Archiviata la prima metà di campionato, per i team di MotoGP è tempo di fare i primi bilanci. Andiamo quindi ad analizzare la stagione disputata fin qui da Yamaha, apparsa in grande difficoltà sulla maggior parte dei circuiti. Una crisi nera – come testimonia il quinto (e ultimo) posto nella classifica costruttori – da cui la Casa dei tre diapason sembra non riuscire a uscirne.

UN 2023 FIN QUI DA INCUBO

Come detto, il bilancio di questo 2023 è – almeno per ora – disastroso per Yamaha. Ultimo tra i costruttori della MotoGP, il team giapponese continua a faticare e sembra essere ben lontano dal poter anche solo impensierire i rivali. Lo testimoniano i risultati ottenuti fin qui in pista: due soli podi, entrambi di Fabio Quartararo, di cui uno nell'ultima Sprint Race (GP d'Olanda, ndr). Troppo poco per la Casa di Iwata, alle prese con una crisi tecnica senza precedenti.

Dopo il finale di stagione 2022, nel quale Yamaha non era stata in grado di fornire al pilota francese una moto all'altezza di Ducati, ci si aspettava una reazione da parte del team. Nei primi test ufficiali, disputati a Sepang lo scorso febbraio, sembrava che la strada intrapresa fosse quella giusta, con Quartararo che si era detto "molto contento della velocità massima" anche se consapevole del fatto che fosse necessario lavorare ancora molto per raggiungere gli altri. Queste speranze, però, hanno iniziato a scricchiolare già nei successivi test di Portimão, a una settimana dal via della stagione, dove è emerso chiaramente che Yamaha sarebbe partita più indietro rispetto ai rivali.

Testa a testa tra Quartararo e Morbidelli | Credits: Monster Energy Yamaha MotoGP (via Twitter @YamahaMotoGP)

L'inizio del campionato ha poi fugato ogni dubbio: già in Portogallo, nella gara inaugurale, si è visto il (non) potenziale della moto, con Quartararo solamente ottavo (decimo nella Sprint Race, ndr) e Morbidelli addirittura quattordicesimo (stesso piazzamento anche nella SR, ndr). La musica non è poi cambiata nelle successive gare, che hanno sempre visto i piloti lontani dalle posizioni che contano, pur con qualche – rara – eccezione (Fabio in Texas e Olanda, Franco in Argentina, ndr). Arrivati a metà stagione la classifica generale è impietosa: nono Quartararo e undicesimo Morbidelli. Davvero troppo poco.

I SOGNI INFRANTI DI FABIO QUARTARARO

La stagione 2023 fin qui è stata una delusione per Fabio Quartararo. Presentatosi da Vice-campione del Mondo, fin dai test in Malesia di inizio anno il francese era ben consapevole di non avere ancora una moto all'altezza delle rivali, ma nessuno si sarebbe aspettato una crisi tecnica simile.

Come detto, le difficoltà di Yamaha si sono viste fin dalla gara d'esordio, in Portogallo, che ha visto Fabio chiudere al decimo posto la prima Sprint Race della MotoGP, a cui ha fatto seguito un'ottava piazza nella corsa della domenica. Un risultato tutt'altro che incoraggiante per colui che fino a qualche mese prima si stava giocando il titolo mondiale. Nei round successivi la musica è rimasta la stessa, con il francese che ha sempre dovuto guidare al limite (o addirittura oltre) per provare a rimanere in top ten. Nonostante ciò, il francese è stato bravo a sfruttare ogni possibile occasione per fare risultato. La prima in Texas dove, complice anche le numerose cadute, è arrivato un insperato terzo posto in gara; la seconda, invece, nella Sprint Race di Assen, conclusa anch'essa in terza posizione nonostante una caviglia fratturata.

Fabio Quartararo in azione in sella alla sua M1 | Credits: Monster Energy Yamaha MotoGP (via Twitter @YamahaMotoGP)

Due soli podi (di cui uno solo in gara) sono davvero troppo poco per un pilota che l'anno scorso è arrivato a contendersi la corona con una Ducati tecnicamente inavvicinabile. Il talento non si discute, ma nella MotoGP attuale sarà difficile provare a inserirsi nella lotta per le posizioni che contano senza un mezzo alla sua altezza.

IL RISCATTO MANCATO DI FRANCO MORBIDELLI

Se per Quartararo si parla di delusione, dall'altra parte del box la situazione non è molto diversa. Franco Morbidelli si è presentato al via di questa stagione con la voglia di lasciarsi alle spalle un 2022 deludente, chiuso in diciannovesima posizione con un settimo posto come miglior piazzamento. Queste speranze, però, si sono infrante molto in fretta, complice una Yamaha che non è certo stata d'aiuto nel superare il momento difficile che sta vivendo il pilota italiano.

Dopo il "doppio" quattordicesimo posto di Portimão (Sprint Race e gara, ndr), in Argentina (complice la pioggia) è arrivato un altro "doppio", questa volta però molto più dolce: giunto ai piedi del podio sia nella SR che in gara, Franco sembrava aver ritrovato quella fiducia in sé stesso che gli era mancata nella passata stagione ed essere pronto a tornare a dare battaglia per tornare nelle posizioni che contano. Già nella tappa successiva, però, la musica è tornata la stessa: sotto il sole di Austin le buone sensazioni di Morbidelli si sono sciolte come neve a primavera, riportando l'alfiere Yamaha sì a lottare, ma un piazzamento in top ten.

Franco Morbidelli in pista con la sua M1 | Credits: Monster Energy Yamaha MotoGP (via Twitter @YamahaMotoGP)

La situazione del team giapponese, quindi, appare tutt'altro che rosea. La speranza è quella di vedere entrambi i piloti tornare a guidare una moto che gli permetta di esprimere al massimo le loro potenzialità. Yamaha deve quindi lavorare per trovare in fretta delle soluzioni tecniche efficaci per ridurre il gap con i costruttori europei, che al momento appaiono inavvicinabili.

Giorgia Guarnieri

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