Credits: Stefano Nepa Instagram
Credits: Stefano Nepa Instagram

Stefano Nepa è ormai da un paio di stagioni il riferimento tra i piloti italiani in Moto3. Il classe 2001, attualmente in forza al MTA Team, ha aperto la stagione 2024 con un 6° posto a Lusail ed un 7° posto a Portimão, confermandosi tra i migliori della entry class nonostante il cambio da Dunlop a Pirelli, argomento sul quale l'abruzzese si è espresso nel corso dell'intervista rilasciata a LiveGP

L'adattamento alle nuove Pirelli

Come sono andate queste prime due gare della stagione 2024?

Ottima partenza, ma ancora non siamo al livello prefissato per questa stagione. Va tutto bene anche se c’è da lavorare per migliorare sia la moto che il feeling con le nuove gomme. Siamo contenti ma vogliamo stare al livello dei primi. Il potenziale c’è e bisogna al più presto essere veloci. Quest'anno vanno tutti fortissimo, soprattutto Rueda e Alonso che fanno paura. Noi dobbiamo ancora mettere a posto qualche particolare: purtroppo, durante i test ed i primi weekend di gara non c'è stato il tempo necessario. Quella di Portimão è stato una bella gara. Peccato nella prima parte che ho perso contatto dai primi. Nelle prime fasi di gara si vede chi ha da subito la moto "in mano". Quello fa la differenza può farti perdere tanto. E se dopo riesci a fare il loro ritmo è tardi. Sono soddisfatto del resto. Con il team è stato fatto un ulteriore step e ad Austin sono sicuro che potremmo fare un passo in avanti.

Quest'anno si passa da Dunlop a Pirelli: che cosa cambia? Come sono?

La gomma è più sensibile: non va comparata con altri marchi come Dunlop. Ogni gomma ha il proprio compound. Si gira forte: nel time attack migliori di due secondi rispetto al passato, vanno da paura. Vai forte e puoi fare pieghe pazzesche. La gomma funziona. Però in gara si strappano e fai fatica a tenere il ritmo. In Portogallo ho avuto un calo gomma accettabile, rispetto al Qatar. L’ho gestita. 

Nei quattro giri finali ho avuto un ulteriore calo. Il tempo sul giro si alza di un secondo buono. Secondo me è presto per dare una sentenza: vanno conosciute. Bisogna fare attenzione a come si guida nel warm up lap, e soprattutto completare i primi giri di gara tenendone conto, non sforzandole troppo. Devi fare caso a questi aspetti. Prima con Dunlop non serviva essere così attenti. Devi essere più un pilota da MotoGP (ride).

Il prossimo appuntamento sul tracciato del COTA

La gara 2023 ad Austin è finita con la tua caduta. Cosa ti aspetti da questo prossimo round sul tracciato del COTA? Ti piace come pista?

Quello della stagione scorsa è stato un weekend all’inizio del quale ero preoccupatissimo: il COTA è un circuito stressante a livello fisico. Approcciandomi al weekend texano mi chiedevo come potesse essere, cosa mi aspettava. Invece sono andato forte: ottima qualifica. In gara grandissima partenza ed ero terzo. Abbiamo provato una modifica da sabato a domenica che non ci ha portato miglioramenti. Infatti perdevo posizioni e mi sono ritrovato nel secondo gruppetto con quei matti di Oncu e compagni (ride): ci davamo “sportellate”. Lottavamo per un settimo posto e mi hanno centrato proprio sulla gamba sinistra, già dolente dall'infortunio in Malesia nel 2022.  In definitiva mi piace come pista. Se riusciamo fare questo step che ci manca, potremmo fare un bel risultato che ci porterebbe dentro la top 3. Ultimamente dopo la gara in Algarve ho avuto varie riunioni con il team per prepararci. Penso davvero che già nelle prossime gare si possa puntare a qualcosa di grande. Ad Austin punto a fare la differenza, mi si addice come stile di guida.

Come hai visto è sbarcata l’aerodinamica anche sulle Moto3. Pensi che possa continuare il suo sviluppo? Quanto è determinante su questi prototipi?

Secondo me, per le velocità massima che raggiungono, l'aerodinamica non fa tutta questa differenza: raggiungiamo comunque le stesse velocità. Sicuramente KTM ha fatto un gran lavoro, la carena sembra quella di una MotoGP. Però qui in questa categoria conta ancora molto la scia. Anche se con le Pirelli ci sono i primi piloti che sono in grado di imprimere un gran ritmo anche in solitaria, date le migliori prestazioni dello pneumatico in curva. La differenza la fai lì, non in rettilineo. Le moto sono per lo più tutte bilanciate, tranne quella di Holgado che va davvero forte sul dritto. Lui ha lavorato molto sulla posizione in sella e poi sicuramente il peso è dalla sua parte.

Abbiamo una nuova KTM che è diversa, va conosciuta, però adesso non me la sento di dire che sia migliore. Non si addice molto al mio stile sinceramente. Lo sviluppo di KTM negli anni è stato eccezionale: la moto va forte. Anche se penso che la Honda sia a livello del prototipo austriaco. Solo che ha meno piloti che possono stare lì davanti. Seppur alla fine l’anno scorso ha vinto la Honda, i giapponesi hanno portato qualcosa di nuovo questa stagione con carene, corpi farfallati ed altro ancora. Furusato ha stupito in Qatar, ma in Portogallo non è andato benissimo. Il segreto della KTM è che ha piloti molto forti che si possono giocare il mondiale.

Qual è l'obiettivo per il 2024?

Primo obiettivo è quello di lottare per il podio. Poi vorrei essere costantemente tra i migliori tre. Il campionato è lungo, tutto può accadere, ci si può ritrovare a lottare per il titolo. Devo inoltre rimanere concentrato e calmo nelle gare di gruppo.

E sul tuo futuro c’è la possibilità di vederti in Moto2 il prossimo anno?

Vorrei, verso giugno o luglio, trovare una sella in Moto2 e stare tranquillo.

Da abruzzese, cosa ne pensi dei risultati di Iannone nel WorldSBK?

È un grande. Io Andrea non lo conosco ma ho chiacchierato diverse volte con il padre: che cosa gli vuoi dire? (ride). Fermo quattro anni senza provare una vera moto da corsa. Sinceramente io me lo aspettavo. È partito con il podio in Australia. A Barcellona non l’ho seguito, perché ero impegnato a Portimão, ma è andato fortissimo anche lì. Gli auguro di tornare in MotoGP. Merita di avere ancora una chance anche se comincia ad avere una certa età. 

Damiano Cavallari