Nella favolosa domenica di Bastianini e Gresini Racing due squadre ufficiali escono da Losail con le ossa decisamente rotte: Ducati e Yamaha. Sia nel box di Borgo Panigale sia in quello di Iwata si respira aria pesante, derivata da un Gran Premio deludente sotto ogni punto di vista. Approfondiamo la critica domenica delle due formazioni che lo scorso anno lottarono per il mondiale MotoGP.

DUCATI | BAGNAIA CADE E COINVOLGE MARTÍN, PROBLEMI TECNICI PER MILLER

Il complicato fine settimana della squadra factory Ducati sembrava aver intrapreso una timida discesa con le qualifiche del sabato. Nella Q2 Jack Miller aveva ottenuto un buon quarto posto e con il ritmo dimostrato nelle FP4 le sensazioni era migliorato. Bagnaia non aveva ottimizzato il potenziale in qualifica (nono) ma anche il torinese si era contraddistinto per una buona costanza.

Tuttavia, le promesse di entrambi sono svanite in partenza, fase in cui sia Miller sia Bagnaia hanno perso posizioni su posizioni. L'australiano è addirittura sceso ai limiti della zona punti per poi virare verso i box al termine del settimo giro e alzare bandiera bianca a causa di un'avaria elettronica. Nel post gara Miller ha affermato che sin dal primo giro non riuscisse ad avere potenza in uscita curva, optando per il ritiro dopo aver provato tutte le mappature. Un gran peccato perché l'australiano si sentiva bene ed era molto fiducioso in vista della gara.

Zero punti anche per Francesco "Pecco" Bagnaia, bloccato al nono posto nei primi dieci di gara. Passati le undici tornate il torinese ha provato a passare Jorge Martín in curva uno, andando all'interno dello spagnolo e allungando la staccata. Affiancata la Desmosedici di Pramac Racing, Bagnaia ha improvvisamente perso l'anteriore travolgendo l'incolpevole Martín, in quel momento posizionatosi all'esterno della Ducati ufficiale numero 63. Boccone amarissimo per tutta Ducati, prima colpita dal problema tecnico di Miller e poi affondata dalla doppia caduta causata da Bagnaia.

La domenica di Borgo Panigale è stata salvata dal meraviglioso successo del binomio Gresini-Bastianini. Il team ufficiale deve dimenticare in fretta l'esordio di Doha correndo ai ripari in vista del round di Mandalika. In un campionato così competitivo regalare punti ai diretti avversari potrebbe rivelarsi fatale.

YAMAHA | DALLE DUE VITTORIE DEL 2021 AL DISASTRO DEL 2022

Vedendo le prestazioni di Yamaha Factory sembra passata un'era geologica tra la stagione 2021 e l'inizio dell'anno in corso. La M1 non ha ricevuto gli aggiornamenti desiderati da squadra e piloti che poco possono fare con una moto così inconsistente da diventare il fanalino di coda tra i costruttori.

Fabio Quartararo e Franco Morbidelli non possono fare i miracoli e, nonostante le cadute ed i ritiri di tre Ducati ufficiali, faticano a chiudere la gara nei primi dieci. Il francese, campione in carica, in Qatar non è andato oltre il nono posto mentre Morbidelli si è dovuto accontentare dell'undicesimo. La gara di oggi è stata un disastro su tutti i fronti: la costanza c'è, come anticipato ieri nelle analisi dei passi gara, ma manca la prestazione.

Mentre i migliori hanno girato costantemente tra il 54 medio/alto ed il 55 netto, Quartararo e Morbidelli hanno arrancato perdendo quei decimi che, in una MotoGP così equilibrata, separano il successo dalla sconfitta. Per fare un esempio, i due portacolori Yamaha Factory hanno toccato il 54 alto due o tre volte nei primi dieci di gara. Dopodiché i tempi delle M1 ufficiali si sono attestati sul 55 basso/medio, riferimenti cronometrici ben distanti dalla vetta della classifica.

DUCATI E YAMAHA | DELUSIONE IN COMUNE, PROSPETTIVE DIVERSE

Se Ducati Corse ha vissuto una domenica difficile tra cadute e problemi elettronici (vincendo comunque con il privato Bastianini), Yamaha ha chiaramente corso una pessima gara. La Desmosedici, sia 2021 sia 2022, è competitiva mentre la M1 non sembra garantire la stessa velocità che lo scorso anno, proprio a Lusail, portò sul gradino più alto del podio prima Viñales e poi Quartararo. In conclusione, entrambe le squadre devono dimenticare in fretta questo weekend. Tuttavia, la sensazione è che le prospettive siano diverse poiché Ducati potrà contare su una moto universalmente veloce mentre Yamaha non sembra disporre dello stesso margine di crescita.

Matteo Pittaccio Leggi anche: MOTOGP | QATAR GP 2022: GRESINI E BASTIANINI, SOGNO E REALTÀ