Aston Martin
Credits: Account X Aston Martin F1 Team

Il 2025 di Aston Martin è stato un campionato vissuto costantemente proiettato in avanti. Ogni fase della stagione è sembrata funzionale più a ciò che sarebbe dovuto arrivare che a ciò che stava realmente accadendo in pista. Gli aggiornamenti, le scelte tecniche, persino la comunicazione hanno restituito l’immagine di una squadra già mentalmente oltre l’orizzonte immediato. Il problema è che il campionato si è comunque dovuto correre, e il presente ha finito per chiedere conto di questa impostazione.

Ne è uscita una stagione ordinata, mai caotica, ma anche priva di veri momenti di rottura. Aston Martin ha attraversato il mondiale senza scosse, senza crisi evidenti ma anche senza lasciare traccia. Un campionato che ha dato l’impressione di essere una lunga fase di avvicinamento a qualcosa di più grande, ma che nel frattempo ha mostrato limiti strutturali difficili da ignorare.

Il presente sacrificato sull’altare del futuro

Aston Martin
Credits: Account X Aston Martin F1 Team

La parola più utilizzata per descrivere il 2025 è stata transizione, ma col passare dei mesi è diventato evidente quanto questo concetto abbia rischiato di trasformarsi in una zona di comfort. L’AMR25 non è stata una monoposto concettualmente sbagliata, né tantomeno disastrosa, ma è mancata di una vera identità tecnica. Non è mai stata un’auto aggressiva in ingresso curva, né particolarmente efficace sul passo gara, né abbastanza flessibile da adattarsi con facilità alle diverse tipologie di circuito.

La finestra di utilizzo si è rivelata spesso troppo stretta e la messa a punto ha richiesto compromessi continui. In più di un weekend la sensazione è stata quella di una vettura che chiedeva di essere interpretata più che sfruttata, con risultati altalenanti anche all’interno dello stesso fine settimana. Questo ha limitato la capacità del team di costruire continuità, uno degli elementi chiave nel centro gruppo moderno.

Sul piano gestionale Aston Martin ha scelto una linea prudente, quasi conservativa. Le strategie di gara sono state generalmente pulite, raramente disastrose, ma anche poco incisive. L’obiettivo è sembrato spesso quello di non sbagliare piuttosto che quello di sorprendere. Una filosofia che ha permesso di limitare i danni, ma che non ha mai spostato realmente l’inerzia della stagione.

In fabbrica, intanto, il lavoro ha chiaramente guardato oltre. L’ingresso progressivo di Adrian Newey nell’orbita progettuale del team, in ottica 2026, ha rappresentato un punto di riferimento silenzioso ma costante. La sensazione è stata che molte scelte siano state fatte più per accumulare dati, processi e struttura che per massimizzare il risultato immediato. Una scelta legittima, ma che ha lasciato il 2025 sospeso, incompleto.

Voto: 6

L’uomo che ha tenuto insieme il progetto

Fernando Alonso
Credits: Account X Aston Martin F1 Team

Se la stagione non è scivolata verso una mediocrità più profonda, il merito è stato in larga parte suo. Alonso ha affrontato il 2025 con un approccio estremamente lucido, adattandosi a una vettura che raramente gli ha permesso di esprimere appieno il suo talento offensivo. È stata una stagione di gestione, di lettura, di costruzione del risultato sul lungo periodo piuttosto che sul singolo exploit.

Lo spagnolo ha interpretato le gare con intelligenza, massimizzando ogni occasione utile e riducendo al minimo gli errori. Nei weekend più complicati è riuscito a portare a casa punti che sembravano fuori portata, mentre in quelli più favorevoli ha garantito solidità e leadership. Il suo contributo non si è limitato alla prestazione pura: è stato un riferimento tecnico costante, un punto di equilibrio in un contesto che spesso faticava a trovare una direzione chiara.

Non sono mancati momenti di frustrazione, comprensibili alla luce delle ambizioni e delle risorse investite, ma Alonso ha evitato che queste si trasformassero in cali di rendimento. In una stagione di attesa, è stato lui a dare un senso sportivo al presente, mantenendo credibilità e competitività in vista di un futuro che il team ha già iniziato a costruire attorno al progetto 2026.

Voto: 7

Ancora lontano dal ruolo richiesto

Lance Stroll
Credits: Account X Aston Martin F1 Team

Il 2025 avrebbe dovuto rappresentare un passaggio di maturazione definitiva, ma si è trasformato nell’ennesima stagione segnata dalla discontinuità. Stroll non è riuscito a trovare una vera linea di crescita e il confronto interno con Alonso ha messo in evidenza un divario che, anziché ridursi, è apparso spesso più marcato.

Il canadese ha alternato weekend solidi ad altri completamente anonimi, senza mai riuscire a costruire una sequenza di prestazioni convincenti. Le difficoltà sono emerse soprattutto nella gestione delle qualifiche e nella capacità di reagire alle gare compromesse: troppo spesso, una volta perso il filo del weekend, non è riuscito a rientrare nel flusso competitivo.

In una squadra che ha già scelto di sacrificare parte del presente in funzione del futuro, il secondo pilota avrebbe dovuto garantire stabilità e punti regolari. Questo contributo è mancato, rendendo ancora più evidente il peso specifico di Alonso all’interno del progetto. Con l’avvicinarsi del 2026 e con un progetto tecnico destinato a essere profondamente ristrutturato sotto l’influenza di Newey, la pressione su Stroll è inevitabilmente aumentata.

Voto: 5

Vincenzo Buonpane