MotoGP | GP San Marino, debutto positivo per il V4 Yamaha: "Ha potenziale"
Lo spagnolo ha pagato meno di 6 decimi da Quartararo alla prima uscita con il nuovo propulsore: "Non è più veloce della moto standard, almeno per ora".

Uno dei motivi d'interesse del venerdì di Misano è stato il debutto della Yamaha M1 con propulsore V4 in MotoGP. Augusto Fernández ha marcato l'inizio di una nuova era per il costruttore giapponese, terminando la prima giornata in pista con delle sensazioni più che positive.
Il confronto: “Molto meglio della M1 standard”
Nessuna Yamaha si è qualificata direttamente in Q2 nelle Practice di Misano, quindi il paragone tra la moto col motore quattro cilindri in linea e la nuovissima M1 dotata di V4 si spreca. Nonostante ciò, sono solo 588 millesimi a separare Fabio Quartararo (12°) da Augusto Fernández. Lo spagnolo, che ha rinnovato proprio ieri l'accordo come tester Yamaha fino alla fine del 2027, ha concluso al 19° posto nel ritorno alle competizioni. L'ex KTM/GASGAS si è messo alle spalle due titolari come Álex Rins ed il separato in casa Miguel Oliveira (sempre più vicino a BMW nel WorldSBK, ndr): È stata una giornata molto positiva nonostante le cadute - esordisce il #7 - Ovviamente, stiamo utilizzando questo fine settimana per provare diversi aggiornamenti piuttosto importanti che non abbiamo avuto modo di approfondire prima. Al di là del tempo, è il feeling che ci importa in questo momento. L'ultimo test proprio qui a Misano non è stato dei migliori, ma oggi è andato tutto per il verso giusto. La nuova moto non è migliore della M1, ma ha più potenziale rispetto al quattro cilindri in linea. Abbiamo migliorato molto sull'anteriore, uno dei punti cruciali per la nostra moto. Al momento ci manca la velocità di punta, quindi giocarsela con gli altri sarà veramente difficile. Si può frenare molto bene, ma con il V4 si può sfruttare meglio il grip al posteriore".
Questione time attack: “Finalmente posso spingere”
Come ogni tester in un weekend di gara, Augusto Fernández si trova davanti ad un bivio. Un pilota deve e vuole spingere, ma spesso questo non può succedere perché deve guidare lo sviluppo della moto. Nel giro singolo, però, Fernández ha comunque trovato un ottimo crono nonostante la caduta del secondo tentativo: “Abbiamo fatto dei passi in avanti, quello è sicuro: si è visto nel time attack, il primo e vero giro da qualifica con questa moto. Nel secondo tentativo ho commesso un errore. È bello poter provare a spingere con questa moto, mi mancavano le gare. Dobbiamo trovare il limite, quindi le cadute ci stanno: fortunatamente non ho fatto tanti danni”. Lo spagnolo ha poi approfondito il tema coi colleghi presenti: “Fare un time attack nelle giornate di test non è per nulla semplice: spesso non c'è il grip necessario e la pista non è nelle condizioni giuste. A Misano non potevo usare i cordoli perché erano troppo scivolosi. Utilizziamo delle gomme molto usurate nei test, non possiamo sprecare dei treni”. Il suo intervento si è chiuso con una piccola anticipazione sulla prossima wild-card con la M1 dal motore V4: “Il piano è quello di correre in Malesia, non in Giappone come si potrebbe pensare”.
Valentino Aggio
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