Nella giornata di ieri Troy Bayliss è stato protagonista di una diretta Instagram sulla pagina ufficiale Ducati Corse. Troy ha ripercorso tutti i successi ed anche qualche momento buio della sua lunga carriera in Ducati.

Troy Bayliss per gli appassionati di Superbike non ha bisogno di presentazioni ma se negli ultimi 25 anni avete vissuto in un eremo lontano dalla civiltà ecco cosa vi siete persi. Bayliss ha corso 156 gare in WorldSBK, solo due di queste senza una bicilindrica di Borgo Panigale. L’australiano ha vinto 52 gare ed è salito sul podio 94 volte: tutto questo gli ha permesso di vincere 3 titoli mondiali. I tre centri sono arrivati con tre modelli diversi: il primo nel 2001 con la 996, il secondo nel 2006 con la 999, mentre l’ultimo nel 2008 con la 1098 nella stagione d’addio alle corse. A questi successi va però aggiunto anche uno speciale, avvenuto nell’ottobre del 2006. Già laureatosi campione del mondo WorldSBK, Ducati porta Troy come sostituto di Sete Gibernau e l’australiano vince la gara in solitaria davanti al compagno di squadra Troy Bayliss.

Ciao a tutti ragazzi! Come state?” - esordisce l’australiano nella videochat mediata da Ringo. L’australiano inizia poi a ricordare quelli che sono stati i suoi successi più importanti. “Nella mia carriera ho vissuto molti momenti belli come le vittorie. Di sicuro il successo a Valencia nell’ultima gara della MotoGP 2006 è stato speciale, ma personalmente quello dove ho goduto di più è stato a Monza nel 2000”. Troy al debutto sulla 916 ufficiale in sostituzione di Carl Fogarty resta nel gruppo di testa tutta la gara battagliando con Yanagawa, Haga, Chili ed Edwards. Al nono giro Troy si trova quinto del gruppo ad inizio rettilineo ma con una staccata incredibile alla prima variante supera i quattro piloti, mettendosi al comando ed andando poi a vincere la gara. “Quella è stata una corsa pazzesca. Sono convinto che quel sorpasso alla prima variante rimarrà nella storia.

Effettivamente se a distanza di venti anni tutti noi abbiamo ancora nella mente quelle immagini direi che si Troy, è rimasto nella storia. Tanto che giusto qualche settimana fa lo abbiamo inserito nella classifica dei 5 sorpassi più iconici del mondiale Superbike. Troy è poi passato a parlare degli avversari e del suo presente accanto al figlio. “Penso di aver avuto una bella carriera e di aver sfidato i piloti più grandi piloti di quegli anni, Colin Edwards ma anche Noriyuki Haga. Le moto sono ancora la mia passione e non voglio pensare di smettere e mettermi a fare il manager. Preferisco vivere in pista con mio figlio Oli”.

Sul presente della Superbike si è fermato solo ad una battuta su Scott Redding, in forza al team Aruba. “È un pilota tosto che nel BSB ha dimostrato il suo valore dopo aver lasciato la MotoGP. Ha fatto una sola gara nel WorldSBK è presto per dare un parere però sicuramente è un pilota che può stare nella top5”.

Mathias Cantarini