Se ne è parlato molto in questi ultimi giorni: il Mondiale F1 2023 è crollato dal punto di vista degli ascolti televisivi in Italia. I dati rilasciati da Auditel, l’ente che si occupa di “provare la temperatura” ai vari programmi televisivi e che spesso determina il futuro di tante realtà su ogni tipo di canale, denotano una perdita importante di interesse del pubblico verso la massima serie automobilistica. Ma come dobbiamo interpretare questo tipo di dato, alla luce anche di quanto visto in pista?

L’annata peggiore per ascolti in TV

C’è poco da girarci intorno: le cifre nude fotografano una realtà ben poco felice. Quella del 2023 è la stagione di F1 meno vista in Italia da quando l’Auditel rileva i dati di ascolto della TV nel nostro paese. La media registrata è stata di 2.185.000 spettatori sulle 22 gare in programma. Un numero più basso di circa 200.000 unità rispetto a quanto registrato nel 2020, fino ad ora il benchmark negativo, anche se si trattò di una stagione particolare a causa della pandemia, come tutti ben ricordiamo.

Fino al 2019, la media degli spettatori per stagione si attestava regolarmente intorno ai tre milioni di unità, mentre già nel 2021, l’anno del duello Hamilton-Verstappen, si era vista una crescita importante. Il 2022 è stato certamente il migliore del quadriennio, spinto anche evidentemente da un Leclerc per metà stagione in lotta per il titolo.

Tornando al 2023, risulta evidente come il netto calo di interesse, che ha determinato ovviamente l’abbassamento importante della media, sia da registrare negli ultimi sette GP stagionali. Il picco stagionale, con 4 milioni di ascoltatori, si è ovviamente registrato a Monza, ma è evidente come questo di per sé non sia in grado di fare da traino per tutto il resto di un campionato dominato dall’inizio alla fine.

Dieci anni in calo, e Ferrari non aiuta

Il 2023, per quanto negativo, non è certo un caso isolato per quanto riguarda i dati Auditel relativi al Circus. Dal 2012 in avanti, infatti, il calo dello share della F1 in Italia è stato evidente, anche dovuto all’avvento del monopolio da parte di Sky, che a fronte del proprio servizio sul canale tematico richiede comunque la sottoscrizione di un canone di abbonamento.

Certo, quando parliamo di Italia, dobbiamo tenere in conto un dato fondamentale, che bene o male ha sempre condizionato gli ascolti. Il Belpaese, infatti, che piaccia o meno, è fatto di tifosi più che di appassionati. Va da sé che una Ferrari mai in lotta per il titolo fino in fondo dopo il fatidico 2012 non aiuta in termini di audience televisiva.

È un dato nei confronti del quale i duri e puri del motorsport potrebbero storcere il naso, ma è la realtà delle cose. L’andamento della Rossa nelle varie stagioni comporta un incremento o una diminuzione dell’interesse del grande pubblico in Italia; è sempre stato così ed è molto difficile che questa tendenza venga invertita, almeno nel breve periodo. Davvero qualcuno pensa che l’improvviso interesse per il WEC in Italia sia qualcosa di casuale?

Ma Liberty è comunque entusiasta…

Lo abbiamo detto più volte: nel 2023 la F1 ha vissuto una situazione particolare. Il dominio incontrastato di Max Verstappen ha certamente tolto interesse a buona parte del campionato, tolte le grandi classiche come Monaco, Monza e Silverstone. I numeri, quindi, seppur negativi, non ci devono stupire: la storia dello sport è fatta di cicli, e in questo momento siamo all’interno di un momento storico in cui Mercedes prima e Red Bull poi hanno imposto il proprio monopolio senza lasciare scampo agli uomini in rosso.

C’è però da sottolineare un fatto. A livello mondiale, il promoter Liberty Media da un paio d’anni cavalca l’onda in modo assolutamente positivo ed entusiasta, sottolineando i propri successi soprattutto in ambito social e di visibilità. Non parliamo poi dei numeri riguardanti le presenze in pista, anche se questi sembrano spesso gonfiati ad arte.

In definitiva, il calo vertiginoso degli ascolti in Italia deve preoccupare? Forse non in maniera drammatica come alcuni vogliono a tutti costi far credere, ma è logico che una riflessione vada fatta. Mettiamoci però il cuore in pace: fino a che la Rossa non sarà in lotta per il Mondiale almeno fino a settembre, è difficile poter tornare nuovamente a parlare di un incremento di interesse per la F1.

Nicola Saglia