In un'intervista rilasciata a Speedcafe.com, Jack Doohan ha dichiarato di aver rifiutato di correre in Indycar nel 2024 per poter rimanere concentrato sulla Formula 1. L'australiano, terzo quest'anno in F2 e pilota del programma Alpine, ha ammesso di aver avuto svariate offerte per il prossimo anno, ma di aver preferito di rimanere come terzo pilota della squadra francese nella speranza di poter approdare un giorno nella massima formula.

Le parole di Doohan poco dopo la fine della stagione

Jack Doohan, come detto, quest'anno ha chiuso terzo in F2. L'australiano ha avuto un inizio di stagione difficile, determinante per la lotta per il titolo. Ma tre vittorie nella seconda parte del campionato gli hanno permesso di risalire la china. Il figlio del cinque volte campione del mondo motociclistico in classe 500, comunque, non tornerà il prossimo anno in F2, come vi avevamo già detto.

Doohan ha ricevuto anche diverse offerte extra F1, ma le ha rifiutate tutte. "Avevo molte opzioni in tutte le categorie minori e all'interno delle formule diverse dalla Formula 1. SuperFormula, Indycar, Hypercar. Sono stato molto fortunato ad averle. Tuttavia, in questo momento, sento che è fondamentale concentrarmi solo sulla Formula 1, su cui Alpine punta forte e grazie a cui posso guidare una macchina".

Escludendo le varie sessioni di prove libere o i test post stagionali di Abu Dhabi, Doohan finora ha avuto modo di girare solo con l'Alpine A521 del 2021, per via del regolamento che impone di poter effettuare test "liberi" solo con le auto vecchie di almeno due anni (anche se con l'introduzione del nuovo regolamento tecnico nel 2022, è stato possibile usare le auto del 2021 anche lo scorso anno). Dal 2024 potrà girare con l'Alpine A522, introdotta nel 2022 con il nuovo regolamento tecnico.

Il riferimento alle Hypercar, tra l'altro, non è buttato per caso. L'Alpine dal prossimo anno tornerà nella classe regina del FIA WEC con la propria LMDh, dopo un 2023 in cui ha corso nella LMP2. Negli anni precedenti la Casa francese correva già nella Hypercar con una vecchia LMP1 depotenziata, fatto non possibile per quest'anno. Doohan pare che sarebbe stato in corsa per uno dei sei sedili dell'Alpine nel WEC (due macchine con tre piloti ciascuna).

L'australiano continuerà quindi ad essere il terzo pilota di Alpine in F1. Per lui sono in programma diversi test con la macchina del 2022, oltre che verosimilmente le due sessioni di prove libere destinate ai rookie nel corso dell'anno dal regolamento. Senza contare, inoltre, la possibilità di sostituire Ocon e Gasly qualora dovessero essere impossibilitati a correre.

Il protagonista dell'ultima stagione in FIA F2 ha concluso affermando: "Se non avessi avuto questo programma così vasto, allora di sicuro avrei avuto bisogno di trovare un sedile, e quindi di andare da qualche altra parte. Ma essere in grado di avere quel posto in una macchina di Formula 1 e poi essere in pista qui a lavorare, penso che mi posizionerà nel miglior modo possibile per ottenere un posto nel '25".

I precedenti "panchinati" dalla F2

Jack Doohan non è il primo pilota a decidere di sacrificare un anno. I posti in F1 sono solo venti, una dinamica da tenere sempre in considerazione. Quest'anno la dinamica sarà molto particolare, per la prima volta tutti i protagonisti sono stati confermati.

In passato ci sono molti nomi di spicco 'lasciati in attesa', in merito citiamo  Stoffel Vandoorne, campione GP2 2015. Quest'ultimo corse nella SuperFormula giapponese prima di approdare in F1.

Stessa sorte per il campione 2016, Pierre Gasly, chiamato dalla Toro Rosso a fine 2017 per sostituire Daniil Kvyat dopo aver militato in  SuperFormula e in Formula E. Il vicecampione di quell'anno, Antonio Giovinazzi, ebbe un destino quasi opposto, sostituendo sì Pascal Wehrlein in Sauber nelle prime due gare del 2017, ma rimanendo poi fermo per quasi due anni, eccezion fatta per una partecipazione per alcune prove nelle ruote coperte.

