JuniorGP | Esclusiva Brian Uriarte: "Il leader sono io, la pressione è sugli altri"
Dal successo in Rookies Cup al futuro nel Motomondiale: la mentalità vincente di Brian Uriarte.

In occasione del round di Misano del JuniorGP, abbiamo avuto l'occasione di parlare con Brian Uriarte, campione della Red Bull Rookies Cup 2025. Lo spagnolo è considerato uno dei talenti più promettenti del motociclismo e, dopo una stagione da protagonista, nel 2026 farà il grande salto nel Motomondiale con il team KTM Ajo, prendendo il posto di Josè Antonio Rueda che passerà in Moto2.
Misano, una pista speciale: “Ho fatto delle belle gare qui”
Hai appena vinto il titolo della Red Bull Rookies Cup, ti dà una motivazione extra per questo fine settimana?
“Sì, è stato un momento molto speciale, inoltre è stato su questo stesso circuito e ogni volta che faccio un giro me lo ricordo. Però bisogna anche mettere un po’ da parte i sentimenti e concentrarsi su questa categoria. É anche questa la difficoltà di essere pilota: a volte gli elogi sono difficili da tenere a mente e saper separarli non è facile. Però è vero che è una motivazione extra e che gli altri sanno quello che hai ottenuto; è qualcosa di mentale che può influenzare anche loro”.
Quali differenze noti tra il Junior GP e la Red Bull Rookies Cup?
“In realtà è praticamente la stessa cosa, però è vero che dentro a un team sei accompagnato molto meglio. Nella Rookies è più come un allenamento: devi andare lì senza nessuno a cui dire com’è andata o esprimere i tuoi sentimenti quando scendi dalla moto. Hai tuo padre, e io ho il mio manager, ma ci sono persone che non hanno nemmeno quello. Qui ho una struttura alle spalle, persone molto valide attorno a me, e credo che questo faccia sì che io mi senta più a mio agio e guidi molto più tranquillo. Però, il livello è lo stesso ed è molto alto. Quest’anno, nel Junior GP, avere un team alle spalle e una struttura molto buona, alla fine ho un team che è praticamente del Campionato del Mondo, credo che mi stia aiutando ad essere un passo avanti rispetto agli altri. Però gara dopo gara tutti stanno migliorando e alzando il livello, quindi penso che quest’anno posso prepararmi molto bene per le prossime gare”.
Hai vinto più volte su questo circuito, ti piace particolarmente o si adatta al tuo stile di guida?
“Ho vinto qui varie volte; già nel campionato italiano ho ottenuto la mia prima vittoria su questo circuito, e anche nella Rookies Cup ho fatto delle belle gare. Vediamo come andrà questo fine settimana. Credo di essere un pilota che si adatta molto bene a tutti i circuiti in generale, ma è vero che questo circuito mi piace molto perché ha molte frenate e accelerazioni, che penso siano il mio punto forte. Fin da piccolo ho fatto molto gear track e flat track, e credo che questo mi aiuti anche ad avere più fiducia nelle frenate. Inoltre i dossi lo rendono più difficile, quindi penso che sia un buon circuito per il mio stile di guida”.
Hai 17 punti di vantaggio, senti la pressione?
“La verità è che no, non mi sento sotto pressione perché il leader sono io. Penso che la pressione debba averla qualcun altro, perché alla fine sono io quello che ha il margine e che può permettersi un errore; e credo che ci siano altre persone che non possono permetterselo. É chiaro che per ora siamo i più veloci questo fine settimana, però c'è ancora la gara davanti e vediamo come andrà. Finora stiamo andando abbastanza bene, ma bisogna continuare così anche domani, quindi sarà difficile”.

Una stagione di crescita e successi
Hai ottenuto risultati straordinari quest’anno: ce n’è qualcuno più importante degli altri?
“Senza dubbio il campionato è qualcosa di speciale. Però ci sono anche vittorie come quella di Jerez, soprattutto la seconda. Penso sia stato un ultimo giro da pazzi, ed è la mia specialità, credo, gli ultimi giri. Penso di essere un pilota abbastanza forte nei corpo a corpo, e, quelle due vittorie sono state molto belle. Potrei scegliere quelle, ma penso che il campionato sia al di sopra di tutto”.
In cosa senti di essere migliorato di più quest’anno?
“Principalmente ho migliorato la mentalità, e questo mi stia aiutando nel mio stile di guida. Alla fine, guidare più tranquillo ti aiuta a far funzionare tutto meglio. Penso che sia un punto forte su cui sto migliorando e su cui c’è ancora da lavorare, ma che mi sta aiutando molto in questa stagione per essere attualmente uno dei migliori in pista”.
Tra i tuoi rivali, chi ti ha spinto di più a migliorare?
“Alla fine il livello qui è molto alto e non c’è nessuno in particolare che vedo che mi abbia spinto tanto. Però è vero che in questa stagione ci sono stati tantissimi rivali che sono stati molto forti, e anche nelle stagioni passate. Non c’è stato un pilota in particolare, perché queste categorie sono molto combattute e ogni volta hai un pilota molto vicino, ogni giorno hai un’altra persona vicina, a ogni curva hai qualcuno dietro o davanti ed è anche molto difficile sapere o prevedere chi avrai vicino in gara. Per questo ti dico che non è facile nemmeno dirti una persona. Però sì, senza dubbio il livello mi sta aiutando a crescere molto”.
Tra idoli e futuro
Quali piloti sono stati i tuoi punti di riferimento quando hai iniziato a correre?
“Il riferimento chiaro è sempre stato Marc Márquez. Alla fine, io quando ho iniziato a guardare le gare di velocità era nel 2014-2015, che è stato quando un rookie è arrivato in MotoGP dal nulla e ha iniziato a vincere tutto. Questo vuol dire che è un pilota molto bravo e che è molto completo, sia mentalmente che nello stile di guida, e penso che in questo momento sia un passo avanti a tutti. Però, anche Valentino [Rossi] è stato un grande riferimento, perché ha molto carisma e ha saputo svilupparsi molto bene nella sua carriera sportiva. Si è fatto conoscere molto bene e penso che sia la persona che ha dato un nome a questo sport”.
Pensi di avere qualche caratteristica in comune con Marc e Valentino?
“Non lo so, è molto difficile. Non sono al loro livello in questo momento. Però, credo di essere un pilota che, se fa le cose bene e ascolta chi deve ascoltare, potrebbe riuscire ad avvicinarsi a loro. Ma è molto difficile eguagliarli o superarli, praticamente impossibile. Alla fine sono persone che sembrano avere dei superpoteri, hanno fatto cose straordinarie. E alla fine gli è andata molto bene nella loro carriera sportiva, ma anche la fortuna deve stare dalla tua parte. Ma credo che, in questo momento, ho le armi, le persone giuste attorno e per il futuro ho davanti a me dei progetti molto buoni, che penso possano aiutarmi molto anche a crescere personalmente e come pilota”.
Guardando al futuro: se arrivasse una chiamata dal Motomondiale, saresti pronto?
“In questo momento ti direi di sì. Però, quella chiamata è già arrivata, e l’anno prossimo sarò nel Campionato del Mondo. La verità è che mi sento molto pronto, adesso sono in un momento molto buono, in un momento dolce, come dice il mio manager. Però, ho ancora una stagione davanti da finire, e penso che questo mi servirà ancora di più per arrivare molto più preparato a quel primo momento su una moto del campionato del mondo”.
Da Misano - Giulia Pea