La prima metà della stagione 2023 non ha certamente rispecchiato le aspettative che Ferrari si era posta a inizio campionato. Appena tre podi e quarto posto nel Mondiale, un bottino magro, troppo per un team così blasonato che solo dodici mesi fa aveva velleità iridate.

“La monoposto non avrà precedenti in termini di velocità”, con queste parole l’amministratore delegato Benedetto Vigna aveva descritto la nuova SF23 durante la presentazione, il 14 febbraio in quel di Fiorano. Una frase smentita sin dai test invernali, quando è parsa da subito ovvia la superiorità di Red Bull. Alla devastante competitività del team austriaco si è aggiunta la crescita di Mercedes, in linea con quanto dimostrato sul finale della stagione 2022 e gli exploit di Aston Martin prima e McLaren successivamente.

Up&Down

Dopo dodici appuntamenti la Ferrari si ritrova con 191 punti all’attivo, 123 in meno rispetto alla stagione 2022, il peggior risultato dell’intera griglia. Ancora peggio se si paragona a Red Bull rispetto alla quale se nel passato campionato il divario prima della sosta si attestava a una manciata di punti, ora si è trasformato in un abisso pari a 312 lunghezze.

Dei 191 punti conquistati, quasi il 50% sono stati ottenuti in tre sole gare, quelle dei weekend ‘Sprint’. Un dato probabilmente non del tutto casuale. La scuderia di Maranello dimostra particolare reattività nel realizzare un buon setup di base nei tre weekend caratterizzati da un unico turno di prove libere, al quale dobbiamo aggiungere la predisposizione di Leclerc nel portare subito al limite la vettura. Una buona parte di quei punti hanno la firma, infatti, dal pilota monegasco, capace in quei tre appuntamenti di segnare gli unici tre podi ottenuti in questo 2023 dalla Rossa di Maranello.

Lo score di zero punti segnato in Australia rappresentano il punto più basso della stagione solo da un punto di vista numerico. Se nella gara di Melbourne la prestazione di Carlos Sainz, fino alla seconda bandiera rossa, era stata promettente, i piazzamenti ai margini della zona punti a Silverstone e Budapest hanno rappresentato un vero e proprio smacco nei confronti delle aspettative di ripresa del team.

I piloti

I tre podi conquistati in questa stagione da Charles Leclerc non sono stati supportati da altri risultati all’altezza, più per colpe del team e della vettura rispetto a quelle imputabili al talento monegasco. La doppia pole (per Sprint e gara lunga) uniti alla difesa sul rimontante Fernando Alonso a Baku rappresentano uno dei pochi acuti della stagione di Charles.

Va però sottolineato come sia minore il numero di errori decisivi rispetto alla prima parte di 2022, quando perse punti fondamentali prima con il testacoda di Imola, poi con il crash al Paul Ricard. I guizzi in qualifica non sono comunque mancati, tanto da rendere positiva la stagione fino a questo punto del pilota Ferrari. Voto: 7

Meno brillante nei weekend Sprint rispetto all’altra metà del box, ma la costanza ha portato Carlos Sainz a ritrovarsi davanti a Leclerc fino allo sfortunato ritiro di Spa. Mancano i podi, ancora a secco in questo 2023, ma il quarto posto del Bahrain unito alle quattro quinte posizioni hanno permesso allo spagnolo di conquistare 92 punti, solo sette lunghezze in meno del più quotato compagno di squadra.

L’ex pilota McLaren ha retto bene il confronto con Leclerc pur mancando nei momenti decisivi, quando la vettura si è espressa al massimo del suo potenziale. Lo spagnolo è comunque riuscito a battere per quattro volte, al netto dei ritiri, il suo compagno di box. Voto: 6.5

La vettura

Se la mancanza di competitività della SF23 è stata assodata sin dalle prime gare della stagione, non sono mancati errori del team, che hanno ulteriormente aggravato la posizione della Scuderia. Se abbiamo riconosciuto la capacità di creare un buon assetto nei weekend con unica sessione di libere, dobbiamo sottolineare al tempo stesso una gestione dal muretto non sempre ottimale. Abbiamo visto tante gare nelle quali Ferrari non ha ottimizzato il risultato finale a causa di strategie discutibili ed errori ai box (vedi Monaco e Silverstone su tutte).

Sconfortante anche la difficoltà a predire la competitività della vettura sulle varie piste, con i dati del simulatore che spesso non hanno corrisposto con il risultato ottenuto la domenica. Voto: 4.5

Prospettive future

Nella seconda metà di stagione il team di Maranello è chiamato a un riscatto, almeno parziale. Con il titolo mondiale ormai già in tasca di Red Bull, il sorpasso ad Aston Martin dovrà essere l’obiettivo minimo per la casa del Cavallino. Anche la seconda posizione detenuta da Mercedes è ancora alla portata ma decisamente difficile da raggiungere viste le recenti prestazioni della scuderia di Stoccarda.

Intanto, non piacerà ai tifosi della Rossa che sentono ripetere da anni questo slogan, ma il focus dovrà essere spostato sulla prossima stagione, quando il progetto della neonata monoposto 2024 sarà pienamente tra le mani della squadra di lavoro guidata da Frederic Vasseur.

Intanto qualcosa si è mosso sul lato tecnico. Il 31 luglio ha preso forma l’addio di Laurent Mekies mentre il gruppo capitanato da Enrico Cardile vedrà presto rimpiazzi da qualche giovane profilo in arrivo da altri team. Manca ancora l’ufficialità, ma nei prossimi mesi dovrebbe essere anche confermato il ‘big’ annunciato da Vasseur e tutti gli indizi portano al nome di Loic Serra, performance director di Mercedes. Novità che comunque avranno poco a che vedere con la prossima stagione ma saranno rivolte al 2025.

Samuele Fassino