Credits: Pirelli Media Library
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Dopo quattordici anni di utilizzo in gara, con il GP di Abu Dhabi, la F1 pensionerà il DRS, una delle ultime risposte (fin troppo) semplici a problemi complicati proposta dalla F1 sotto la gestione del Supremo, Bernie Ecclestone.

Genesi

Il Drag Reduction System, per tutti DRS, vedeva la luce (è il caso di dirlo…) nel 2011 come misura temporanea per incentivare i sorpassi in pista e rendere le gare di F1 più...vendibili, nella solita e annosa sfida del Circus contro le gare noiose in cui il pubblico vede monoposto diligentemente incolonnate in lunghi trenini di capodanno

Il DRS, grazie ad un attuatore situato in coda alla vettura e sopra gli impennaggi posteriori (come evidenziato nella foto che accompagna questo articolo), apre una luce tra i flap dell'alettone posteriore, muovendo in posizione neutra il profilo più alto. Così facendo, in rettilineo, la monoposto guadagna in velocità di punta. Con un utilizzo contingentato (in determinate zone e a determinate condizioni di distanza tra due vetture), la monoposto inseguitrice, l'unica che può usare la soluzione, può prendere un certo abbrivio sulla vettura inseguita in rettilineo, compensando gli effetti negativi dell'aria sporca, agevolando l'avvicinamento per il sorpasso.

Soluzione semplice per un problema complicato

Dall'introduzione in poi, il DRS ha diviso gli appassionati, visto che molti (tra i quali parecchi addetti ai lavori) considerano e hanno considerato il sistema dell'ala mobile uno spauracchio da eliminare quanto prima, una diavoleria che ha inflazionato artificialmente i sorpassi, per lo più adulterandone la natura. Juan Pablo Montoya lo aveva descritto come l'equivalente di “dare Photoshop a Picasso”, mentre Sebastian Vettel, nel 2018, aveva dichiarato che avrebbe preferito “lanciare banane come in Super Mario Kart” nei sorpassi, piuttosto che utilizzare il DRS.

Oggettivamente parlando, il DRS ha fornito una soluzione pratica a chi viveva il limitato numero di sorpassi della F1 moderna come un problema: una soluzione invecchiata bene, se proprio vogliamo dirla tutta, visto che (a parte gli esperimenti con il DDRS e le varie derive aeroelastiche degli ultimi anni) il dispositivo non ha mai innescato polemiche tecniche tra le scuderie. Tornando al discorso dei pochi sorpassi, il fulcro della discussione in F1 avrebbe dovuto essere non tanto la misura correttiva, quanto se la difficoltà nel creare la manovra di sorpasso fosse davvero un problema per il Circus (inteso come prodotto) e per i suoi fruitori.

Girare attorno al problema

La realtà è che le varie anime del Circus tendono a girare attorno alla discussione, tanto che il DRS, inteso come “misura temporanea”, troverà applicazione anche nel nuovo corso, dal 2022 in poi, delle monoposto con il canale Venturi sul fondo, teoricamente dotate di un'intima (l'inglesismo è d'obbligo) “raceability” maggiore e che, evidentemente, questa caratteristica endemica non l'hanno mai avuta.

Il futuro vede la dismissione del DRS, non tanto perché la soluzione non abbia funzionato o perché eticamente non più accettabile, ma perché con le monoposto di nuovissima generazione, quelle dal 2026 in poi, è stato ravvisato come necessario rivedere l'impiego del setup aerodinamico durante un giro di pista per bilanciare il fabbisogno energetico dei nuovi motori ibridi, più spinti nella componente elettrica.

Dal 2026, le monoposto avranno la possibilità di chiamare (tramite input del pilota) un assetto aerodinamico carico e uno scarico lungo il giro di pista, oltre ad un sistema "push-to-pass" che fornirà una spinta elettrica extra alla vettura che segue, un escamotage che potremmo sostenere sia ancora più artificioso ed artificiale del DRS. Sulle nuove monoposto aleggia un alone di mistero sull'effettiva velocità che saranno in grado di mostrare e su queste novità future, nel 2024 Lewis Hamilton aveva già espresso il proprio parere:

“Ho parlato con alcuni piloti che hanno guidato [le nuove monoposto, ndR] al simulatore, io non l'ho fatto, e mi hanno detto che sono piuttosto lente, quindi vedremo se abbiamo intrapreso la direzione giusta o no. Dovremo solo assicurarci che le auto siano efficienti, veloci e un passo avanti, e che le gare siano effettivamente migliorate”.

Il futuro

Probabilmente il futuro ci prospetterà dei meccanismi di “arricchimento” temporaneo delle prestazioni come il DRS, forse ancora più macchinosi nel loro impiego in pista. Sicuramente avremo un po' di gare nelle quali le scuderie vorranno “giocare” con i nuovi sistemi e che magari risulteranno altamente spettacolari.

Poi, come sempre, piloti e scuderie convergeranno su utilizzi sempre più ottimizzati dei nuovi sistemi e probabilmente la magia svanirà. In ogni caso, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte, grazie di tutto DRS: nonostante le polemiche, probabilmente un giorno ti rimpiangeremo (e non è proprio una prospettiva eccitante).

Luca Colombo