Credits: Red Bull Content Pool
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E così, finalmente, anche l’ultimo tassello in ottica 2026 è andato al suo posto: Isack Hadjar sarà a fianco di Max Verstappen in Red Bull. In Racing Bulls sarà invece la volta di Arvid Lindblad, promosso dopo un anno per la verità non troppo entusiasmante in Formula 2. Quale futuro si prospetta per il team di Milton Keynes e la “sorella minore” di Faenza?

Da “imbarazzante” a titolare, un salto ben meritato

Sulla promozione di Isack Hadjar a titolare in Red Bull negli ultimi mesi circolavano ben pochi dubbi; la sensazione è che per la squadra diretta da Laurent Mekies si trattasse dell’unica soluzione al momento disponibile. Certo, a ben pensarci, viene quasi da sorridere se si pensa a come era iniziata l’avventura nel Circus del francese di origini algerine. Come dimenticarsi, infatti, della sua Racing Bulls in barriera già nel giro di ricognizione del Gran Premio d’Australia, del suo pianto sconsolato e, soprattutto, delle parole come sempre poco propense alla comprensione di colui che all’epoca definimmo il “sergente maggiore” Helmut Marko, il quale apostrofò la scena come “imbarazzante”. 

La realtà è che le qualità di Isack non hanno tardato a mostrarsi, con i primi punti mondiali arrivati già al terzo appuntamento stagionale in Giappone, su una delle piste più difficili e sfidanti del calendario. In attesa dell’ultimo round, sono 51 le lunghezze totali accumulate, tredici in più rispetto al team mate Lawson, a proposito del quale però bisogna fare i dovuti distinguo. Nella stagione di Hadjar spicca certamente quel podio arrivato tra le dune olandesi di Zandvoort, in una giornata che sembrava aver spaccato in due il campionato. È stato proprio in quella domenica, probabilmente, che gli uomini di Milton Keynes si sono resi conto di aver trovato il futuro team mate di Max Verstappen, avendo ormai capito che Yuki Tsunoda era destinato a fare la fine dei suoi predecessori. Già, ma proprio questo apre la porta a tutta un’altra serie di considerazioni, che fanno capo alla solita domanda: Isack sarà la nuova vittima sacrificale del leone olandese, o saprà farsi valere? 

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Hadjar festeggia sul podio di Zandvoort

Un 2026 sul filo del rasoio, ma con Mekies la situazione è diversa 

Difficile dire cosa aspettarsi dalla prossima stagione, soprattutto se parliamo di Red Bull. Il campionato che, in fin dei conti, inizierà tra pochissimo, considerando che le prime sessioni di prove ufficiali sono previste per fine gennaio, rappresenterà una sorta di “anno zero” della categoria, ed è molto probabile che diverse delle certezze che ci siamo portati dietro in questi anni vadano inesorabilmente a scemare. Il team di Milton Keynes, poi, si troverà a affrontare una sfida nella sfida, con la nuova power unit praticamente autoprodotta con l’ausilio di Ford che, inevitabilmente, almeno all’inizio, non avrà però tutto questo peso. Una scommessa importante quella fatta a suo tempo da Christian Horner, soprattutto considerando la grande rilevanza che dovrebbero avere le nuove unità motrici nel ciclo tecnico che si andrà ad inaugurare. E proprio questo andrà ad aggiungere difficoltà ulteriori al momento dell’arrivo di Hadjar. 

Lo sappiamo fin troppo bene: già di per sé, l’ambiente Red Bull non è certo il più accogliente per chi si va a misurare con Max Verstappen. Yuki Tsunoda è solo l’ultimo che si è andato ad aggiungere alla lunga lista di piloti “macinati” dall’olandese e da un team troppo poco propenso alla comprensione. Questa volta, però, le cose potrebbero prendere una piega diversa, e per diversi motivi. In primo luogo, al momento pare proprio che il francese abbia la scorza abbastanza dura e le capacità tecniche per resistere e non soccombere in maniera disastrosa rispetto a Max. Questo, però, era un discorso che avevamo fatto a suo tempo anche con Lawson, e sappiamo tutti com’è andata a finire. 

C’è stato un cambiamento importante, nel frattempo, che potrebbe avere una rilevanza significativa nel cammino di Isack Hadjar. Sul ponte di comando di Milton Keynes, infatti, non c’è più Christian Horner, con tutti i suoi pregi e difetti. Laurent Mekies, è evidente, ha impostato in maniera differente la propria leadership, e storicamente è certamente meno noto rispetto al suo predecessore per “intemperanze” di questo genere. Sostanzialmente, ci attendiamo che la pazienza mostrata dal nuovo team principal nei confronti dei compagni di squadra di Max Verstappen possa essere sensibilmente maggiore, soprattutto in una situazione come quella che si prospetta nel 2026. 

Certo, detto questo, il buon Isack deve dimostrare che non ci siamo sbagliati noi, e soprattutto che non si è sbagliato il board della squadra a concedergli fiducia. Le sue prestazioni dovranno essere da subito buone; questo non vuol certamente dire stare davanti a Max, ma perlomeno non diventare già nei primi weekend di gara la sua “vittima” in tutto e per tutto; insomma, deve cercare di non essere troppo lontano nelle prestazioni. Buona fortuna, viene da dire; Hadjar ha dimostrato di essere in gamba, ma con un Verstappen così dall’altra parte del box il capitombolo è sempre dietro l’angolo. 

Nicola Saglia