WorldSBK | Esclusiva Yari Montella: "Un podio ad oggi è difficile"
Il pilota campano di casa Barni Racing Team Ducati ha parlato con noi della sua prima stagione in Superbike.

Con il campionato di WorldSBK che torna a correre sulla pista di Cremona, Yari Montella si è concesso ai nostri microfoni per fare il punto sulla sua prima stagione in Superbike con il team Barni Spark Racing.
Cremona una pista di gioie e dolori: “C'è un conto in sospeso tra me e Cremona”
Primo round italiano in sella ad una Ducati di un team di Superbike per Yari Montella, che in attesa di poter provare la nuova moto sulla pista cremonese, ci racconta il rapporto con questo tracciato, che lo ha visto l'anno scorso farsi sfuggire dalle mani punti importanti per il mondiale di WorldSSP.
Yari, innanzitutto è la tua prima volta in Italia da pilota di Superbike ufficiale, come ti senti?
Sono abbastanza emozionato, soprattutto perchè Cremona me la ricordo come una pista dove venivo a tredici/quattordici anni con la moto da allenamento, con mio padre, col furgone, quindi ritrovarmi qui adesso sulla stessa pista come pilota di Superbike è abbastanza emozionante.
Cremona è stata la pista dove l’anno scorso sei stato confermato in Superbike, ma anche quella dove per tua stessa ammissione hai perso il mondiale: cos’è che ti porti dietro dal round dell’anno scorso?
Alla fine mi ricordo una caduta ma ero in prima posizione, quindi non posso neanche essere così scontento, diciamo che forse c’è un conto in sospeso tra me e Cremona. Alla fine però è una pista divertente, piccolina e c’è un bell’ambiente. Spero si possa ripetere l’ambiente dell’anno scorso e di avvicinarci il più possibile ai risultati dell’anno scorso, questa volta senza la caduta.
Se dovessi fare una previsione per questo weekend quale sarebbe?
Fare una previsione è difficile, sarei contento di finire tutte e tre le gare all’interno dei primi otto e questo sarebbe abbastanza positivo. Realisticamente un podio ad oggi è un po’ difficile, anche se non si può mai sapere, magari domani mi sveglio e mi viene un lampo di genio. Sono consapevole del fatto che abbiamo delle aree in cui dobbiamo ancora migliorare sia io con la moto che il conoscere il limite della moto, oltre ad alcuni aspetti delle gare. L’abbiamo visto che il sabato ci costa un po’ portarlo al termine. Di positivo c’è che alla fine è vero che sono andati male tre sabati di fila, ma è successo per tre motivi diversi e questo è abbastanza rincuorante, vuol dire che non sono recidivo. Alla fine sono ottimista sul fatto che si possa fare un buon risultato, però da qui a dire che ambisco al podio la vedo un pochino azzardata.
L'anno da rookie e il rapporto con Danilo Petrucci: “Io penso a fare il mio percorso e a seguire la mia strada"
Nonostante il 2025 sia il suo primo anno in questa categoria, Yari Montella è piuttosto convinto di poter far bene, tenendo come obiettivo principale la costanza di risultati.
Per il resto del 2025 quali sono gli obiettivi?
Per il resto della stagione ti dico l’obiettivo sarebbe quello di fare qualche podio, questa è l’idea e vediamo se alla fine dell’anno l’ho raggiunto o meno. Sarebbe bello portare due, tre, quattro podi.
Vittorie?
Iniziamo con i podi, perchè mi piace pensarlo a gradi: pensare prima alla Top 5, poi al podio e poi dopo - se capita - alla vittoria.
L’atmosfera nel team Barni sembra quella di una famiglia, quindi com’è dividere il box con Danilo Petrucci? Ti ha fatto in qualche modo da mentore nel tuo debutto in Superbike?
