F1 | Addio a Peter Wright, pioniere dell'aerodinamica
Peter Wright, storico progettista della Lotus 79 e attivo in seno alla FIA, è scomparso lasciando un'eredità dolce-amara ai posteri

Il mondo della F1 piange la scomparsa di Peter Wright, ingegnere britannico che ha legato la sua parabola sportiva nel Circus alla Lotus, diventando, a tutti gli effetti, "padre" dell'effetto suolo nella massima Formula; chiusa l'esperienza con la storica scuderia nel 1994, Wright ha continuato a prestare il suo contributo nel mondo del motorsport attraverso il suo lavoro con la FIA.
Padre dell'effetto suolo
Laureato all'Università di Cambridge, con una specializzazione in termodinamica e aerodinamica, Wright intraprese il proprio cammino nel mondo delle corse alla fine degli Anni '60, quando entrò a far parte della British Racing Motors (BRM) sotto la guida di Tony Rudd. In un'epoca che avrebbe vissuto la transizione verso un'applicazione più massiccia dei concetti aerodinamici in F1, Wright fu uno dei traghettatori verso questa "rivoluzione", conducendo (già negli anni della BRM) una fase "sperimentale" di applicazione delle teorie legate all'aerodinamica, arrivando ad un'idea rudimentale di wing car che svilupperà in un futuro molto vicino.
Passato nell'orbita Lotus, sempre in tandem con Rudd e con la licenza di "esplorare" in ambito tecnologico, Peter Wright e il suo team di lavoro furono pionieri dell'introduzione dell'effetto suolo sulle monoposto di F1, abbassando le superfici aerodinamiche per "tagliare" le strutture di ricircolo sui bordi, sfruttando meglio il flusso d'aria sottoscocca per generare un sensibile carico deportante senza generare un'eccessiva resistenza. La svolta culminò nella creazione della Lotus 79, vettura dominante nel 1978 con Mario Andretti Campione del mondo.

La Lotus 79 introdusse un uso più massiccio e deliberato dell'effetto suolo, con un fondo piatto a forma di ala rovesciata e con minigonne sigillanti per incanalare l'aria e creare un forte effetto deportante. La visione di Wright creò un modello che, in retrospettiva, segnerà un prima e un dopo in F1: dalla Lotus 79 in poi, il Circus non potrà fare più a meno dell'effetto suolo, declinato con o senza il canale Venturi sul fondo della vettura.
Cosa resterà
Finita l'esperienza in Lotus, coincisa con il fallimento della scuderia (e relativo ritiro) alla fine del 1994, Wright passerà in FIA, entrando a far parte del dipartimento tecnico dell'organizzazione, dove la sua esperienza sarà determinante nella definizione dei nuovi standard di sicurezza e nel miglioramento (e controllo) delle prestazioni.
Con la scomparsa di Peter Wright se ne va un altro pezzo di storia della F1 degli anni ruggenti: pericolosa, eppure pionieristica nell'esplorare territori poco battuti, come, nel nostro caso, l'aerodinamica. Nel giorno in cui il mondo delle corse apprende con tristezza della scomparsa di Peter Wright, testimone di un'epoca per la quale, parafrasando Vecchioni, le "luci non si accenderanno più", dobbiamo comunque accogliere come una buona notizia che la sua eredità vada ben oltre la progettazione e costruzione di auto veloci e lasci un segno tangibile su quello che deve essere il valore aggiunto di un ingegnere in F1.
Luca Colombo