E come dimenticare Nyck De Vries, campione F2 nel 2019, che andò a girovagare tra la Formula E o in altre categorie prima di avere la grande occasione solo nel 2023 con l'Alpha Tauri. Parentesi speciale anche per il neozelandese Liam Lawson, presente in Giappone e nel DTM prima della 'chiamata nel Circus'.

Ma al di là di questi casi, altri hanno preferito invece rimanere aggrappati al sogno della F1, una scelta simile a quella fatta da Doohan. Così fece ad esempio Oscar Piastri, campione 2021 di F2 che  rimase un anno fermo per volere dell'Alpine. Sarebbe rimasto in panchina probabilmente anche nel 2023, un piano cambiato in corso d'opera.

L'attuale compagno di box di Lando Norris ha condiviso un anno di stop con il russo Robert Shwartzman, rimasto a disposizione della Ferrari prima di tornare a correre qualche gara nel Fanatec GT World Challenge Europe Powered by AWS Endurance Cup.

Il caso Drugovich

E poi ovviamente c'è Felipe Drugovich, inaspettato dominatore dell'annata 2022 in F2. il brasiliano è rimasto a piedi, preferendo accasarsi all'Aston Martin e rifiutando un sedile in Ganassi in Indycar. Il suo 2023 l'ha vissuto in panchina, facendo solo qualche test con l'Aston Martin del 2021, le prove libere e i test pre-stagionali ad inizio anno al posto di Lance Stroll. Unica eccezione extra Aston è stata rappresentata dai rookie test con Maserati in Formula E a Roma e a Berlino.

Ma anche in quella circostanza ci tenne a chiarire come l'obiettivo fosse la F1 e sicuramente non la FIA Formula E. Proposito rispettato anche per il 2024: secondo alcune voci, Drugovich avrebbe ricevuto offerte da Andretti e da Maserati in Formula E, e dal team Carpenter in Indycar. Tutte rifiutate nella speranza di avere un posto in F1, in Aston Martin o in Williams. Ma questi sedili non si sono concretizzati, e il brasiliano rimarrà al 99% con le cuffie in testa anche il prossimo anno.

Infine, c'è da attendere cosa faranno i primi due di quest'anno in F2, Theo Pourchaire e Frederik Vesti. Entrambi non hanno trovato posto in F1, e il primo rimarrà terzo pilota Sauber. Per quanto riguarda il secondo, non è ancora ben chiaro che ruolo avrà, anche se verosimilmente resterà a disposizione della Mercedes. Il francese, tuttavia, ha disputato test post stagionali in SuperFormula giapponese, una prova importante in vista del 2024.

È giusto rimanere in attesa? Pro e contro

Certamente, ci sono dei vantaggi a rimanere fermo.  Il primo è dato sicuramente dalla chance di essere disponibili in caso di evenienza. Liam Lawson è stato l'esempio perfetto nel 2023, subito attivo al posto dell'infortunato Daniel Ricciardo.

La scelta citata riduce completamente il rischio di trovarsi impossibilitati a svolgere il proprio compito vista la concomitanza in altre categorie. Inoltre, rimanendo nell'ambiente del team, si partecipa ai briefing, si lavora al simulatore e si resta nell'orbita del 'Circus'.

Gli svantaggi sono però notevoli. Prima di tutto manca completamente il 'ritmo gara',  correre è ben differente dall'allenamento. Rimanere un anno senza correre vuol dire rinunciare anche ad una parte fondamentale dell'allenamento, necessario per essere pronto al massimo.

È giusto quindi sacrificarsi?

La risposta a questa domanda, in conclusione, è relativa. Ogni pilota è conscio dei pro e dei contro della scelta ed  ognuno può metterli sulla bilancia. A voi la sentenza definitiva, in attesa di capire il futuro dei piloti che attualmente militano nelle categorie inferiori alla F1.

Alfredo Cirelli

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