Sono trascorsi esattamente settant'anni dal giorno in cui Alberto Ascari si assicurò la vittoria in Svizzera, diventando per la seconda volta campione del mondo con una gara d’anticipo. Quel 23 Agosto 1953, il milanese festeggiò il titolo senza sapere che quella sarebbe anche stata la sua ultima vittoria in carriera.

IL CIRCUITO SVIZZERO

Come da tradizione, il Gran Premio di Svizzera si svolse sul circuito di Bremgarten, nei pressi di Berna. Tale circuito era acclamato da diversi piloti come uno dei migliori tracciati stradali in Europa: esso infatti era unico nel suo genere poiché privo di veri e propri tratti rettilinei, nonché caratterizzato da un fondo irregolare e da un continuo passaggio da zone di luce a quelle d'ombra. Nell'edizione 1953, la gara inoltre venne inoltre allungata dai consueti 62 a 65 giri, per una distanza totale di 473,2 chilometri.

FANGIO SVETTA IN QUALIFICA

Sin dalle prime prove libere emerse subito l’abilità di Ascari, capace di sfruttare al meglio le numerose curve che caratterizzavano gli oltre sette chilometri del tracciato. Ad ottenere la pole position fu però l'argentino Juan Manuel Fangio su Maserati, il quale riuscì a precedere lo stesso Ascari e Nino Farina. Si trattava dei tre contendenti ancora in lizza per il titolo, anche se ad Ascari sarebbe bastato un quinto posto per laurearsi matematicamente campione del mondo.

Quando la gara partì, Fangio e Ascari presero subito un certo margine sui loro avversari, seguiti a distanza da Farina. Al termine del primo giro fu l'italiano a passare al comando, tentando di allungare nei confronti del rivale. Dopo 10 giri, Ascari aveva già doppiato diversi piloti; al 29° passaggio, Fangio fu costretto a rientrare ai box portando con sé una nuvola di fumo che usciva dallo scarico. I meccanici andarono ad aprire il cofano per poi richiuderlo velocemente a causa dello scoppio violento che si verificò. L'argentino fu costretto a salire a bordo della vettura del compagno di squadra Felice Bonetto per portare a termine la gara.

ASCARI INARRESTABILE

Senza il suo rivale e con Farina distante, Ascari sembrava avviato verso una facile vittoria quando si verificò un problema. Al 39° giro, la monoposto di Ascari emise un preoccupante rumore e l’italiano rientrò ai box per controllare e sistemare il guasto. Mentre Farina prese il comando della gara, i meccanici impiegarono diversi minuti a trovare il problema, legato ad un tubo ostruito in uno dei carburatori. Il meccanico riuscì a liberarlo con un colpo di mazzuolo ed Ascari ritornò in pista in quarta posizione, con Farina che aveva un buon margine su di lui per andare a vincere la gara in tranquillità.

Con il ritiro di Onofre Marimon, Ascari si portò in terza posizione ed iniziò una serie di giri veloci che lo portarono ad avvicinarsi a Hawthorn ed a sorpassarlo durante il 52° giro. Nel corso della tornata seguente, Ascari si portò alle spalle di Farina per completare il sorpasso e ritornare di nuovo a comandare la gara. Non contento della prima posizione, Ascari continuò a spingere per i restanti giri, accumulando oltre un minuto di vantaggio su Farina. Vincendo la gara e realizzando il giro veloce, Ascari conquistò il suo secondo titolo iridato con una gara di anticipo.

L'ULTIMO SUCCESSO ITALIANO

Nessuno dei presenti però sapeva che quella sarebbe stata l’ultima vittoria di Ascari in un Gran Premio. Dopo aver vissuto un'annata travagliata nel 1954, il grande pilota milanese avrebbe trovato la morte il 26 maggio 1955 durante un test a Monza. Quella fu anche l'ultima volta in cui un pilota italiano conquistò un titolo mondiale in Formula 1: da allora, nessuno sarebbe riuscito a ripetere tale impresa, che fu soltanto sfiorata molti anni più tardi da Michele Alboreto nel 1985.

Chiara Zaffarano - Marco Privitera

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