C’è un lavoro così tanto intenso durante il fine settimana e durante i turni che fondamentalmente, nonostante condividiamo lo stesso box, ma è come se fossimo due piloti individuali. Io penso a fare il mio percorso e a seguire la mia strada e lui pensa alla sua, ci siamo trovati ad esempio ad Assen a parlare il giovedì, che è il giorno più tranquillo, quindi magari una domanda un consiglio ti scappa e lui è sempre stato abbastanza gentile da darmi una risposta genuina. Però alla fine durante il weekend sei così concentrato sul lavoro che potrei avere come compagno Petrucci come Marquez e credo sarebbe uguale.

Il passaggio dalla Moto2 al mondiale delle derivate: “Ora essere un campione del mondo di Supersport ha un peso diverso”
Il pilota campano è stato uno dei primi, insieme ad altri suoi ora colleghi in Superbike, a compiere il salto dalla Moto2 al mondiale Supersport, dando inizio a una tendenza che non sembra essersi fermata.
Tu sei stato uno dei primi a fare il salto dalla Moto2 alle Supersport e ora vediamo spessissimo piloti che dal motomondiale passano di categoria: secondo te quanto è cambiata la considerazione che si ha della Supersport da quando sei arrivato tu ad oggi?
Secondo me è cambiata abbastanza, basta vedere un po’ i risultati in termini di numeri e di tempi sul giro. Penso che la Supersport sia una categoria abbastanza particolare, l’anno scorso siamo stati tra i “fortunati” a poterci giocare il mondiale e quindi abbiamo visto che è una categoria che sembra una categoria di poco conto e quindi magari poco vista e cui puoi dare poco peso. Però è una categoria in cui fare risultato e riuscire a ripetersi durante l’anno in tutte le piste e in tutte le condizioni non è semplice. Bisogna essere bravi a lavorare di fino e anche ad essere precisi ed avere un metodo, non è più una categoria come magari prima si pensava in cui veniamo qua, scaldiamo le moto e facciamo due giri in pista. Magari un tempo era vista così ed era evidente nella differenza tra i primi e quelli che seguivano. invece adesso è diventato molto più estremo e questo secondo me è positivo, dà molto più valore alla categoria e anche in giro in altri campionati come la MotoGP, ora dire “sono un campione del mondo di Supersport” ha un peso diverso.
Il rapporto con Nicolò Bulega e il livello di performance in Ducati: “Ad oggi è il pilota che prendo come riferimento”
Nicolò Bulega e Yari Montella sono entrambi piloti che sono cresciuti in Supersport con Ducati e che ora approdano in Superbike con lo stesso costruttore, riportando quindi, a detto del pilota di Barni Racing, molte somiglianze in pista.
Chi è tra i piloti Ducati quello che ha il livello a cui aspiri di arrivare?
Tra tutti direi Bulega, che è il pilota Ducati più in alto in classifica ed è il leader del mondiale. Io ho la fortuna che correndo con la stessa moto abbiamo in condivisione i dati e posso paragonarli ai miei. Ad oggi è il pilota che prendo come riferimento, così come ho fatto in Supersport nel suo ultimo anno con Ducati e nel mio primo con Ducati, perchè alla fine siamo due piloti diversi, con due stili che sono diversi, ma non così tanto e in alcune cose siamo abbastanza simili e quindi studiarlo può avere un senso maggiore perchè so di che lingua stiamo parlando. Mentre invece paragonarmi a Danilo, che è il mio compagno di squadra, mi è venuto un po’ più difficile perchè abbiamo due stili completamente opposti.
In cosa vi somigliate tu e Bulega?
Un po’ sulla pulizia di guida e anche proprio sull’assetto della moto e di geometrie, su quello siamo abbastanza simili. In Supersport ho visto cose che lui faceva in moto, le ho apprese, le ho portate avanti e hanno dato i suoi frutti quindi continuerò ad analizzarlo.
A inizio stagione si è parlato molto di “Ducati Cup” e di predominio di sole Ducati, ma come la vede la competizione un pilota che una Ducati la guida?
