I comitati anti-rumore tornano alla...carica: stavolta c'è Monza nel mirino
La "musica dei motori", secondo alcuni comitati locali, costituirebbe un "inaccettabile inquinamento acustico"
Le crociate contro gli autodromi italiani, “colpevoli” di produrre un rumore eccessivo, proseguono senza sosta. Dopo che già in passato le iniziative portate avanti da vari comitati cittadini hanno talvolta prodotto come risultato quello di condizionare pesantemente il numero delle giornate di attività in pista (con il caso di Imola che, da questo punto di vista, risulta emblematico), stavolta è l'Autodromo Nazionale di Monza a finire nel mirino dei paladini del…silenzio.
La lettera dei Comitati anti-rumore
A scagliarsi contro lo storico impianto brianzolo in questo caso sono stati il Comitato per il Parco Cederna e il Comitato “La Villa Reale è anche mia”, i quali hanno organizzato un incontro pubblico sul tema che avrà luogo il 19 Dicembre presso la Sala Maddalena di Monza. Nella nota diramata, gli organizzatori sottolineano come “continuiamo a ricevere segnalazioni e proteste per l'inaccettabile inquinamento acustico nel Parco di Monza, ma anche nei Comuni limitrofi e persino in città, provocato dall'utilizzo fuori controllo delle attività motoristiche sulla pista dell'autodromo”, aggiungendo che i rumori di fondo risulterebbero “fastidiosi e certamente dannosi per la salute”. L'obiettivo finale, sempre secondo tali Comitati, sarebbe quello di ottenere un Parco “non più infestato dal rumore prodotto dalle eccessive attività ludico-sportive”. Nel corso dell'incontro interverranno anche alcuni esperti sul tema, con l'obiettivo di informare i cittadini in merito alle azioni collettive ed agli strumenti legali a loro disposizione.
Una lunga storia di battaglie (all'italiana)
A fronte di simili argomentazioni, appare persino superfluo evidenziare come la lunga storia del Tempio della Velocità brianzolo abbia avuto inizio nel lontano 1922, rappresentando da questo punto di vista uno degli autodromi più antichi al mondo nonché un vero e proprio monumento del motorsport a livello internazionale. Proprio grazie alla presenza di eventi quali il Gran Premio d'Italia di Formula 1 ed altre manifestazioni di alto profilo, l'indotto generato nel corso degli anni ha portato dei benefici innegabili in termini non soltanto puramente economici, ma anche di prestigio e valorizzazione del territorio. Non è del resto la prima volta che le attività dell'Autodromo finiscono nel mirino di uditi un po' troppo…sensibili: già anni addietro erano state adottate iniziative analoghe (persino in occasione del recente concerto di Bruce Springsteen), senza naturalmente dimenticare poi la “celebre” battaglia portata avanti dagli ambientalisti nell'estate 1994, quando le modifiche al tracciato (divenute indispensabili per motivi di sicurezza) scatenarono una reazione in grado persino di mettere in dubbio il regolare svolgimento del Gran Premio.

Tra limitazioni “forzate” e occasioni di visibilità
In Italia non rappresenta purtroppo una novità il fatto di dover assistere a scenari di questo tipo. Il circuito sicuramente più “bersagliato”, da questo punto di vista, è sicuramente quello di Imola, costretto a dover fare i conti con rigide imposizioni anti-rumore che limitano drasticamente le giornate di attività in pista nel corso dell'anno. Il tutto a causa della specifica collocazione del circuito del Santerno, che sorge a breve distanza dal centro cittadino. In questo caso, la situazione appare differente, visto che quello di Monza è un impianto situato nel cuore dell'omonimo Parco, dunque non propriamente a ridosso delle abitazioni situate nei comuni limitrofi quali Biassono e Vedano al Lambro.
La polemica, dunque, al di là delle fazioni ideologiche che inevitabilmente finiscono per crearsi in casi simili, appare dunque un tantino forzata. Se i frequentatori del Parco non gradiscono la musica dei motori come sottofondo per le loro attività di jogging, magari potrebbero sforzarsi di adottare delle semplici contromisure per limitare un simile “fastidio”. Ma come spesso accade nel nostro Paese, l'opportunità di racimolare visibilità pubblica (e conseguente agibilità politica) finisce in simili contesti per rappresentare un'occasione…troppo ghiotta per poter essere ignorata.
Marco Privitera