F1 | La pit lane: il "campo di battaglia" nascosto del Circus
Quando la posizione in griglia diventa fondamentale, la lotta per ottenere la prestazione migliore il sabato diventa serratissima.

Nonostante il dominio (Baku a parte) messo in pista da McLaren, la stagione F1 2025 si sta rivelando entusiasmante e ricca di spunti interessanti. In particolare, le sessioni di qualifica in queste ultime gare stanno regalando emozioni e colpi di scena a ripetizione, ed è proprio qui che si svolge quasi sempre una delle battaglie forse meno appariscenti ma più importanti, e cioè quella per la posizione in pista al momento del giro veloce. Un interessante articolo uscito sul sito The Race in questi giorni ha analizzato la situazione.
Dal “liberi tutti” al tempo minimo imposto
Essere in grado di farsi trovare al posto giusto nel momento esatto è un valore fondamentale nella vita di tutti noi; in F1, lo è ancora di più. Ogni sessione di qualifica vive una storia a sé stante, ma c’è un denominatore comune su ogni tipo di tracciato, sia esso permanente o cittadino: chi è meglio piazzato ed è in grado di mantenere la vettura nella corretta finestra di utilizzo nel corso del suo giro avrà certamente tante possibilità in più di far segnare un tempo migliore rispetto ai rivali. È una questione di condizioni di pista, traffico, temperatura ottimale degli pneumatici; tutti fattori che, sommati tra loro, fanno la differenza e decretano il passaggio o meno del turno, oppure l’ottenimento della pole position e della prima fila. Proprio per questi motivi, spesso in pit lane assistiamo a vere e proprie “battaglie” per ottenere lo spot migliore.
La dinamica delle qualifiche in F1 ha subito un cambiamento importante negli ultimi anni, con l’imposizione da parte della Race Direction di un tempo minimo di percorrenza tra le due linee di safety car. La chiave, ovvio, resta quella di avere tutte le condizioni ideali, a partire dalle temperature delle gomme nella finestra corretta. In passato, più indietro si era nel gruppo e maggiori erano le possibilità di effettuare un giro più veloce rispetto a chi stava davanti, a causa delle condizioni migliori della pista; unica controindicazione poteva essere un’eventuale bandiera gialla. Questo portava a vivere situazioni molto particolari, soprattutto su alcune piste; un episodio su tutti, il Q3 di Monza 2019, quando in pratica tutti rallentarono perché non volevano essere i primi del gruppo, di fatto vanificando l’ultimo tentativo di tutti i 10 piloti impegnati. Per non parlare poi delle bandiere gialle provocate “apposta”, o presunte tali.
Per porre rimedio a tutte queste situazioni venne imposto, in maniera ufficiale e continua a partire dal 2023, un “delta-time”, un tempo minimo imposto ai piloti nel giro di lancio, in modo tale da evitare “ingorghi” e situazioni comunque pericolose e poco spettacolari anche per chi guarda in pista o in TV. Ma questo ha avuto un altro effetto, quello di vedere piloti lentissimi o praticamente fermi (nonostante questo sia vietato dal regolamento) nella fast lane della pit, dal momento che questa non è conteggiata all’interno del “delta-time”. Ma stare fermi o comunque essere lentissimi nella corsia dei box comporta sempre un drop importante delle temperature degli pneumatici e, spesso, un surriscaldamento che non fa certo bene alle componenti meccaniche delle vetture. Per questo motivo, essere al termine della fila non è più così vantaggioso come in passato.
Il campo di battaglia dei team
Con il passare delle gare, e una volta compresi tutti gli aspetti della nuova regolamentazione relativa alle tempistiche da rispettare, i piloti e i team hanno iniziato ad essere sempre più aggressivi in pit lane, creando anche situazioni abbastanza pericolose. Considerando il divieto di sorpasso esistente nella corsia box, infatti, trovarsi davanti una vettura lenta o che esce dai box cercando di prendere la posizione può diventare troppo deleterio per chiunque, anche tra i top team. Per evitare incidenti, è stato poi specificato che una macchina è da considerare in fast lane quando almeno una ruota è interamente oltre la linea bianca che la delimita, ma questo non ha certo messo un freno alle situazioni di pericolo che costantemente si creano.

Per questi motivi, la posizione in uscita dai box è diventata fondamentale. I team posizionati in fondo alla pit, gli ultimi in base alla classifica della stagione precedente, possono usufruire di una posizione di vantaggio da questo punto di vista, avendo meno metri da percorrere sul nastro d’asfalto a velocità ridotta e quindi meno possibilità di incappare in un “blocco”. Ma tutto questo, da quanto riportato, ha dato il via ad una vera e propria “guerra psicologica” tra le scuderie, con meccanici che spiano i rivali e vetture che vengono portate dentro e fuori dai garage per trarre in inganno le altre squadre. Ovvio, si cerca di stare concentrati su sé stessi, ma un occhio a cosa fanno gli altri viene sempre lanciato.
Stando così le cose, viene quasi da chiedersi come si evolverà la situazione nel 2026, almeno per un paio di fattori da non sottovalutare. Le nuove vetture, infatti, perlomeno secondo le simulazioni, saranno ancora più sensibili alle variazioni di temperatura degli pneumatici, costringendo tutti ad una maggiore attenzione a questo aspetto. Inoltre, Cadillac entrerà nel gruppo, portando altre due vetture nel gruppo e creando quindi ulteriori possibilità per situazioni complicate. Vedremo come andrà; quel che è certo è che anche questo aspetto, in una F1 in cui i sorpassi restano complicati, ha e continuerà ad avere un’importanza capitale.
Nicola Saglia