La MotoGP saluta RNF ed il suo socio Cryptodata, e dà il benvenuto a Trackhouse Racing. La scuderia americana prende in eredità le Aprilia satellite dalla struttura di Razlan Razali, che lascia la classe regina. Ma come si è arrivati a questo punto? Ecco i retroscena dietro a questo "bizzarro" passaggio di consegne.

L'ingresso di Trackhouse nasce dalla crisi di RNF e Cryptodata

Dopo la perdita della sponsorizzazione di Petronas, Razali ha riorganizzato la squadra, fondando la RNF. Cryptodata è entrata in scena alla fine del 2022, prima come sponsor e poi come proprietario, rilevando il 60% della struttura. La società rumena di cybersecurity ha investito, per sua stessa dichiarazione, sette milioni di euro. Ma le cose non sono andate come avrebbero dovuto.

Nelle ultime settimane ed in particolar modo a valencia, hanno cominciato a circolare voci su presunte difficoltà finanziarie di Cryptodata. Secondo questi rumors, pare che i dipendenti RNF si trovassero in ritardo con i propri stipendi, e che le Aprilia schierate avessero qualche Km di troppo. I rumeni hanno risposto con un comunicato stampa, ribadendo di non avere debiti, e bollando le voci come falsità. Altri rumors parlavano d'investitori americani pronti a comprare tutto, ma anche questo spiffero è stato smentito. A complicare le cose ci ha pensato lo stesso Razali, che nel bel mezzo dell'ultimo weekend della stagione, ha annunciato le proprie dimissioni, quasi senza fornire una spiegazione.

Lunedì 27 novembre, a stagione appena conclusa, la Dorna ha annunciato l'esclusione di RNF dalla griglia di partenza della MotoGP. Nel comunicato, si legge che la decisione sia scaturita dalle ripetute violazioni degli obblighi contrattuali da parte del team. Cryptodata ha risposto in maniera pesante, pubblicando su Twitter un messaggio in cui minacciava azioni legali.

Tale condotta è stata rilanciata anche da Ovidiu Toma, fondatore della società. In un'intervista a Speedweek, Toma ha rilevato di aver ricevuto un'offerta di acquisto da investitori americani, caldeggiata da Dorna, ma di averla rifiutata. Anche lui ha ribadito l'assenza di debiti, affermando di aver pagato tutto il dovuto all'inizio dell'anno. Toma ha rilanciato la volontà di far parlare agli avvocati, lamentando che gli spagnoli avessero rotto senza motivo un contratto in essere. Aprilia, nel frattempo, ha rescisso il suo contratto. RNF e Cryptodata si sono ritrovati senza un posto nella MotoGP, e senza moto. Ed è qui che, come per...incanto, sono finalmente entrati in gioco gli investitori americani.

Come Trackhouse è stata coinvolta nella MotoGP

Il deus ex machina dell'operazione di passaggio da RNF Cryptodata a Trackhouse è un manager britannico, Jeremy Appleton. Il dirigente, con trascorsi in Alpinestars e Triumph, ha informato Justin Marks della vicenda, invitandolo a seguire il GP di Valencia dal vivo. Il 42enne ex-pilota già progettava di espandere le sue operazioni, attualmente limitate alla sola serie NASCAR. Marks aveva espresso interesse in IndyCar, ma l'occasione di sbarcare in un campionato del mondo era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Con la mediazione di Appleton, Marks ha parlato con Massimo Rivola, e l'accordo è stato siglato in poco tempo. Aprilia girerà le forniture di RNF alla nuova struttura, assieme ai piloti Miguel Oliveira e Raul Fernandez. Ma com'è andata a finire con Cryptodata?

Alla fine, le intenzioni bellicose dei rumeni non si sono trasformate in azioni. Martedì scorso hanno annunciato assieme a Dorna e IRTA la decisione di risolvere amichevolmente le reciproche divergenze. Bogdan Maruntis, socio di Ovidiu Toma e CEO di Cryptodata, ha detto che la società non ha mai voluto essere coinvolta nella gestione sportiva, ma ha comunque raggiunto i suoi obiettivi. Tanto tuonò che alla fine...non piovve.

Riccardo Trullo