F1 | GP Stati Uniti, Mercedes: un weekend tra segnali incoraggianti e limiti evidenti
Russell chiude sesto, Antonelli fuori dai punti: Mercedes conferma solidità sul passo gara ma resta distante dalla vetta

Il weekend texano della Mercedes al GP Stati Uniti si è chiuso con sensazioni contrastanti: da un lato, un passo gara incoraggiante e solidità complessiva; dall’altro, la consapevolezza di non avere ancora quel qualcosa in più per sfidare a viso aperto i top team. George Russell porta a casa un sesto posto onesto ma non esaltante, mentre Kimi Antonelli vive una domenica complicata e chiude lontano dalla zona punti. Un bilancio agrodolce, che fotografa alla perfezione lo stato attuale della squadra.
Qualifiche: buone sensazioni ma manca lo scatto decisivo
La prima spia di un weekend “a metà” si è accesa già in qualifica. La Mercedes ha mostrato un potenziale solido, ma non sufficiente per inserirsi nella lotta per la pole. George Russell ha fermato il cronometro in quarta posizione, mentre Antonelli ha chiuso settimo, leggermente più indietro di quanto ci si aspettasse dopo i segnali positivi delle libere.
“Oggi non è stata una gran giornata… Non eravamo assolutamente nella lotta per la pole", ha ammesso Russell, commentando la sua performance. Le sue parole hanno fotografato bene il momento della W16, competitiva ma non esplosiva. A Stoccarda lo sanno: manca ancora un ultimo step per agganciare il treno di chi si gioca le prime file con continuità.
Anche dal muretto la lettura è stata lucida: il direttore tecnico James Allison ha parlato di “occasioni mancate”, spiegando che un giro più pulito in Q3 avrebbe potuto portare la squadra fino alla seconda posizione con Russell e alla quinta con Antonelli. Un margine sottile, ma che in Formula 1 fa tutta la differenza.
Sprint Race: segnali di forza nel passo gara
Il sabato sprint ha invece lasciato qualche sorriso in più. Russell ha mostrato un passo solido e costante, chiudendo al secondo posto alle spalle di Max Verstappen. Un risultato che non ha portato punti pesanti in ottica campionato, ma che ha testimoniato la bontà della vettura in configurazione gara.
La Mercedes ha infatti confermato di avere una base competitiva nelle lunghe percorrenze, soprattutto nelle condizioni di degrado medio-alto tipiche di Austin. Un aspetto che, se abbinato a qualifiche migliori, potrebbe permettere al team di giocarsi piazzamenti più prestigiosi.
Gara: Russell limita i danni, Antonelli sfortunato
La domenica, però, ha messo in evidenza tanto i pregi quanto i limiti attuali della squadra. Russell partiva dalla quarta casella, ma un contatto ravvicinato alla prima curva lo ha costretto ad alzare il piede, perdendo posizioni preziose. Da quel momento, la sua gara è stata tutta in gestione: senza problemi particolari, ma senza neppure reali opportunità di risalire. Il britannico ha chiuso al sesto posto, consapevole che qualcosa in più sarebbe stato possibile: “La partenza ha fatto la differenza. Da lì in poi è stata una gara solitaria. Il passo era buono, ma non sufficiente per attaccare davanti”.
Peggio è andata a Kimi Antonelli. Dopo una qualifica promettente, l’italiano è stato coinvolto in un contatto con Carlos Sainz nei primi giri, scivolando in fondo al gruppo. Nonostante un ritmo discreto nella seconda parte di gara, la rimonta non è mai davvero decollata e la bandiera a scacchi lo ha visto tredicesimo. Un’occasione sprecata, soprattutto perché lottava per punti importanti in ottica campionato.
L'analisi: forte sul passo gara, meno sul giro secco
Il weekend di Austin ha confermato una tendenza ormai ricorrente: la Mercedes è più vicina ai vertici sul passo gara che non sul giro secco. Lo ha spiegato bene Russell, sottolineando che la vettura dà il meglio di sé quando corre “più alta” e in condizioni di carico meno estremo, l’esatto contrario di quanto accade ai rivali, che traggono il massimo in qualifica.
A questo si aggiunge la gestione gomme, un fattore chiave ad Austin. La squadra ha lavorato bene con le mescole, riuscendo a mantenere stabilità nelle fasi più calde della gara. Tuttavia, partire qualche metro più avanti avrebbe potuto cambiare radicalmente il bilancio della domenica.

Le parole dei protagonisti
Russell non ha usato giri di parole:
Non potevamo lottare per la pole, ma sapevamo che in gara saremmo stati più forti. Se fossimo riusciti a uscire indenni da curva 1, forse il podio era alla portata.
Antonelli, dal canto suo, ha preferito guardare avanti:
Ogni gara è un’occasione per imparare. Questo weekend è stato complicato, ma sappiamo di avere il potenziale per fare meglio.
Parole che raccontano due momenti diversi: l’esperienza e la concretezza di Russell da un lato, la crescita costante di Antonelli dall’altro.
Classifica costruttori e prospettive
Il sesto posto di Russell non cambia molto gli equilibri in classifica: Mercedes consolida la seconda posizione tra i costruttori tenendo botta, anche grazie ai punti della Sprint, ai risultati domenicali della Ferrari, ma per tornare realmente in lotta servirà un miglioramento netto in qualifica, condizione indispensabile per trasformare un buon passo gara in risultati pesanti.
Al contempo, il team può guardare con un certo ottimismo al futuro. Il lavoro di sviluppo sta portando risultati tangibili e la stabilità contrattuale dei piloti permette di pianificare con continuità. Antonelli cresce, Russell è una certezza: due elementi che, se supportati da un pacchetto tecnico all’altezza, possono diventare una combinazione molto solida.
Austin non è stata né un trionfo né un disastro per Mercedes. È stata, piuttosto, l’ennesima conferma di una realtà chiara: il potenziale c’è, ma manca ancora il colpo di reni decisivo per riportare la squadra a giocarsi la vittoria. Se il team riuscirà a sbloccare la qualifica e a mettere Russell e Antonelli nelle condizioni ideali fin dal via, i podi potrebbero tornare a essere una costante. Fino ad allora, servirà massimizzare ogni weekend, anche quelli “a metà” come questo.
Vincenzo Buonpane