e chi viene perché tutti sono li.
Il cambio regolamentare e il rapporto uomo-macchina
La F1 nel 2026 si appresta ad un grosso cambiamento regolamentare che prevede un passo in più verso la sostenibilità. Una modifica necessaria secondo Domenicali:
I regolamenti sono la spinta per rendere le competizioni attraenti. La F1 è stata sempre accompagnata da uno sviluppo tecnologico ad alti livelli, ma oggi bisogna affiancarlo con l’ecosostenibilità. Motori ibridi con benzine sostenibili sono necessari per tenere nella nostra categoria i costruttori di automobili, che stanno vivendo un periodo complicato.

Rimane sempre fondamentale il ruolo del pilota che, nonostante una F1 sempre più legata al contributo degli ingegneri, può fare la differenza:
Il rapporto tra uomo e macchina è fondamentale. Mi ricordo di Micheal Schumacher, che fu uno dei primi a capire l’importanza della tecnologia, e tutti quei manettini che oggi troviamo sul volante, sono anche frutto del suo lavoro. Tecnologia sì, ma l’uomo deve rimanere centrale.
La situazione di Imola
Il CEO della Formula 1 si è soffermato anche sulla situazione di Imola. Il GP ha visto la sua (per ora) ultima edizione quest'anno. Domenicali ha ricordato le sue origini imolesi e ha spiegato le ragioni del termine del contratto con il circuito emiliano, auspicando un suo ritorno nel futuro:
Imola è tornata nel periodo del COVID e ha dato la sua disponibilità in un momento difficile, quindi porterò sempre del rispetto. Ma poi si sviluppano altre considerazioni. (…) È chiaro che se cresci a livello mondiale avere due GP nello stesso Paese, questo deve essere ben strutturato e motivato. La storicità è un limite se non c’è possibilità di sviluppo.

Secondo Domenicali è importante quello che rappresenta un circuito per la storia dello sport, ma per un pubblico in evoluzione questo non basta:
La storicità è importante, soprattutto per un pubblico come me che ha vissuto questa categoria. Ma per i giovani di oggi, la capacità di dimenticarsi chi ha vinto l’anno precedente è altissima e quindi oggi andare a correre a Monaco o Las Vegas è la stessa cosa. La storicità deve essere sostenuta anche dal futuro, che dà la possibilità di migliorare le infrastrutture e far vivere al tifoso a pieno l'esperienza.
Gli anni in Ferrari
Stefano Domenicali, incalzato da Gianluca Gazzoli, ha colto l'occasione anche per parlare della sua vita professionale, soprattutto della sua esperienza ventennale in Ferrari. Il CEO della F1 ha ripercorso i ruoli ricoperti, parlando della fine del rapporto:
La scelta più difficile ma allo stesso tempo più facile che ho preso nella mia vita è stato lasciare Ferrari, per una serie di motivi che dipendono da prendersi delle responsabilità. Sono cresciuto come uomo in Ferrari, ma non bisogna avere paura di quello che riserva il futuro e sono stato fortunato a trovare altro in maniera semplice. Sono entrato in Ferrari a livello amministrativo e poi ho avuto la possibilità di crescere: se uno ha dei sogni bisogna lavorare, spingere e pensare positivo. (…) Nella posizione in cui sono ora, non mi possono prendere in giro perché so cosa vuol dire essere in un box. Gli anni in Ferrari sono stati bellissimi. Quando abbiamo perso il mondiale con Alonso o Massa sono stati momenti forti che ti aiutano a vedere la vita in maniera diversa e ti permettono di crescere in maniera professionale. Se vinci va tutto bene, quando perdi devi saperti rialzare.
Domenicali si è poi soffermato su quello che è successo in Brasile nel 2008, con l'illusione di Felipe Massa campione per poche curve:
Nel 2008 mentre tutti festeggiavano Felipe al traguardo, io guardavo il GPS e vedevo avvicinarsi Lewis Hamilton a Timo Glock. Quando lo ha sorpassato, ho dovuto dire in radio al team che festeggiava che non c’era niente di cui gioire e si sono fermati tutti. (…) È stata molto bella la reazione di Felipe, che ha saputo gestire la sua emozione negativa visto la vincita dei Costruttori.

Infine, Domenicali ha dichiarato cosa prova oggi nel vedere Ferrari con un ruolo diverso:
Quando assumi un ruolo con responsabilità, le emozioni passano in secondo piano. Se Ferrari vince io sono molto contento, perché italiano e perché so che tipo di business può generare per il ruolo che io ricopro. Devi imparare a gestire le emozioni, in quanto ventitre anni non si possono cancellare.
Il giusto equilibrio tra passato e futuro: missione impossibile?
Il lavoro svolto da Stefano Domenicali in questi anni ha portato ad una grande crescita della F1 a livello mondiale. Lo sport genera interesse nei giovani, che magari non hanno un'ampia conoscenza di quello che stanno guardando. Potremmo dire che è importante guardare al futuro, ma forse uno sguardo al passato è sempre meglio darlo. Il rischio che si corre è quello di snaturare l'identità di uno sport che ha fatto innamorare milioni di persone e che al giorno d'oggi sembra guardare in altre direzioni. Stefano Domenicali in tal senso deve muoversi su un terreno molto accidentato.
Federica Passoni