Nel 35° anniversario della scomparsa di Enzo Ferrari, andiamo a ripercorrere una delle tappe forse più significative nell'avventurosa vita del Drake. Il 9 agosto 1931 andò infatti in scena l'ultimo atto della sua carriera come pilota. Il teatro della gara fu il Circuito delle Tre Province, nel quale si svolse un duello epico tra Ferrari e Tazio Nuvolari.

LA SFIDA SUL CIRCUITO DELLE TRE PROVINCE

Quella in programma nel 1931 fu la terza edizione della sfida sul Circuito delle Tre Province, a cui Enzo Ferrari decise di prendere parte in prima persona. Un circuito stradale lungo ben 128 chilometri, che doveva il proprio nome al fatto di collegare le tre province di Bologna, Pistoia e Modena.

Enzo Ferrari conosceva bene il circuito dove si svolgeva la gara, poiché aveva già preso parte alle due precedenti edizioni. Nella prima, disputatasi nel 1929, non fu presente nel ruolo di pilota, bensì fornendo assistenza alle Alfa Romeo, di cui era concessionario esclusivo per l’Emilia Romagna. Nell’edizione dell’anno successivo iscrisse cinque vetture con la neonata scuderia Ferrari e vinse con Luigi Arcangeli, mentre lui fu costretto al ritiro.

Nel 1931, Ferrari si presentò con il copilota Peppino Verdelli ed al volante dell’Alfa Romeo 2300 8c progettata da Vittorio Jano, mentre il rivale ed amico Tazio Nuvolari si iscrisse alla gara con una Alfa Spider 1750. Quattro ore prima della partenza, Nuvolari chiese di poter provare il circuito stradale dove non aveva mai corso.

L'ANEDDOTO SU NUVOLARI

Ferrari raccontò quell'episodio nel suo libro “Le mie gioie terribili”, parlando della sua esperienza con il Mantovano Volante. Gli chiesi di portarmi per un tratto sull’Alfa 1750 che la mia scuderia gli aveva dato. Era la prima volta che Nuvolari disputava quella corsa ed era guardingo perché mi aveva visto al volante di un’Alfa di tipo nuovo, una 2300 otto cilindri, più potente della sua.”

Non fece obiezioni: ‘Sali’, mi disse. Alla prima curva ebbi la sensazione che Tazio l’avesse presa sbagliata e che saremmo finiti nel fosso, mi sentii irrigidire nell’attesa dell’urto. Invece ci trovammo all’imbocco del rettilineo successivo con la macchina in linea. Lo guardai: il suo volto scabro era sereno, normale, non di chi è fortunosamente scampato a un testacoda.

Alla seconda e alla terza curva l’impressione si ripeté. Alla quarta o alla quinta cominciai a capire: intanto, per tutta la parabola, Tazio non sollevava il piede dall’acceleratore ma, anzi, lo teneva a tavoletta. E di curva in curva scoprii il suo segreto.”

Ricordo che mi abituai ben presto a questo esercizio, vedendoglielo fare con tanta regolarità, ma ogni volta mi pareva di precipitare nel vagoncino di un otto volante, con quella specie di stupore che tutti abbiamo provato” concluse Ferrari. 

LA GARA

La gara iniziò con Ferrari che partì per primo, seguito a distanza di qualche minuto da Borzacchini e quindi a Nuvolari. Il mantovano decise però di iniziare con tutta calma per tutto il rettilineo, per poi accelerare dopo la prima curva.

Dopo pochi km, Nuvolari superò Borzacchini, poi costretto al ritiro per un guasto, mentre Ferrari guidava saldamente il gruppo. Sfruttando il motore della sua Alfa Romeo 2300, Ferrari riuscì a guadagnare un margine su Nuvolari di circa 40 secondi e sembrava avviato verso una vittoria sicura.

Ferrari arrivò sulla linea del traguardo sicuro ormai della vittoria, ma dall’ultima discesa sbucò Nuvolari che, dopo aver recuperato lo svantaggio, andò a vincere su Ferrari con pochi secondi di margine. L’ultima gara di Ferrari come pilota si concluse quindi con un secondo posto alle spalle di Nuvolari, che in quell'occasione dimostrò nuovamente come fosse in grado letteralmente di volare sulle piste.

Dopo la conclusione della gara, Nuvolari disse ad Enzo: "Per battermi mi hai costretto al limite come finora non avevo mai fatto". Compagnoni, copilota di Nuvolari, invece commentò con queste parole: "E io non mi sono preso così tanta paura come oggi".

I GIORNALI DELL'EPOCA

La "Gazzetta dello Sport" avrebbe così commentato l'epica sfida: "La lotta è stata incerta fino all'arrivo, perché anche Ferrari si è difeso con grande energia e lui pure, al pari di Nuvolari, ha migliorato il record di Arcangeli".

"Il Littoriale": "Nuvolari ha vinto in discesa. Chi ha veduto Nuvolari scendere dall'Abetone, chi lo ha veduto calare come un falco da Sestola e da Lizzano, dice lo spettacolo indimenticabile del piccolo audacissimo campione, che sembrava infondere alla macchina la sua volontà di ferro, al limite sempre delle possibilità di guida. Nuvolari e Ferrari, l'uno grande campione, l'altro pilota di altissima classe: vogliamo accomunarli nell'elogio".

Questa sarebbe stata l'ultima gara come pilota per Enzo Ferrari, una decisione definitiva che avrebbe maturato all'inizio del 1932, dopo la nascita di suo figlio Dino.

Chiara Zaffarano