Credits: Barni Racing Team Ducati
Credits: Barni Racing Team Ducati

Un tassello importante è andato al suo posto nella griglia 2026 del WorldSBK con la firma di Danilo Petrucci con il team BMW, che cambia gli equilibri in campo e svela un primo grande cambiamento in vista del prossimo anno.

La sella ufficiale in BMW: un’offerta che non si può rifiutare

Una volta arrivata la conferma ufficiale non si può tornare indietro e non è quello che Danilo Petrucci ha intenzione di fare, considerato quanto ha lavorato per ottenere un posto del genere nel mondiale delle derivate di serie. Il suo approdo nel team ROKiT BMW Motorrad segna in qualche modo il punto di arrivo di un percorso che non è stato di certo lineare e che ha subito svariate deviazioni prima di arrivare ad avere un posto in una squadra factory di Superbike. Fin dall’inizio della sua avventura in questo campionato, infatti, il pilota ternano non ha mai fatto mistero di ambire a un posto in un team ufficiale e che qualsiasi scelta che fosse stata presa nel mezzo sarebbe stata unicamente funzionale al raggiungimento di questo obiettivo. Sono stati il suo stile di guida e il suo approccio in staccata a convincere i vertici del team tedesco a prendere il numero #9 in squadra – insieme all’endorsement di Razgatlıoğlu stesso, come confermato da Petrucci ai microfoni di GPOne.com. La scelta compiuta dall’italiano, che compirà 35 anni il prossimo ottobre, è stata al tempo stesso una delle più semplici e al contempo delle più difficili da prendere, considerando tutte le implicazioni che questo contratto di un anno porta con sé. Sebbene il team BMW sia al momento in lotta per il campionato piloti e occupi un’ottima seconda posizione in quello costruttori, non è detto che la strada da questo momento in poi sia spianata: la moto che viene offerta a Petrucci sarebbe la stessa lasciata vacante proprio da Razgatlıoğlu, che ora si dirige verso la MotoGP, e questo comporta la possibilità che, senza il turco, questa non performi allo stesso modo. Rischio che però è stato messo in conto da Petrucci, che non teme le sfide ed è fino ad ora convinto che la M 1000 RR possa adattarsi al suo stile di guida e portarlo a contendere per il titolo mondiale.

danilo petrucci in pista a most 2025
Credits: Barni Racing Team Ducati

L’addio a Barni dopo tre stagioni e la mancata chiamata da Ducati

Il passaggio di Petrucci in BMW implica inevitabilmente la fine della collaborazione con il team Barni Spark Racing, che aveva accolto “Petrux” agli inizi della sua carriera in Superbike nel 2023 e che lo ha accompagnato in queste tre stagioni, creando in questo modo un ottimo rapporto team-pilota e riuscendo a togliersi molte soddisfazioni, prima tra tutte la tripletta di vittorie a Cremona nel 2024. Rimanere con la squadra bergamasca sarebbe sicuramente stata l’opzione più sicura e stabile, con la comodità di essere all’interno di un team che già ti conosce e con cui si è sicuri di poter lavorare al meglio, ma come detto da Petrucci stesso, quella della BMW era una sfida che non si poteva rifiutare. Dietro a questo salto nel vuoto c’è sicuramente il mancato matrimonio tra Danilo e il team Ducati Aruba.it, che al momento è alla ricerca di un pilota che subentri a Bautista per il 2026, ma che non ha mai considerato Petrucci una valida opzione. La strategia di Ducati è sempre stata infatti quella di puntare su piloti giovani, che potessero essere “plasmati” a seconda delle esigenze della moto e che potessero crescere all’interno della squadra, restandoci quindi per più anni consecutivi. Questa strada non ha permesso quindi a Petrucci di rientrare nella lista di contendenti alla seconda sella ufficiale Ducati, nonostante un palmares invidiabile e un alto livello di competitività mostrato nelle derivate di serie. La scelta giusta è stata quindi quella di tagliare i ponti con Ducati e con Barni – seppur restando in ottimi rapporti – e di dirigersi verso altri costruttori, accendendo la scintilla di una sfida davvero interessante in ottica 2026.

Valentina Bossi

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