F1 | Lawson: “Avevo solo bisogno di tempo, ora cerchiamo la costanza”
Il neozelandese per la prima volta parla del breve periodo trascorso in Red Bull, restando però concentrato sul futuro in RB

È difficile definire la carriera in F1 di Liam Lawson fino a questo momento. Partendo da sostituto di lusso nel 2023 e 2024, la stagione attuale avrebbe dovuto rappresentare la sua consacrazione, quella in cui finalmente mostrare al mondo tutto il suo immenso talento. Il kiwi, invece, si è trovato immerso fino al collo nel marasma Red Bull, con una vettura difficile da guidare, ed è stato il primo a farne veramente le spese, con quella “retrocessione” (se tale vogliamo considerarla) in Racing Bulls dopo il GP di Cina. In una intervista rilasciata al sito ufficiale della F1, Liam ha riflettuto su questa prima metà di stagione vissuta sulle montagne russe.
Liam: “Tante speculazioni false sul mio conto”
Il suo debutto in Red Bull aveva suscitato certamente tanta curiosità; le sue prestazioni, poi, avevano lasciato di sasso praticamente tutti nel paddock. Lawson, in Australia e Cina, ha pagato lo scotto di trovarsi in un team in preda ad una lotta interna impressionante (ora possiamo dirlo) e alla guida di una vettura non certo facile, da cui anche lo stesso Verstappen in diverse occasioni fa tuttora fatica ad estrarre il meglio. Il Circus, si sa, non ha pietà, e in tanti nel momento dello switch con Tsunoda non avevano esitato ad additare il neozelandese come un bluff, un pilota arrivato dal nulla e senza alcuna speranza di continuare la propria carriera ad alti livelli. Liam non ha praticamente mai risposto, ma a distanza di alcuni mesi ha qualche sassolino da togliere dalle scarpe.
Voglio dire una cosa per essere chiaro: tra le prime due gare, il cambio di squadra e poi il trasferimento in Giappone, mentalmente per me nulla è cambiato. Sono state fatte tante speculazioni pesanti a proposito del fatto che la mia fiducia avesse subito un colpo e cose del genere, il che è completamente falso. Dall'inizio dell'anno, mi sono sentito come sempre. Penso che due gare, su circuiti in cui non ero mai stato, non siano state sufficienti per ottenere la fiducia necessaria. Chiaro, se oggi, dopo sei mesi, fossi ancora in quella situazione, dovrei pormi delle domande importanti: ma così non è, evidentemente. Ero ben consapevole che quei risultati non erano abbastanza buoni, ma ero semplicemente concentrato a migliorare, risolvere e imparare. Ero nella stessa mentalità che ho avuto da quando sono arrivato in F1. Penso che questa fosse la cosa più grande entrando in una squadra del genere, in un'auto del genere. Ci sarebbe voluto un po' di tempo per adattarsi e imparare. Senza test adeguati, i problemi nei test, i problemi a Melbourne durante le prove... Non è stato fluido e pulito. Avevo bisogno di tempo, e non me ne è stato dato.

Parole chiare, le sue, e che hanno come destinatari i suoi detrattori. È difficile dargli torto, soprattutto considerando quanto fatto dal suo sostituto, quel Yuki Tsunoda che si era presentato in Giappone puntando (parole sue) al podio, per poi ridimensionarsi piano piano e piombare sempre più negli inferi delle parti basse della classifica, molto spesso fuori dalla zona punti. Lawson è stato fondamentalmente l’ultima vittima di un sistema, quello targato Red Bull, che non aspetta nessuno, concede poche chances, sommato ad una certa voglia di fare un ultimo piacere a Honda, mettendo al volante il pupillo giapponese, che però ben poco ha potuto. Oggi, però, Liam ha ritrovato un ambiente più favorevole in Racing Bulls, è riuscito a tornare nella zona punti, e può guardare alla seconda parte di stagione con maggiore ottimismo.
Tutti molto vicini, ma si guarda al futuro con tanta positività
Liam Lawson viaggia a quota 12 punti, nove in meno del team mate Hadjar, ma il trend è certamente positivo. In qualifica è costantemente in Q2, con diverse apparizioni nel Q3, e in Austria è arrivato il suo miglior piazzamento della carriera fino ad ora in F1, con un sesto posto da incorniciare. Il team occupa la settima piazza, a pari merito con Aston Martin, a quota 36 punti, ed è stato scavalcato da Kick Sauber a Silverstone dopo il podio di Hulkenberg. Lawson, però, non perde la concentrazione e il focus, ben sapendo che le prestazioni di tutte le vetture sono racchiuse in pochi decimi, e bisogna essere pronti a cogliere tutte le occasioni che si presenteranno.
È molto, molto difficile, soprattutto a centro gruppo, dove si cerca sempre di avere un piccolo vantaggio su tutti gli altri intorno. Spesso si lotta per punto alla fine della top 10, e occasionalmente quando le cose vanno davvero bene hai un weekend come il nostro in Austria, ma è molto difficile ottenerlo sempre. Quello che stiamo cercando oggi è la consistenza, non gli exploit, e siamo sulla strada giusta. Ultimamente, la macchina è stata costantemente molto forte. Penso che siamo in una buona posizione e stiamo solo cercando di mantenere la traiettoria in crescita.
La strada sembra essere tracciata, dunque. La prima stagione completa di Lawson è iniziata nel peggiore dei modi, ma il kiwi ha dimostrato di avere la classe e la grinta per riprendersi alla grande. Spa e Hungaroring saranno determinanti per arrivare alla pausa estiva con una certa serenità.
Nicola Saglia