Questa cosa si è sentita molto a Phillip Island e parlando con i piloti più esperti, come ad esempio Danilo, mi han detto che quella è sempre stata una pista particolare, un po’ perchè è la prima dell’anno, un po’ per il layout della pista, un po’ perchè forse si addice di più a Ducati che ad altre marche. Però alla fine abbiamo visto che ad Assen e a Portimao le cose sono ritornate abbastanza equilibrate. Poi è normale, le Ducati in griglia sono molte di più rispetto ad altri costruttori e ci sono molte più probabilità che ci siano quattro Ducati davanti rispetto a quattro Honda, ad esempio.
Tu percepisci che tra i diversi costruttori il livello sia equilibrato?
Faccio fatica a dirlo perchè è il mio primo anno in Superbike quindi io conosco solo questo tipo di moto. Io al momento non vedo differenze, però magari mi metto in sella ad una Yamaha e mi accorgo che magari è molto diversa.
Le differenze tra Supersport e Superbike: “È un attimo sbagliare strada”
Dopo il passaggio di categoria sono state tante le differenze da colmare, soprattutto in termini di elettronica, come ci ha confermato lo stesso Yari.
Si può dire che ad oggi tu sia riuscito a colmare la differenza tra Supersport e Superbike?
La differenza tra le due classi sto cercando di colmarla, perchè alla fine l’obiettivo di tutti è quello di essere il più veloce e adesso tra me ed essere il più veloce c’è ancora un gap da colmare, però vedo un andamento che va a migliorare e questo è molto positivo. Le differenze tra Supersport e Superbike non sono state poche, perchè parliamo di una moto completamente diversa e cambia anche il metodo di lavoro e le aree su cui lavorare. Ho iniziato a lavorare tanto di elettronica, cosa che in Supersport non facevo e anche di assetto della moto hai molte più aree su cui lavorare, sul telaio, sul forcellone più corto o più lungo, il canotto di sterzo più aperto o più chiuso, quindi tante cose che in Supersport non c’erano ed è un lavoro molto più di fino. Più difficile perchè in niente puoi perdere la strada, dato che hai così tante aree su cui devi stare attento ed è un attimo sbagliare e prendere la strada sbagliata.
Questo è il quarto appuntamento del calendario, quanto è migliorata la confidenza sulla moto? Iniziate a conoscervi meglio?
Di positivo c’è che quello che stiamo vedendo è che tutte le volte che entriamo in pista, che sia una sessione, una qualifica o una gara, riusciamo a migliorarci sempre e ad affinare sempre di più il mio feeling con la moto. Dai test fino alla gara di Assen lo step è stato abbastanza importante. In Olanda purtroppo poi sono finito dietro però abbiamo dimostrato di avere un ritmo abbastanza importante da poter stare in posizioni soddisfacenti e il risultato non rispecchia il nostro vero potenziale. Però sono stato contento perchè sto vedendo una linea sempre in crescita e mi piace l’idea di come sta salendo perchè alla fine sale in maniera consapevole e quindi ben venga.
Oltre a Cremona, c’è un’altra pista nel calendario in cui speri di far bene?
Di piste che rimangono, che mi piacciono e che sono curioso di vedere come sarà sono principalmente Donington ed Estoril di quelle che mi vengono in mente. Tra quelle che sono sempre state un po’ più ostiche ci sono Magny-Cours - anche se l’anno scorso ci ho vinto - e sarebbe curioso vedere l’approccio a una pista del genere con la Superbike. Poi quello che ho visto in questi anni è che una volta che riesco a crearmi un mio livello standard in termini di prestazioni riesco più o meno a eguagliarlo sempre da tutte le altre parti e questa è una cosa positiva. Ora abbiamo fatto tre gare, su tre piste diverse e abbiamo visto che come livello siamo sempre rimasti là. Questo è un trend che sono capace di portare anche cambiando pista.
Da Cremona - Valentina Bossi
Leggi anche: WorldSBK | Cremona: la storia di Angelo Bergamonti, il centauro cremonese