L'ultima puntata della saga Red Bull relativa ai piloti delle proprie scuderie di F1 ha visto Daniel Ricciardo prendere il posto di Nyck De Vries: per quanto la storia assomigli a tante altre viste nel corso degli ultimi anni, proprio alla corte di Helmut Marko, le dinamiche sottolineano un problema che, allo stato attuale, affligge il gruppo Red Bull impegnato nel Circus, nonostante i fantastici risultati raccolti dalla scuderia di Milton Keynes.

Il cambio in corsa tra Ricciardo e De Vries in AlphaTauri non arriva come un fulmine a ciel sereno, perché da qualche tempo radio box aveva segnalato qualche incertezza sul futuro di Nyck con la scuderia faentina. Avviene tuttavia in maniera repentina, con il perfezionamento del "colpo" prima della pausa estiva, sancita dal GP d'Ungheria.

L'ingaggio di Nyck De Vries

Nelle dieci gare fino ad ora disputate, l'olandese non ha raccolto punti, a differenza del compagno di squadra Yuki Tsunoda, che ne ha conquistati due. Se nel corso degli anni abbiamo imparato qualcosa di contrattualistica applicata alla F1, risulta evidente come, benché il benchmark di Tsuonoda rimanga a portata di tiro, il rendimento di De Vries abbia attivato qualche clausola che ne ha innescato la fuoriuscita.

L'ingaggio di De Vries in AlphaTauri ha seguito un iter piuttosto inusuale per la scuderia faentina. Nyck non proviene dal programma junior del gruppo Red Bull, da questo punto di vista la sua "formazione" ha a che fare con McLaren, e non costituiva nemmeno la prima scelta, almeno secondo le speculazioni, per la scuderia diretta da Franz Tost. In ottica 2023, Colton Herta pareva candidato al volante AlphaTauri, ma la questione super-licenza ha mandato in fumo l'operazione.

A quanto sembra i faentini avevano intenzione di portare in scuderia Mick Schumacher, fuoriuscito da Haas e dalla FDA. Opzione finita nel nulla, in quanto il tedesco ha firmato come terzo pilota AMG Mercedes. De Vries, probabilmente in forza dello spettacolare risultato nell'unica gara di F1 disputata (Monza 2022, in sostituzione di Alex Albon), ha trovato le porte aperte nella scuderia faentina, che lo ha messo sotto contratto.

Il "fu" programma junior Red Bull

Come sottolineato, AlphaTauri (in sinergia con il gruppo Red Bull) non ha ritenuto abbastanza "forte" la candidatura dell'unico talento disponibile all'epoca, Liam Lawson ("dirottato" nella SuperFormula giapponese), per un sedile da titolare nella scuderia. Ha dovuto quindi andare sul mercato e vedere le opzioni disponibili (poche, considerando il periodo nel quale AlphaTauri ha mosso i propri passi). Non avendo una "storia" in questo tipo di situazione, AlphaTauri ha visto progressivamente svanire le scelte migliori e ha portato a bordo l'unico free agent, in linea con il profilo cercato, disponibile.

La F1 attuale vive una fase di stallo per quanto riguarda i programmi junior. In buona sostanza il numero limitato di posti disponibili nel Circus, la sostenibilità delle operazioni e un periodo di "magra" per quanto riguarda piloti buoni in età da F1, spiegano la situazione attuale. FDA, per esempio, aveva un vivaio molto interessante tra il 2018 e il 2019, progressivamente svanito e attualmente non pervenuto.

Il gruppo Red Bull, che ha una storia molto strutturata nella ricerca e crescita di talenti, negli ultimi anni ha "prodotto" il solo Yuki Tsuonoda, per quanto quest'ultimo sia legato alle operazioni Honda. La situazione appare piuttosto evidente se pensiamo agli assetti delle line-up nelle due scuderie del gruppo Red Bull. Entrambe hanno dovuto "pescare" dal mercato uno dei due piloti alla guida delle monoposto.

Daniel Ricciardo

Daniel Ricciardo aveva salutato Red Bull alla fine del 2018 dicendo che "non sentiva amore" da parte della scuderia. Chiusa anzitempo la collaborazione con McLaren alla fine del 2022, per il 2023 l'australiano aveva optato per il rientro a Milton Keynes, ma in veste di terzo pilota. Ricciardo non ha svolto molta attività in pista nel 2023, se non il test Pirelli dopo il GP di Gran Bretagna. Prova, secondo le speculazioni (chissà quanto attendibili), nella quale ha mostrato un passo incredibile nonostante l'inattività.

Detto fuori dai denti, nonostante le dichiarazioni a protezione battute dalla scuderia, notiamo un problema con Sergio Perez. Negli ultimi cinque GP Checo ha clamorosamente mancato la fase finale di qualifica. Lo abbiamo detto più volte: la scuderia di Milton Keynes ottimizza il pacchetto intorno a Max Verstappen e il compagno di squadra deve lavorare con uno strumento che magari non va incontro alle proprie esigenze di guida.

Per ora il messicano mantiene la seconda posizione in campionato, ma soprattutto Verstappen ha una superiorità talmente evidente che il gap nei mondiali non è minimamente in discussione. Tutto molto bello, ma se l'idillio finisse e, per dire un nome, Mercedes tornasse a giocare ruolo di spina nel fianco, cosa succederebbe? Vista la forma attuale, risulta difficile pensare a un Sergio Perez che agisce da scudiero nei termini visti nel 2021 o come faceva Valtteri Bottas con Lewis Hamilton ai tempi che furono.

Sergio Perez nel mirino

Probabilmente non andiamo molto lontani dalla realtà nel dire che Ricciardo punti moltissimo al posto in Red Bull a fianco di Verstappen negli anni a venire. L'australiano ha un'età per cui la maturità agonistica ha ormai una forma ben consolidata, con tutti gli annessi e connessi. D'altro canto, tuttavia, Red Bull pare avere necessità di mettere alla prova l'australiano per vedere se ha quello che serve per sostituire Sergio Perez.

In quest'ottica, dunque, vediamo una spiegazione nel repentino movimento di mercato che ha scombussolato la griglia del campionato 2023. Una spiegazione che evidenzia un problema abbastanza importante per il gruppo Red Bull. Per un gruppo abituato ad avere un forte turnover di talenti, dopo Max Verstappen intravvediamo il nulla. All'epoca dei successi di Sebastian Vettel, Red Bull aveva tra le sue linee Daniel Ricciardo, pronto per la F1, e, più in basso, proprio Max.

La quadratura del cerchio

Il gruppo Red Bull deve trovare una quadratura del cerchio, da questo punto di vista, se vuole continuare a competere in F1 con la politica sui piloti che l'ha sempre caratterizzato. Se domani Max Verstappen decidesse di cambiare aria e scuderia, il gruppo non avrebbe un sostituto di sostanza e dovrebbe lanciarsi nel mercato, con tutti i rischi del caso, come la vicenda di De Vries sottolinea.

Probabilmente il processo di revamping di tutta la struttura del programma junior andrà applicato a più livelli. Diventerà chiave capire cosa riserverà il futuro dell'entità AlphaTauri e quali saranno gli orizzonti della struttura affidata al nuovo CEO, Peter Bayer, coadiuvato da Laurent Mekies come nuovo Team Principal al posto di Franz Tost. In un certo senso, l'avvicendamento De Vries - Ricciardo dovrà insegnare qualcosa, o almeno far suonare qualche campanello di allarme, al gruppo Red Bull se non vogliono svegliarsi, un domani, con una struttura tecnica di prima categoria non supportata da una "linea" di piloti all'altezza.

Luca Colombo