Credits: Red Bull Content Pool
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Questa è la domanda che circola tra gli appassionati di Formula 1 da qualche settimana a questa parte. In molti lo sperano, non tanto per un tifo nei confronti del pilota olandese, quanto per la speranza di vedere accendersi una lotta mondiale in un campionato che, fino ad oggi, è stato avaro di emozioni.

Lo scenario mondiale

Dopo la sosta estiva, il dominio McLaren sembra aver subito una piccola battuta d’arresto, mentre il numero uno della Red Bull si è risvegliato. Nelle ultime quattro gare è stato in grado di incasellare due secondi posti e due vittorie consecutive. Mentre Oscar Piastri e Lando Norris sembrano aver perso lo smalto che li aveva contraddistinti fino al gran premio di Ungheria.

I numeri non mentono: Verstappen è riuscito a recuperare 34 punti negli ultimi quattro appuntamenti e a ridurre il distacco mondiale a 63 lunghezze. Con tre sprint e sei gare da disputare quei 63 punti che separano l’olandese volante - terzo in classifica - dal leader del mondiale Oscar Piasti sembrano comunque moltissimi; una vera mission impossible.

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Da solo contro tutti

Se è vero che le ultime gare hanno dato ragione all’olandese, bisogna però guardare in faccia la realtà: il duo McLaren è ancora quello da battere. Monza e Baku erano due tracciati non favorevoli alla loro vettura, per via di una conformazione che favoriva un bilanciamento aerodinamico scarico. A Zandvoort, invece, sarebbe stata una doppietta McLaren senza il guasto di Norris, e ha comunque trionfato Piastri. 

Nell’ultimo Gran Premio di Singapore, Norris non ha avuto la possibilità di dimostrare quanto fosse superiore il suo passo gara rispetto alla Red Bull che gli ha impedito di avere strada libera per tutta la corsa. Va poi ricordato che ora il team di Woking ha vinto il campionato costruttori – il decimo della sua storia – e può concentrare tutti gli sforzi sul mondiale piloti.

Ma forse proprio questo aspetto potrebbe essere uno dei maggiori punti a favore per portare a termine l’impresa mondiale. Se fino ad ora Norris e Piastri erano “tenuti al guinzaglio” per assicurarsi il titolo costruttori, ora sarà lotta aperta; e ne abbiamo già avuto un assaggio domenica in curva tre. Questo nuovo scenario potrebbe portare ad errori, contatti e addirittura ritiri: eventualità che andrebbero inevitabilmente a favore di Max. 

Così come i pacchetti di aggiornamenti portati dalla Red Bull tra Monza e Baku che sembrano aver ridato stabilità e velocità alla RB20. Stessa cosa sembra essere accaduta domenica alla Mercedes che, se si dovesse rivelare competitiva in altri tracciati, potrebbe rubare punti preziosi ai piloti McLaren.

Ma sarà la pressione il fattore decisivo: non solo quella interna tra Norris e Piastri, ma quella che Max eserciterà su di loro. A Baku abbiamo visto le debolezze dei due: Piastri a muro in qualifica, sbaglia la partenza e poi ancora a muro in gara, un disastro; Norris incapace di capitalizzare, chiude solo settimo. Verstappen invece è stato il solito mastino, portando a casa il massimo.

Prima del Gran Premio dell’Azerbaijan, aveva invitato alla calma dichiarando ai microfoni di Sky Sport.

Se nutro speranze per il quinto titolo? Io non mi affido alla speranza, ma mancano solo sette gare e 69 punti da recuperare sono tanti. Personalmente non ci penso. Affronto una gara alla volta, come ho fatto per tutta la stagione. Dopo Abu Dhabi sapremo.

Eppure sappiamo tutti che Verstappen è come uno squalo: quando sente l’odore del sangue, attacca. È un quattro volte campione del mondo e sa come si vincono i campionati. Il primo lo ha vinto contro Lewis Hamilton in una lotta senza esclusione di colpi. L’anno scorso, appena Norris si è avvicinato, lo ha rimesso al suo posto nonostante una macchina inferiore.

Se esiste un pilota in grado di trasformare una mission impossible in realtà, quello è Max Verstappen. I prossimi appuntamenti del mondiale F1 diranno se potrà davvero riscrivere la storia, ma una cosa è certa: quando il numero 1 sente che la preda è vicina, il Mondiale non è mai davvero finito.

Simone Cigna