La Formula 1 ha bisogno di più team e meno gare. Nel braccio di ferro tra FIA e Liberty Media/FOM, dal Qatar arriva il pensiero del presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem. E sull’affaire Andretti, conferma la linea della Federazione di voler accogliere il binomio americano con GM sulla griglia.

Dal Qatar Mohammed Ben Sulayem mette pressione alla Formula 1 per l'ingresso di Andretti Global. L'esponente numero 1 della FIA non nasconde la sua linea di pensiero, confermando, da Losail, il suo desiderio di ampliare la griglia a 22 vetture. Lo fa dopo il via libera della Federazione stessa, lasciando la patata bollente in mano alla F1 che dovrà dare l'ok finale. Il tutto malgrado diversi esponenti del paddock si siano espressi in modo contrario. Su tutti Frédéric Vasseur (Ferrari) e James Vowles (Williams), che hanno evidenziato gli aspetti finanziari di questa espansione.

LA FIA CONFERMA LA SUA POSIZIONE

E così Ben Sulayem, in un’intervista concessa alla Reuters, ha colto la palla al balzo per rinnovare il suo desiderio. In attesa del verdetto di FOM e Liberty Media, che con Andretti dovranno trattare gli aspetti più tecnici dal punto di vista commerciale e finanziario. Temi sui quali potrebbe servire tempo: "Dire no a un team che ha ricevuto l’approvazione della FIA è molto difficile", ha detto Ben Sulayem. "La FIA dovrebbe chiedere o pregare i Costruttori di entrare in F1. Non possiamo solamente dirgli di no". Ben Sulayem non ha nascosto quelle che sono le sue ambizioni per il futuro: "Vorrei arrivare a 12 team e avere un team statunitense di un costruttore, una power unit e un pilota di quel paese. E poi andare in Cina, forse, e ottenere la stessa cosa".

ACQUISIZIONE DI UN TEAM? LA FIA NON SI ESPRIME

Con i team attualmente presenti che si oppongono a un’espansione – che porterebbe al calo di introiti – Ben Sulayem ha spiegato che i team stessi non hanno voce in capitolo nella decisione. E l’acquisto di un team già esistente – già percorsa senza successo da Andretti – non può essere forzato dalla FIA: "Non è possibile forzare Andretti/GM a comprare un altro team", ha ammesso Ben Sulayem. "Non faro nomi ma mi è stato chiesto di convincere GM a procedure in questo modo. Non è il mio lavoro. Io non sono stato scelto per fare questa cosa, non sono un broker”.

E anche per le preoccupazioni espresse sugli spazi disponibili per i team, Ben Sulayem coglie la palla al balzo e si affida al regolamento: “Le regole permettono di avere 12 team. Alcuni team dicono che la cosa possa creare problemi di spazi. Davvero? Abbiamo già un team di Hollywood con noi", dice riferendosi alla APXGP che opera in alcuni eventi per le riprese del film che vedrà protagonista Brad Pitt. "I circuiti dovrebbero avere box a sufficienza per 12 squadre”.

Stefano Domenicali e Mohammed Ben Sulayem dopo la Sprint di Losail. Credits: Red Bull Content Pool

POCHI TEAM, TROPPE GARE: BEN SULAYEM IN CONTROTENDENZA

Ben Sulayem completa la sua analisi e ritiene come la strada intrapresa da Liberty Media di portare a 24 il numero di gare in calendario non sia quella giusta. Un’opinione da prendere con le pinze in quello che sembra assumere sempre di più le sembianze di un braccio di ferro tra Federazione e organizzatori su chi comanda davvero in F1: "Penso piuttosto che il numero di gare sia troppo alto, a differenza delle squadre. CI servono più team e meno gare. I team guardano alla loro fetta di torta. Capisco le loro preoccupazioni, ma le nostre sono differenti”.

E infatti, in questa lotta di potere, Ben Sulayem ha voluto ribadire come la Federazione abbia il ruolo di “padrone di casa”: “Non siamo un fornitore di servizi. Siamo i possessori del campionato. Lo abbiamo concesso in prestito, siamo i padroni di casa”, ha ribadito, facendo forse riferimento al fatto che la FIA abbia ceduto in prestito - nel 2001 - i diritti commerciali e televisivi, con un accordo di 100 anni, alla SLEC. Accordo che poi è entrato in vigore nel 2010, una volta che il contratto con la SLEC si è esaurito,  e che concede a Liberty Media i diritti commerciali della F1 fino al 2110. “E questo va rispettato. La mia intenzione non è mai stata quella di mettere in imbarazzo o in un angolo qualcuno, che sia Liberty o la FOM. Sono qui per lo spirito dello sport”.

Tuttavia, per vedere Andretti in Formula 1 servirà l’ok dal punto di vista economico e commerciale anche da parte di Liberty Media, sebbene Ben Sulayem abbia ammesso che ci sia una remota possibilità di vedere correre Andretti senza che questi accordi vengano raggiunti. Ma, con buona pace della FIA, in ogni caso i tempi rischiano di essere lunghi.

Mattia Fundarò