La gara della Moto3 ad Assen si unisce al vasto elenco di episodi salienti che hanno avuto luogo sul tracciato olandese grazie alla prima vittoria di Ayumu Sasaki. Per il giapponese è un momento storico, non solo per essere il primo trionfo in categoria dopo una gara intelligente, ma perché è il risultato di un lungo percorso di crescita segnato dalla determinazione e dai sacrifici.

UN INIZIO DI STAGIONE CON ALTI E BASSI

Ayumu Sasaki arrivava alla prima gara della stagione 2022 con rinnovate speranze, da nuovo acquisto del Sterilgarda Max Racing Team. In Qatar, la maturità e l’intelligenza di Sasaki avevano dato i primi segnali. Aveva dominato la gara dall’inizio con grande superiorità, ma un problema tecnico nella sua Husqvarna lo aveva obbligato a ritirarsi. Sasaki vede così sfumare l’illusione della sua prima vittoria in Moto3, ma lancia un chiaro avviso ai suoi rivali.

Successivamente, il giapponese si è sempre mantenuto nella top 10, riuscendo a conquistare due terzi posti in Argentina e Portogallo e una seconda posizione a Le Mans. In ogni gara è stato uno dei protagonisti nella lotta del gruppo di testa, a dimostrazione di una grande capacità nel corpo a corpo con staccate precise che lasciano minime possibilità di risposta ai rivali.

Al Mugello, la sfortuna ha colpito ancora il giovane Sasaki. Durante le prove libere, il giapponese ha perso il controllo della sua moto ed è caduto con un brutto highside. Jaume Masiá che era dietro non è riuscito a schivarlo. Si sono vissuti momenti di grande paura e finalmente è arrivata la conferma: frattura composta di una clavicola e trauma cranico per Sasaki. Diagnosi che lo tiene lontano dalla pista durante i Gran Premi del Mugello e della Catalunya.

LA COSTANZA PAGA CON LA VITTORIA AD ASSEN

Assen è stata la sua seconda gara dopo il rientro post infortunio. Sasaki partiva dalla posizione privilegiata della pole position ma, come spesso accade in Moto3, questo non gli ha offerto nessun vantaggio di fronte a una gara di gruppo.

Nonostante il ritmo veloce, Sasaki non aveva nessuna possibilità di scappare. Il giapponese ha messo in mostra tutta la sua maturità lasciando ad Izan Guevara il peso della prima posizione durante la maggior parte della gara in attesa di qualche segno di debolezza. Ayumu non si è allontanato dalle posizioni di testa e non è mai sceso al di sotto della quarta posizione resistendo gli attacchi degli avversari con testa fredda e senza errori.

Nell’ultimo giro, Sasaki ha ripreso le redini della gara dopo un sorpasso in curva 9. Nelle ultime curve, prende qualche piccolo vantaggio e incrocia sotto il traguardo in prima posizione a tre decimi dal secondo. Un primo trionfo in Moto3 privo di sbavature, dove ancora una volta Sasaki si è dimostrato metodico e costante, ma soprattutto lucido nei momenti più difficili. Con questo risultato, Sasaki ripropone la sua candidatura nella lotta per il titolo: è quarto a solo due punti dal terzo classificato e a 69 punti dal leader Sergio García.

Sono molto contento di questa vittoria. A causa dell’infortunio non ho corso per tre settimane, ma ho continuato a credere di poter vincere. La squadra e tutti i ragazzi mi hanno supportato nel migliore dei modi e oggi sono stato in grado di restituirgli un risultato sorprendente. Volevo questa vittoria, non solo per me stesso, ma soprattutto per le persone che mi hanno aiutato in tutto questo tempo. Ora ho la pausa estiva per riprendermi adeguatamente e tornare ancora più forte.”, dichiara il vincitore Ayumu Sasaki.

Il destino ha voluto che la sua prima vittoria in Moto3 coincidesse con il giorno del compleanno del Team Owner, Max Biaggi, che si è mostrato visibilmente emozionato: “Una giornata incredibile. Ayumu mi ha fatto un regalo di compleanno bellissimo. Ha fatto una gara fantastica, con una grande grinta e senza commettere alcun errore. Le gare della Moto3 sono sempre imprevedibili, ma Ayumu, rimanendo nelle posizioni di testa, è riuscito a star lontano da qualsiasi problema. Ci prendiamo quello che avrebbe potuto essere nostro già da diverso tempo, ma le corse sono così.

Victoria Ortega Cabrera

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