F1 | Alpine ultima e sempre più Gasly-dipendente, nonostante Colapinto
A metà stagione la scuderia di Enstone può contare solo sui punti portati dal francese, mentre al suo fianco Colapinto non fa meglio di Doohan

Dodici gare, equamente divise tra il rookie Jack Doohan e colui che sin da gennaio era stato designato come suo sostituto, Franco Colapinto, e un ricco “zero” alla casella dei punti portati a casa. Questo il bottino, se così lo vogliamo chiamare, della seconda guida in casa Alpine F1; un dato che stride in maniera importante, soprattutto se paragonato alle 19 lunghezze portate a casa da Pierre Gasly, un altro di quei piloti troppo spesso bollati come onesti mestieranti da un Circus senza pazienza. Una cosa, ora, a metà stagione, è giusto chiedersela: la mossa di Briatore ha avuto un senso, sportivamente parlando?
Cambiano i fattori, non il risultato
Al giro di boa della stagione il team di Enstone si trova a poter contare solamente sui punti portati a casa dal suo uomo di punta, il francese Pierre Gasly. Dall’altra parte del box, purtroppo, ben pochi risultati degni di nota sono arrivati a dare man forte. Non è certo un caso che la scuderia anglo-francese sia oggi il fanalino di coda in classifica Costruttori; certo, la poca competitività di vettura e power unit non aiutano, ma non sono gli unici fattori a concorrere nella desolante situazione attuale.
In merito a ciò, la situazione piloti va analizzata. Una premessa però va fatta: nessuno ha nulla di personale contro questo o quel pilota, e tantomeno nessuno vuole spargere sale su una ferita che sembra essere abbastanza profonda. Semplicemente, quando si diceva che non era sostituendo Doohan che Alpine avrebbe posto rimedio ai suoi problemi, lo si faceva a ragion veduta. Perché se è vero che l’australiano, con sette gare all’attivo (considerando Abu Dhabi 2024), non ha certo lasciato un segno indelebile, è altrettanto innegabile che chi lo ha sostituito non ha certamente fatto meglio.
Diciamocelo chiaramente: Jack Doohan, piaccia o meno, ha pagato soprattutto una serie di danni pesanti riportati alla vettura, in particolare in quel botto pauroso di Suzuka. A ciò si sono sommate prestazioni non entusiasmanti e una serie di sponsor promessi da chi voleva quel sedile, un fattore non certo trascurabile. Bene, lo switch (previsto praticamente da tutti già ben prima che la stagione F1 iniziasse) ha preso corpo a Imola, dove il buon Colapinto ha pensato bene di mettere la vettura in barriera già nelle qualifiche, giusto per far capire che l’aria non era cambiata poi tanto. Scherzi a parte, visti i precedenti (nonostante l’aura da fenomeno che inspiegabilmente circonda l’argentino) viene da chiedersi se la parte sportiva abbia avuto un peso nella decisione presa da Flavio Briatore, nel frattempo diventato Team Principal dopo la vicenda Oakes.
Da lì in poi, lo score dell’argentino non è certo migliorato, anzi: il miglior risultato registrato è stato il tredicesimo posto di Monaco, esattamente come il suo predecessore. E non sono certo mancate ulteriori visite a muretti e vie di fuga, con l’ultima “chicca” della frizione bruciata nello start dai box di Silverstone. Ora, la domanda sorge spontanea: se tanto mi da tanto, che ci fa Franco ancora al suo posto?

Cambiare di nuovo sarebbe peggio, ma così non va
Evidentemente, il quesito è stato posto in maniera provocatoria. Per il bene di Alpine, andare ad effettuare la seconda sostituzione in corsa della stagione potrebbe essere ulteriormente deleterio, per una serie di evidenti motivi. Lo continuiamo a ripetere: nel motorsport, stabilità e costanza all’interno dei gruppi di lavoro dei vari team hanno un valore inestimabile, e questo vale per tutte le scuderie. Nonostante ciò, tante sono state le ipotesi circolate in questi giorni.
Francamente (e non è un gioco di parole), ad oggi la soluzione meno “dolorosa” per tutti, se proprio si volesse rimandare Colapinto in panchina, sarebbe quella di richiamare lo stesso Doohan. Si sono fatti però altri nomi, tra cui quello di Mick Schumacher (attualmente pilota ufficiale WEC con Alpine) e Valtteri Bottas (che probabilmente andrebbe clonato visto il numero di sedili a cui è già stato associato). Sinceramente, però, nessuno dei due ha la bacchetta magica, pur essendo sicuramente entrambi estremamente dotati. Ad oggi, l’unico in grado di portare in top ten la vettura di Enstone sembra essere proprio Pierre Gasly, con i suoi 19 punti all’attivo.
Un dato, però, è da sottolineare: così non va, cara Alpine. Nei mesi scorsi la croce era stata gettata addosso alla power unit Renault, che sicuramente non è tra le migliori, ma che non può essere considerata l’origine di tutti i mali. La vettura di per sé continua ad essere poco prestazionale in toto, e, guardando al futuro, la rivoluzione targata 2026 giunge come una manna dal cielo, insieme alla nuova motorizzazione targata Mercedes, che pare essere un passo davanti a tutti.
Proprio per questo motivo, forse la soluzione migliore sarebbe mantenere la coppia attuale, cercando di raccogliere dati e informazioni in vista della prossima stagione. In vista del 2026, però, va fatta chiarezza e messo ordine in un ambiente che, ad oggi, sembra essere quantomai frammentato e senza una direzione precisa.
Nicola Saglia