FX Racing Weekend | Live Race - Misano The Grand Finale 16/11/2025 (race 2)

Credits: Red Bull Content Pool
Credits: Red Bull Content Pool

Ci sono due cose che infastidiscono in maniera quasi urticante a proposito dell’informazione sportiva in Italia e non solo: l’incompetenza e la malafede. In troppi momenti, purtroppo, queste due caratteristiche si mostrano in tutta la loro enormità, creando casi che non esistono se non nelle intenzioni di chi vuole tirare su un bel polverone. L’ultimo esempio, forse meno importante ma sicuramente molto significativo, è quello relativo alle parole dette da Max Verstappen in un podcast con Nelson Piquet jr., Gabriel Bortoleto e Christian Fittipaldi a proposito del karting, estrapolate completamente dal contesto e per questo travisate in maniera eclatante. 

Max: “Se devi restare in allenamento, dimenticati del go-kart”

La questione, in realtà, sarebbe molto semplice da dipanare. Nelsinho Piquet, in qualità di co-host del podcast Pelas Pistas, ha posto al quattro volte Campione del Mondo un quesito sulla base della sua esperienza. Un pilota che si trovasse, come avvenuto a lui, a fare praticamente un anno senza correre tra F2 e F1 (simpatica qui l’interruzione di Fittipaldi “E’ stato il tuo amico Flavio, vero?”), cosa dovrebbe fare perrestare in allenamento e non perdere la perfetta forma fisica e la reattività da pilota in attività? E qui Verstappen ha risposto, dando la propria visione delle cose, senza usare troppi giri di parole, come nel suo stile abituale. 

In quel caso dimenticati del go-kart. Su una vettura stai seduto in maniera completamente diversa. Hai la sospensione. Il go-kart devi sempre farlo scivolare, giusto? Perché hai l'assale. Quindi deve sempre essere libero e deve sempre scivolare. Un’auto è l'opposto, perché per me l'auto deve sempre essere ben attaccata al retro. E ovviamente poi cerchi di prendere quanto più avantreno possibile, ma in generale il retro deve essere ben saldamente attaccato. Quindi tutta la dinamica di guida è molto diversa.

Queste sono le esatte parole dell’olandese, il quale ha poi aggiunto che il kart in sé è un ottimo strumento per divertirsi, ma per mantenersi in allenamento, attualmente, è probabilmente meglio investire su un simulatore. Attenzione, però, perché è qui che casca l’asino, cioè buona parte di stampa e siti di settore italiani e non solo: Max non ha mai “consigliato” ai giovani piloti di saltare il mondo del karting a piè pari, anzi. 

Il percorso verso il professionismo nella visione di Max

Credits: CRG Official website
Max Verstappen nei colori CRG ai tempi del karting

Quando si vuole estrapolare una frase da un’intervista più lunga, sarebbe di buon gusto quantomeno ascoltare o leggere tutta la parte di conversazione riferita a quello specifico argomento. Facendo ciò, in primo luogo, si eviterebbero brutte figure e, nel caso specifico, si andrebbero a scoprire aspetti interessanti e per certi versi inediti anche di un campionissimo, arrivato in breve tempo alla F1, come Verstappen. Il quale ha ricordato con particolare piacere i momenti vissuti in kart e del particolare rapporto con il padre Jos; i due, infatti, formavano praticamente un team di livello mondiale. 

È vero io correvo con materiale ufficiale CRG, ma mio padre faceva tutto: facevamo avanti e indietro con il nostro furgone dall’Olanda e lui a casa preparava i motori oltre a tutto il resto.

Molto interessante è poi la parte successiva, in cui Max, pensate un po’, elogia un certo livello di karting a discapito di una categoria monoposto come la Formula 4. Altro che incoraggiare i giovani piloti ad utilizzare solo il simulatore, esattamente l’opposto; se i piloti invece di passare in macchina a 15 anni su una vettura  non sufficientemente selettiva e formativa (Bortoleto ha parlato chiaramente di “step back”, un passo indietro alla KZ se si fa la F4), si fermassero uno o due anni in KZ (la categoria più potente, con mezzi a marce) per poi passare in Formula Regional, potrebbero portare con sé un bagaglio di esperienze superiore a quello che fornisce ad oggi la F4, adattandosi poi tranquillamente alla potenza della F3. Proprio così: nessun incitamento alla fuga dai kartodromi, anzi, esattamente l’opposto, guarda un po’. 

Certo, negli ultimi anni abbiamo visto esempi, anche significativi, di piloti che non hanno mai gareggiato in kart e che hanno ottenuto risultati importanti. Le storie, poi, di Kalle Rovanpera e, a livello nazionale, di Niccolò Maccagnani ci insegnano che un’altra via è certamente possibile; questo però non c’entra assolutamente niente con il discorso di Verstappen. Mettergli in bocca parole che non ha mai detto è qualcosa di francamente fastidioso e, in fin dei conti, poco accettabile. 

Nicola Saglia