Nonostante la squalifica che lo ha colpito nella notte italiana per un'irregolarità del fondo, il GP degli Stati Uniti di F1 di Lewis Hamilton può decisamente dirsi positivo, almeno per quanto riguarda la prestazione. Secondo al traguardo a due secondi da Verstappen con il ritmo dei vecchi tempi: l'inglese che è riuscito a sopperire ad una strategia non brillante della Mercedes.

Lewis, sempre al di sopra delle aspettative

Il weekend di Hamilton è stato quasi perfetto. Uno dei migliori degli ultimi anni, perlomeno da quando non ha più la Mercedes dominante di una volta. Terzo in griglia al venerdì, anche grazie alla cancellazione del tempo di Verstappen e anche nella qualifica shootout, davanti a Russell di mezzo secondo. Nella Sprint Race poi è stato furbo al via, approfittando della bagarre tra Verstappen e Leclerc per passare il monegasco e issarsi secondo. Non ha avuto il ritmo andare a prendere Verstappen e alla fine ha chiuso comunque egregiamente secondo, guadagnando punti per una seconda posizione nel campionato che sembrava insperata ad inizio anno.

In gara poi, anche senza squalifiche, l'inglese può dire di aver avuto più rimpianti che soddisfazioni. L'intento della Mercedes era quello di fare una sola sosta contro le due degli altri e infatti l'inglese è rientrato ai box al ventesimo giro per passare dalle medie alle dure. Quattro giri in più di Verstappen, tre in più di Norris, che comandava la gara. Il pit stop gli ha fatto perdere la posizione su Verstappen, ma è riuscito a tornargli sotto e sembrava che potesse andare tutto a suo favore.

In verità, la situazione è degenerata rapidamente. Tra i giri 34 e 35 Norris e Verstappen sono rientrati ai box per il secondo pit stop. In quel momento Hamilton ha iniziato a perdere quasi tre secondi al giro e in Mercedes hanno dovuto alzare bandiera bianca, richiamando l'inglese al giro 38. A quel punto il #44 è finito a circa 7 secondi di distacco dalla testa della corsa, ma, dopo essersi lamentato in radio, si è rimboccato le maniche, risalendo la china. Il vantaggio era dato dalle gomme medie, ma per tredici giri ha girato velocissimo, senza commettere neanche una singola sbavatura.

Ripreso e passato Norris al giro 48, ha tentato un disperato assalto a Verstappen, stranamente in difficoltà con i freni e in preda ad un insolito nervosismo, come dimostrato dai suoi team radio, ma non c'è stato nulla da fare. Gli è mancato forse un giro per entrare nel DRS, e alla fine ha chiuso a 2.2 secondi dall'olandese.

Il rammarico

Mettendo per un attimo da parte la squalifica, Hamilton avrebbe potuto vincere? La sensazione è che avrebbe potuto quantomeno lottare per farlo. Non è chiaro quanto Verstappen fosse in gestione, ma certamente per lui sarebbe stato più difficile arrivare alla fine. Secondo lo stesso inglese, gli sono mancati due giri.

Certo, sempre mettendo da parte la squalifica, perlomeno si poteva dire di aver guadagnato punti fondamentali in campionato. La seconda posizione di Perez traballa, e il messicano (che non va a podio da Monza) sembra oramai in crisi. Non a caso, non è riuscito a salire sul podio neanche con due macchine squalificate, e ha chiuso la gara a circa 18 secondi da Verstappen.

C'è poi la squalifica, arrivata per l'usura del plank sotto il fondo. Una decisione che aumenta certamente il rammarico per aver perso sia punti fondamentali che il miglior risultato dell'anno (insieme a Barcellona).

In ogni caso, Hamilton può prendere il meglio di questo weekend: in primis, l'aver tenuto sempre a distanza George Russell, come spesso è accaduto quest'anno. Russell ha infatti chiuso quinto (settimo al traguardo), di fatto rimanendo per tutto il weekend lontano dal caposquadra. Può poi essere contento dei progressi fatti dalla Mercedes. Nella fase centrale della stagione la squadra di Brackley sembrava regredita rispetto a Ferrari e McLaren, ma le ultime tre gare sono state positive. Se il secondo posto nel mondiale fino ad un paio di gare fa sembrava a rischio, ora il trend sembra essersi invertito. Infine, c'è una bella iniezione di fiducia dopo il grossolano errore di Lusail, quando Hamilton si è toccato con Russell in partenza, eliminandosi.

Il distacco è aumentato a 39 punti rispetto a Perez. Ma se Hamilton dovesse correre così anche nelle ultime gare, non è improbabile che non riesca comunque a raggiungere il messicano. Alfredo Cirelli